Viaggio di luce: Abel Herrero e Claudio Parmiggiani a Palazzo Medici Riccardi

La mostra che apre oggi alla Galleria delle Carrozze è un progetto espositivo inedito a cura del Museo Novecento in collaborazione con Mus.e, Asssociazione Kontainer e Città Metropolitana.

Viaggio di Luce alla Galleria delle Carrozze

Viaggio di Luce alla Galleria delle Carrozze

Firenze, 27 ottobre 2023 - Un mare di colore. Acido e luminoso, puro e nervoso. In viaggio verso una nuova civiltà dell'arte. Un percorso che parte da lontano, dal 2006, quando il pittore Abel Herrero decise di ospitare al Museo Nacional de Bellas Arte de L'Habana l'installazione "Silencio a voz alta" di Claudio Parmiggiani, celebre per le sue opere di cenere e fumo realizzate a partire dagli anni Settanta. Da Cuba a Firenze, il passo non è stato breve, ma alla fine questo straordinario sodalizio artistico è approdato lungo le rive dell'Arno, negli spazi unici e maestosi della Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi, che ospita fino al 21 gennaio 2024 la mostra inedita "Viaggio di luce".

Il progetto, che unisce il Museo Novecento con Città Metropolitana, MUS.E e Associazione Kontainer, è "l'immersione della pittura nel conflitto dell'immaginazione - spiega il direttore del Museo Sergio Risaliti - Sono installazioni, tele monocrome, action painting, dove il principio di rappresentazione si dissolve nella ricerca di un'epifania di luce e colore, in un anelito contemplativo di verità e infinitezza". La vita scivola come quattro grandi barche verso una meta distante e forse irraggiungibile, una terra vergine e sconosciuta; navi gravide di un carico prezioso, fatto di pigmenti puri e miracolosi: rosso, giallo, blu e verde, colori diversi in cerca di un'unica luce, fondamento e origine dello sguardo, e resistenza strenua all'avanzare del nulla. 

Sulle pareti, le tele monocrome di Herrero sembrano offrire idealmente alle barche di Parmiggiani le superfici agitate delle onde marine, muri policromi e saturi di colore da cavalcare uno dopo l'altra, e disvelamento tragico della fragile condizione umana. Se l'artista reggiano con le sue installazioni si spinge fino alla scomparsa dell'oggetto, sconfinando ai confini dell'assoluto e dell'irraggiungibile, e affidando ai pigmenti di colori la ricerca della bellezza e della verità, la storia e la sopravvivenza della pittura, così Herrero non rinuncia all'immanenza dell'arte e alla struttura riconoscibile della tela, specchio riflesso di una visione naturalistica che recupera l'intangibilità laica del sacro e del divino, sottraendolo alla dimensione consumistica e digitalmente consumata del contemporaneo.