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IL LIBRO

Spinadesco 2.0, l’ultima storia del paese

Centocinquanta pagine scritte per amore di un borgo che ha una memoria degna di essere tramandata e la grande fortuna di vivere a due passi dal Grande Fiume

Luca Luigi Ugaglia

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redazione@laprovinciacr.it

17 Novembre 2022 - 17:34

Spinadesco 2.0, l’ultima storia del paese

CREMONA -  Centocinquanta pagine scritte per amore di un borgo che ha una memoria degna di essere tramandata e la grande fortuna di vivere a due passi dal Grande Fiume. Si chiama Spinadesco 2.0 l’ultima storia del paese. Il libro è stato presentato nella sala consiliare del municipio gremita di compaesani dal sindaco Roberto Lazzari e dai suoi estensori.

Primo fra tutti l’ingegnere Rossano Ghizzoni, che al progetto ha dedicato entusiasmo e tante energie e si è messo volentieri a spiegare il succo di una pubblicazione che unisce informazioni dettagliate della scienza sull’ambiente che caratterizza il paese ai ricordi delle tradizioni, con tanto di aneddoti tristi e lieti, innumerevoli fotografie e l’immancabile elenco cronologico di sindaci e preti.

Gli hanno dato una mano determinante a servire la causa culturale la figlia Alice, l’assessore all’Urbanistica Andrea Manfredini, Nevio Bodini, Luigi Sebastiani, Liliana Menta, Francesco Lazzari, Francesca Cremaschi, Luciano Fonte, la Provincia di Cremona e l’editore Luca Ronca che ha pubblicato la fatica editoriale.

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Rossano Ghizzoni e Andrea Manfredini durante la presentazione del libro

Nove i capitoli, con l’appendice dedicata interamente ai parroci e al contributo che proprio gli uomini di chiesa hanno dato allo sviluppo della comunità. Una manciata di righe sul retro della copertina riassume il senso dell’operazione dal sapore amarcord: «Spinadesco non dimentica le sue radici, il contesto che la circonda, i fatti drammatici o emblematici che hanno segnato la vita del paese e così l’amministrazione comunale consegna alla memoria dei suoi cittadini e delle future generazioni un compendio di fatti e notizie geografiche, storiche, ambientali e culturali che hanno segnato, il passato, o contraddistinguono, nel presente, la vita del paese».

Come conferma lo stesso Lazzari: «Abbiamo cominciato il nostro viaggio a ritroso nel tempo – spiega il primo cittadino in un passaggio della presentazione del volume – arrivando fino ai giorni nostri, non solo per raccontare una bella storia, ma per farla diventare un’occasione per riflettere e dare valore al vissuto e al futuro delle persone. Abbiamo il dovere di conoscere le tradizioni e i luoghi che hanno dato vita ai nostri avi e abbiamo il dovere di conservarne la memoria storica, perché soltanto in questo modo potremo mantenere viva la nostra identità».

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