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LA SCOPERTA ARCHEOLOGICA

Statuetta etrusca in bronzo ritrovata in un campo di Grontardo

Il consigliere Bolsi: «La conferma è arrivata dal direttore del museo archeologico di Cremona, Marina Volontè, e dai suoi colleghi»

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

24 Novembre 2023 - 05:20

statuetta etrusca

La statuetta ritrovata e una veduta aerea di Grontardo

GRONTARDO - Tracce della civiltà etrusca tra i campi attorno a Grontardo. La scoperta è avvenuta tempo fa grazie al ritrovamento di una statuetta di bronzo, rinvenuta in modo casuale da un cittadino che ha poi contattato il consigliere di maggioranza e responsabile della biblioteca di Grontardo Manuel Bolsi per l’identificazione del manufatto, risultato autentico e attribuibile all’antica popolazione italica che ebbe epicentro nell’odierna Toscana. Dall’antica Etruria, nel periodo di massima espansione, i ‘rasènna’ (come loro stessi si definivano, ndr) arrivarono a occupare territori del nord e centro Italia, basti pensare alla fondazione di Felsina, l’odierna Bologna, nel VI secolo a.c., la principale città dell’Etruria padana.

L’offerente etrusco, la piccola statua in bronzo trovata a Grontardo

«Sono stato contattato qualche tempo fa da un compaesano – spiega lo stesso Bolsi - che ha per caso intravisto questo piccolo oggetto, alto circa 9 centimetri, in un campo attorno al nostro paese. Una volta a casa l’onesto cittadino, che vuole rimanere anonimo, ha capito che si trattava di un oggetto particolare per forma, dimensione e materiale». E così è partita la procedura che ha portato ad identificare la statuetta come un reperto dei culti religiosi della civiltà etrusca. «Quando mi è stata portata la statuetta ho capito che poteva appartenere alla civiltà etrusca e la conferma è arrivata dal direttore del museo archeologico di Cremona, Marina Volontè, e dai suoi colleghi».


L’oggetto è stato identificato come ‘l’offerente’, tipico dell’arte votiva della religione etrusca risalente al secondo o terzo secolo avanti Cristo. «Tutti i passaggi sono stati fatti secondo legge e dopo aver contattato il museo archeologico abbiamo interpellato anche la Sopraintendenza che, nella persona del funzionario competente per il nostro territorio Nicoletta Cecchini, ci ha permesso di tenere il manufatto in zona per poi consegnarlo al museo di Cremona dove troverà definitiva collocazione a breve». La scoperta, decisamente interessante, ha portato con sé anche altri quesiti riguardanti la provenienza della statuetta o il modo in cui è arrivata nel luogo del ritrovamento.

Manuel Bosi

«L’offerente, così come viene chiamata questa figura, è tipico della religiosità etrusca e dei riti che venivano compiuti. Ce ne sono centinaia esposte nei musei etruschi, il più famoso è a Bologna. Ma nel nostro territorio è davvero singolare. È stata ritrovata in un campo arato in una zona che corrisponde al confine di una centuria romana della prima centuriazione, ovvero quella del secondo secolo avanti Cristo che ospitò centinaia di coloni latini del centro Italia reimpiantati in queste zone. L’ ipotesi più accreditata, e che spero trovi conferma, è che sia traccia di questo passaggio anche perché sappiamo che gli etruschi si spinsero fino a Mantova nella loro espansione».

Si tratterebbe dunque di un vero e proprio ritrovamento archeologico e non certo di un oggetto rubato e buttato nel campo. «Mi sento di scartare quest’ultima ipotesi anche perché, in caso, sarebbe stato più semplice, viste le dimensioni, piazzarla in qualche mercatino. E se fosse stato rubato l’avremmo certamente saputo. Credo invece che questo fatto possa essere interessante e soprattutto possa solleticare la curiosità degli addetti ai lavori per una ricerca storiografica più approfondita». Ovviamente bocche cucite sul luogo del ritrovamento, per evitare che curiosi o cacciatori di reperti arrivino a frotte magari muniti di metal detector. Sarà interessante capire se vi saranno ulteriori sviluppi, quantomeno per verificare se il piccolo bronzo non sia solo un ritrovamento occasionale ma faccia parte di un sito etrusco tutto ancora da scoprire.

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