Le Facce di Culo non finiscono mai (quannu ci voli, ci voli…)

In sede nazionale, la Boschi doveva abbandonare la politica, ma è stata promossa; in sede locale, i fotiani prima stavano con Garozzo contro i bersaniani, ora con i bersaniani contro Garozzo

 

La Civetta di Minerva, 23 dicembre 2016

Non mi occupo di faccende interne al Partito Democratico, non tengo la cronistoria degli avvenimenti, né ho la memoria attenta a tutti i vari passi, passaggi e passettini che caratterizzano lo scorrere degli eventi politici. Vivo la politica distaccato da posizioni preconcette o di parte o di convenienza (del momento). Cerco di guardare ai fatti, dall’esterno e con obiettività. Essendo libero e svincolato da obblighi di “appartenenza” o di scuderia, mi consente in autonomia di osservare da indipendente e formulare i miei pensieri, forse sbagliati, ma sinceri e onesti. Almeno spero.

E a proposito di facce di culo, quello che di sicuro ci insegna la politica è “mai farisi jabbu”, perché ciò che oggi io accuso/addebito a te domani qualcuno accuserà/addebiterà a me; ciò che io combattei tempo fa, oggi lo potrei difendere, eccetera.

Secondo il Giachetti pensiero, da molti riproposto sui social con tanto di vanto e soddisfazione (quannu ci voli, ci voli …), Roberto Speranza e i suoi compagni (genericamente: la minoranza PD) sono delle “facce di culo” perché quando Giachetti presentò un emendamento per passare al sistema elettorale cosiddetto “Mattarellum” votarono contro mentre adesso (Assemblea nazionale del PD post referendum) se ne assumerebbero la paternità. Detta e vista così, la questione posta da Giachetti (candidato sindaco della Capitale e sonoramente sconfitto dalla Raggi) non fa una grinza e verrebbe di dargli ragione (sulla sostanza, non certamente sulla forma becera e squallida) se non fosse che la politica di questi cambi di opinione e posizione è ricca, foriera, e sempre gravida. Sempre in base al giudizio di Giachetti (e di quelli che lo hanno condiviso e fatto proprio) la politica è piena di facce di culo. Anzi è la scuola delle facce di culo.

Cosa dire altrimenti della Boschi che promette di lasciare la politica in caso di sconfitta del suo referendum e invece poi non lascia anzi viene addirittura promossa? Cosa dire della Finocchiaro, parlamentare da quasi 30 anni, dalemiana passata al renzismo, che definì Renzi insolente e maleducato per averla invitata, nel 2010, a lasciare il Parlamento a favore di una giovane precaria?

E del segretario Matteo Renzi che nel 2013 giudica la Finocchiaro ineleggibile alla Presidenza della Repubblica (aveva da poco usato la sua scorta per scaricare mobili all’Ikea) mentre poi la nomina Ministra nel governo Gentiloni? Nella fattispecie la Finocchiaro definì Renzi “miserabile e ignobile,chi si comporta in questo modo potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato”. Naturalmente adesso avrà cambiato opinione, basta passare dall’altra parte.

E senza insistere e dilungarsi sul livello nazionale e volendo passare alle vicende locali, che dire allora dei nostri personaggi piddini locali, dei fotiani che prima stavano con Garozzo contro i bersaniani (Zappulla/Raiti/Marziano) mentre ora stanno con i bersaniani contro Garozzo? Di chi votò Lo Giudice alle primarie contro Garozzo e adesso sta con Garozzo e contro Lo Giudice? E dei garozziani che per due anni han detto peste e corna di Castelluccio segretaria provinciale mentre adesso la Castelluccio (e la sua area Dem) si trova a difendere Garozzo contro i fotiani e i bersaniani?

Insomma un vero e proprio caos, difficile da capire per la gente comune (che poi è quella che dovrebbe andare a votare facendosi un’opinione chiara e precisa) se non che sono (siamo) tutti delle facce di culo?

A chi è utile, piace, e interessa questo scenario? Ma la storia, specie quella politica, è diversa, spesso ha molti aspetti e molte facce (non sempre di culo). Noi ci auguriamo che una osservazione-narrazione-valutazione diversa sia possibile. Che sarebbe meglio (per il PD e per tutti)  moderare i toni, riconoscersi umani e limitati, sotterrare l’ascia, bendarsi le ferite, abbandonare smanie di vendetta e lavorare insieme.

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