Charlie Chaplin – Tempi moderni

Tempi moderni di Charlie Chaplin tratta il tema della modernità, o meglio, ritrae l’altra faccia di questo fenomeno, quella che trasforma l’uomo in un automa. Una decina d’anni prima, in Metropolis, anche Fritz Lang faceva ingoiare gli operai, relegati nel sottosuolo della città, da una minacciosa macchina somigliante al dio Moloch.

L’Europa conobbe una prima rivoluzione industriale a fine Settecento, quando i settori tessile e metallurgico poterono contare su delle innovazioni che permisero di incrementare il rendimento in tali ambiti. Una seconda rivoluzione industriale interessò il sistema economico di fine Ottocento e si è soliti parlare pure di una terza rivoluzione, intorno agli anni Settanta del secolo scorso, con la diffusione dei sistemi informatici in campo professionale.

Le trasformazioni successive a queste evoluzioni non investirono solo la produzione, ma pure l’intero contesto sociale, con la nascita di nuove figure – l’operaio da una parte e il capitalista dall’altra – e di una nuova concezione del lavoro: al contrario di quanto accadeva nel mondo rurale, le fabbriche sorte nei grandi centri urbani impiegavano gli operai in cambio di un salario mensile. Tuttavia, la rivoluzione industriale è, sì, sinonimo di progresso, ma anche di ritmi di lavoro sempre più pressanti: si assiste alla spersonalizzazione dei lavoratori, costretti a turni massacranti e a gesti monotoni e ripetitivi nella catena di montaggio.

In Tempi moderni Chaplin veste i panni di un operaio reclutato per sperimentare una nuova macchina, che permette al lavoratore di svolgere le sue mansioni e, nel contempo, di nutrirsi, aumentando così la produzione. Peccato che l’esperimento provochi dei danni mentali al malcapitato, che viene addirittura letteralmente imprigionato negli ingranaggi dei macchinari.

Chaplin si serve della satira per denunciare un mondo che cambia e non sempre in meglio, rivendicando il diritto dell’essere umano a disporre del proprio tempo, a coltivare le sue potenzialità e a godere appieno del libero arbitrio. Il progresso è senza dubbio una via per migliorare la propria vita, beneficiando del benessere garantito dalla produzione industriale: questo a patto che tale sviluppo non venga subito in modo passivo e senza dimenticare che esistono anche altri valori, ben più importanti, spesso dimenticati o posti in secondo piano in questi “tempi moderni”.

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