L'ANALISI
POLITICHE 2022: IL COMMENTO
27 Settembre 2022 - 05:25
CREMA - Si affida ad una efficace metafora, presa forse dai ricordi da ragazzino che frequentava il luna park a Santa Maria, il sindaco Fabio Bergamaschi per commentare l’esito delle Politiche 2022. Un risultato sicuramente deludente per il suo partito, il Pd. «Partito Democratico prima, poi il Movimento Cinque Stelle e successivamente la Lega. Ora tocca a Fratelli d’Italia salire sull’ottovolante, in piena fase ascensionale. Un film che abbiamo già visto. Sono grandi infatuazioni che durano il tempo di poche scelte di governo. Perché la responsabilità fiacca e il tocco magico, nella stanza dei bottoni, è presto perso».
Al centro della questione c’è l’elettore, in particolare quell’ampia maggioranza degli aventi diritto che poco o nulla si interessa alla politica e ai programmi e altrettanto meno si informa in prossimità del voto. C’è chi si astiene per scelta, ma è innegabile che una grande fetta di queste persone da tempo ormai non vada più a votare (il partito di maggioranza, che si rafforza ad ogni tornata, è l’astensionismo). Il resto fluttua, lasciando ammaliare. «È nel tocco magico che pare tanti italiani ripongano speranza, attraversando con il proprio voto mobile, di volta in volta, piattaforme politiche tra loro assai diverse, ma tutte ammantate di novità – prosegue Bergamaschi –. Se sei un po’ nuovo e, soprattutto, stai all’opposizione, vinci facile».
Seguendo il ragionamento del sindaco, eletto tre mesi fa alla guida di una coalizione di partiti di centrosinistra e liste civiche, le fortune di Fratelli d’Italia potrebbero dunque durare lo spazio di un mattino, che in politica significa qualche mese di governo. Attenzione: chiunque sia a guidare l’Italia, per Bergamaschi questa infatuazione passeggera non è affatto un bene. «Mi preoccupa, oggi, pensare ad un Paese così instabile. Così frazionato nella sua rappresentanza. E anche così diviso tra nord e sud, dove si palesano con il voto aspettative tanto differenti, apparentemente inconciliabili».
Il sindaco guarda poi ai guai dei dem. Un restyling dei volti, secondo Bergamaschi non cambierebbe un gran che. «Prima di ogni ragionamento sui nomi, sugli ennesimi leader, occorre un ragionamento profondo, sincero, anche scomodo, su come il Partito democratico possa interpretare questo scenario, molto diverso da quello che ci si immaginava al Lingotto».
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