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Che garanzie ha un contratto indeterminato?

22 Gennaio 2021 | Autore:
Che garanzie ha un contratto indeterminato?

Il contratto a tempo indeterminato garantisce al lavoratore le maggiori sicurezze in termini di stabilità del rapporto e di tutele sociali.

Sei uscito da poco dall’università e ti stai affacciando, per la prima volta, nel mondo del lavoro. Ti hanno proposto un contratto a tempo indeterminato e ti chiedi quali tutele ti offra tale tipologia contrattuale.

L’instaurazione di un rapporto di lavoro può avvenire, nel nostro ordinamento, con differenti forme contrattuali. Non tutte le tipologie contrattuali, tuttavia, offrono al lavoratore le medesime sicurezze.

Ci si può, dunque, chiedere qual è la forma contrattuale migliore e che garanzie ha un contratto indeterminato. Senza dubbio la risposta a questa domanda dipende da quali sono le aspettative del lavoratore e i margini di autonomia di cui ha bisogno. Se l’obiettivo principale è avere sicurezze e tutele non c’è dubbio che il contratto a tempo indeterminato sia la forma da preferire. Vediamo perché.

Contratto a tempo indeterminato: cos’è?

Il contratto di lavoro non è solo un accordo in base al quale il lavoratore eroga la sua prestazione lavorativa al datore di lavoro e, in cambio, riceve lo stipendio mensile. È molto di più. Dalla tipologia contrattuale con cui il prestatore di lavoro viene assunto dipendono, infatti, anche le tutele e le sicurezze su cui la persona e la sua famiglia possono contare.

Proprio per questo, nel nostro ordinamento, il contratto a tempo indeterminato viene considerato la forma comune di assunzione del personale [1] poiché garantisce, più delle altre, una prospettiva di stabilità nel tempo e una forte tutela sociale in una serie di eventi della vita.

Contratto a tempo indeterminato: la stabilità del rapporto

La principale garanzia offerta dal contratto a tempo indeterminato, che distingue nettamente tale tipologia contrattuale rispetto al contratto a tempo determinato, è rappresentata dal fatto che la lettera di assunzione, in questo caso, non prevede un termine finale di scadenza del rapporto. Ne consegue che il contratto prosegue senza una data finale a meno che una delle parti non decide di recedere dal contratto.

Inoltre, la legge prevede che il datore di lavoro non può decidere, in modo arbitrario, di licenziare il lavoratore ma può farlo solo se sussiste una giusta causa o un giustificato motivo. Se non vi sono valide motivazioni alla base del recesso datoriale il licenziamento può essere impugnato dal lavoratore e dichiarato illegittimo da un giudice, con la conseguente applicazione a favore del dipendente di una tutela che può essere di tipo reintegratorio (ripristino del rapporto di lavoro) o indennitario (pagamento di una indennità risarcitoria).

La principale tutela offerta dal contratto a tempo indeterminato è, quindi, la stabilità del rapporto determinata:

  • dall’assenza di una data di scadenza finale;
  • dalla limitazione della possibilità del datore di lavoro di licenziare il lavoratore.

Contratto a tempo indeterminato: la tutela sociale

Oltre a garantire un rapporto di lavoro stabile nel tempo, il contratto a tempo indeterminato consente al lavoratore di fruire di importanti tutele sociali.

In particolare, i dipendenti assunti con questa tipologia contrattuale hanno diritto, se ricorrono tutti i requisiti previsti dalle relative disposizioni, a:

  • assegni familiari;
  • indennità di malattia;
  • indennità di maternità;
  • indennità giornaliera in caso di infortunio;
  • congedi parentali;
  • ferie e permessi retribuiti;
  • permessi per l’assistenza di familiari con disabilità grave;
  • indennità di disoccupazione in caso di perdita involontaria del lavoro.

Oltre alla possibilità di fruire di tali prestazioni, il lavoratore ha inoltre diritto all’accredito dei contributi previdenziali finalizzati ad offrirgli la tutela pensionistica di anzianità.

Contratto a tempo indeterminato: la tutela sindacale

I lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato hanno, inoltre, diritto a fruire di speciali diritti sindacali che, tuttavia, dipendono dalle dimensioni aziendali.

A tutti i lavoratori è riconosciuta la libertà sindacale [2], ossia la facoltà di iscriversi ad un sindacato, costituire un’associazione sindacale oppure decidere di non aderire a nessuna sigla.

In più, è riconosciuto a tutti il diritto di sciopero [4].

Inoltre, se l’unità produttiva presso cui è addetto il dipendente ha più di quindici dipendenti, i lavoratori possono fruire anche dei diritti sindacali previsti dal titolo III dello Statuto dei Lavoratori [5], ossia:

  • diritto di affissione;
  • diritto di costituire rappresentanze sindacali aziendali;
  • diritto di referendum;
  • diritto di assemblea;
  • permessi retribuiti per lavoratori che ricoprono cariche sindacali.

Per tutti questi motivi il contratto a tempo indeterminato è generalmente considerato la tipologia contrattuale che offre le maggiori tutele e garanzie per il lavoratore.

note

[1] Art. 1 D. Lgs. 81/2015.

[2] Artt. 1 e 3 L. 604/1966.

[3] Art. 39 Cost.

[4] Art. 40 Cost.

[5] L. 300/1970.

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