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Quanto guadagna uno che lavora nell’Esercito?

6 Settembre 2023 | Autore:
Quanto guadagna uno che lavora nell’Esercito?

A quanto ammontano gli stipendi dei militari in base alle categorie ed al grado rivestito.

Arruolarsi nelle Forze armate è una scelta tornata di moda, dopo alcuni decenni in cui i giovani preferivano forme di impiego ritenute più convenienti e “libere”. Dopo la sospensione a tempo indeterminato della leva militare, avvenuta nel 2005, l’Esercito italiano è diventato professionale, e i militari sono quasi tutti di carriera. Nonostante le difficoltà e i sacrifici, oggi molti scelgono questa strada. Ma quanto guadagna uno che lavora nell’Esercito?

Lo vuole sapere sia chi aspira ad entrare a fare parte di questa prestigiosa forza armata, sia chi pensa, perché no, di sposare un suo appartenente, sia chi nutre una semplice curiosità e desidera conoscere gli stipendi dei militari. In questo articolo ti indicheremo l’ammontare delle retribuzioni per i vari gradi e categorie, dal soldato semplice, il gradino più basso della carriera, sino al generale di corpo d’armata, posto al vertice gerarchico dell’Esercito, passando per tutti i livelli intermedi: sergenti, marescialli, ufficiali inferiori e superiori.

Com’è ordinato l’Esercito italiano

Lo stipendio degli appartenenti all’Esercito italiano varia in funzione del grado ricoperto e della tipologia di impiego, che può prevedere delle indennità aggiuntive rispetto alla retribuzione base.

L’Esercito, infatti, in base alla legge ordinamentale, si suddivide in 6 Armi e 3 Corpi: le Armi di Fanteria, Cavalleria, Artiglieria, Genio, Trasmissioni, Trasporti e Materiali, ed il Corpo Sanitario, di Commissariato e degli Ingegneri.

A loro volta, le Armi ed i Corpi si compongono di diverse specialità, in base alle caratteristiche di impiego di ciascun reparto: ad esempio, una Brigata meccanizzata, un Reggimento di bersaglieri, una Compagnia di paracadutisti.

Quali sono i gradi dell’Esercito italiano

Al vertice dell’organizzazione c’è il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, che ha il comando di questa Forza armata, paritetica alla Marina militare ed all’Aeronautica. È un generale di corpo d’armata con incarichi speciali, e dipende dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, che è il grado più elevato che un militare in Italia può ricoprire.

Dall’alto in basso, ossia in ordine gerarchico decrescente, i gradi dell’Esercito italiano sono i seguenti:

  • Generale di corpo d’armata;
  • Generale di divisione;
  • Generale di brigata;
  • Colonnello;
  • Tenente colonnello;
  • Maggiore;
  • Capitano;
  • Tenente;
  • Sottotenente;
  • Primo luogotenente;
  • Luogotenente;
  • Primo maresciallo;
  • Maresciallo capo;
  • Maresciallo ordinario;
  • Maresciallo;
  • Sergente maggiore aiutante;
  • Sergente maggiore capo;
  • Sergente maggiore;
  • Sergente;
  • Graduato aiutante;
  • Primo graduato;
  • Graduato capo;
  • Graduato scelto;
  • Graduato;
  • Caporal maggiore;
  • Caporale;
  • Soldato.

I gradi che abbiamo elencato si raggruppano in categorie, e precisamente:

  • Ufficiali, a loro volta suddivisa in ufficiali inferiori (da Sottotenente a Capitano) ufficiali superiori (da Maggiore a Colonnello) e ufficiali generali (da Generale di brigata a Generale di corpo d’armata);
  • Sottufficiali, che si distinguono nel ruolo Marescialli e ruolo Sergenti;
  • Graduati, che comprende gli omonimi gradi, raggruppati nell’unico ruolo Vsp (Volontari in servizio permanente);
  • Militari di truppa, distinti nel ruolo dei Vpf1 (Volontari in ferma prefissata di 1 anno), Vpf4 (Volontari in ferma prefissata di 4 anni), Vft (Volontari in ferma prefissata triennale) e Vfi (Volontari in ferma prefissata iniziale, comprendente anche gli allievi delle scuole ed accademie militari).

L’accesso ai ruoli e la progressione in carriera sono stabiliti dal Codice dell’Ordinamento Militare, integrato da alcune leggi ordinamentali, la più recente delle quali ha stabilito la progressiva soppressione dei ruoli Vpf1 e Vpf3, che verranno assorbiti, entro la fine del 2024, dai Vft e Vfi.

Qual è lo stipendio degli appartenenti all’Esercito

La attuale retribuzione annua lorda base degli appartenenti all’Esercito Italiano è la seguente (per ottenere lo stipendio mensile puoi dividere per 12 i valori della tabella, considerando però che la cifra è ripartita in 13 mensilità, tranne che per i volontari in ferma prolungata, che nei primi 3 anni non la percepiscono):

Categoria dei graduati:

  • 19.276,54 euro, per il primo caporal maggiore;
  • 19.871,78 euro, per il caporal maggiore scelto;
  • 20.512,80 euro, per il caporal maggiore capo;
  • 21.336,98 euro, per il caporal maggiore capo scelto;
  • 21.428,55 euro, per il caporal maggiore capo scelto con 5 anni di grado;
  • 22.252,73 euro, per il caporal maggiore capo scelto con qualifica speciale.

Categoria dei sottoufficiali:

  • 21.382,76 euro, per il sergente;
  • 22.252,73 euro, per il sergente maggiore;
  • 22.756,39 euro, per il sergente maggiore capo;
  • 23.031,11 euro, per il sergente maggiore capo con 4 anni nel grado;
  • 23.992,65 euro, per il sergente maggiore capo qualifica speciale.

Ruolo dei marescialli:

  • 22.847,96 euro per un maresciallo;
  • 23.992,65 euro per un maresciallo ordinario;
  • 24.450,53 euro per un maresciallo capo;
  • 25.183,13 euro per un primo maresciallo
  • 25.641,00, euro per un primo maresciallo con 8 anni nel grado;
  • 26.282,03 euro per un luogotenente.

Gli appartenenti al ruolo ufficiali guadagnano:

  • 25.045,76 euro lordi all’anno, per i sottotenenti;
  • 27.106,20 euro lordi all’anno, per i tenenti;
  • 27.564,08 euro lordi all’anno, per i capitani.

La retribuzione cresce ulteriormente per coloro che ricoprono nell’Esercito incarichi direttivi o dirigenziali, come gli ufficiali superiori (maggiore, tenente colonnello e colonnello) e raggiunge le cifre più elevate per gli ufficiali generali: un generale di Brigata percepisce 79.000 euro lordi l’anno, un generale di Divisione 107.700 e un generale di Corpo d’Armata (il massimo grado raggiungibile) arriva a 124.000 euro (circa 9.500 euro al mese).

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito (è l’incarico apicale per questa Forza Armata), oltre allo stipendio, beneficia anche di un’indennità di carica (analoga a quella prevista per le altre Forze Armate, compresi i Carabinieri e la Guardia di Finanza) che gli consente di arrivare al tetto massimo di 240.000 euro annui previsto per i dirigenti di vertice delle Pubbliche Amministrazioni statali.

Militari esercito: maggiorazioni per straordinario, notturno e festivi

Alla retribuzione base sopra descritta bisogna aggiungere i compensi per il lavoro straordinario, e le maggiorazioni per l’attività svolta in orari notturni e in giorni festivi; anche questi emolumenti sono parametrati al grado (ad esempio, per un primo caporal maggiore, lo straordinario festivo è pari a 10,95 euro, quello festivo o notturno è di 12,39 euro mentre quello notturno e festivo ammonta a 14,30 euro; per un sergente, lo straordinario festivo è pari a 12,16 euro, quello festivo o notturno è di 13,76 euro mentre quello notturno e festivo ammonta a 15,87 euro, per un maresciallo, ammonta rispettivamente a 12,98 euro, 14,68 euro e a 16,94 euro, per un tenente, è di 15,41 euro, 17,42 euro e di 20,10 euro).

Retribuzione militari Esercito: indennità aggiuntive

Gli appartenenti all’Esercito beneficiano anche di alcune indennità aggiuntive, riservate alla loro categoria, e non estensibili ai comparti civili del pubblico impiego. Le principali sono:

  • il Cfi (Compenso forfetario d’impiego) è un compenso riconosciuto in misura giornaliera agli appartenenti alle Forze armate impegnati in esercitazioni e in altre attività militari, in maniera prolungata e continuativa, oltre il normale orario di lavoro, e viene attribuito in sostituzione di straordinari e di recuperi compensativi: agli appartenenti al ruolo dei graduati spettano 64 euro dal lunedì al venerdì e 128 euro per il sabato, la domenica e i giorni festivi, agli appartenenti al ruolo sottufficiali spettano rispettivamente 68 euro e 136 euro, ai marescialli e agli ufficiali spettano, rispettivamente, 74 euro e 148 euro;
  • l’assegno funzionale, erogato ai militari dell’Esercito italiano in progressione crescente con l’aumentare dell’anzianità di servizio. Viene corrisposto per 12 mensilità al raggiungimento del 17°, 27° e 32° anno di servizio con un aumento lordo variabile in base al grado e alla qualifica;
  • un’indennità accessoria finanziata con il Fesi (Fondo efficienza servizi istituzionali), che viene erogata ai militari, in prossimità dei mesi estivi, per ogni giornata di servizio effettuata nell’anno precedente. L’importo è commisurato al numero delle presenze effettive ed all’incarico: ad esempio, per chi è inquadrato in unità operative, gli importi sono maggiori e con il massimo delle presenze si arriva a circa 650 euro;
  • l’indennità per le missioni all’estero: ai militari che partecipano a tali attività svolte al di fuori del territorio nazionale spetta Al militare che si reca in missione all’estero spetta un importo aggiuntivo che può essere compreso, a seconda del Paese di destinazione e della tipologia di incarico, tra i 2.000 e i 4.000 euro mensili.

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