L'ANALISI
16 Gennaio 2021 - 07:00
Al secolo Odette Bedogni, era nata nel 1929. Lavorò al fianco dei grandi della commedia musicale
ROMA — È morta, ieri mattina alle 4, Delia Scala e con lei scompare l’ultimo grande personaggio di un’epoca e un genere, tra varietà e commedia musicale, sbarazzino, e vitale, ma capace anche di molta serietà e professionalità.
È stata la compagna, in film ma soprattutto in scena, di Dapporto, Totò, Macario, Rascel, Chiari, Manfredi, Panelli, Modugno, segnando la storia del nostro teatro tra gli anni ‘50 e ‘60 e dandole un segno moderno.
Era considerata un po’ la simpatica per antonomasia, vivace e gentile, artista versatile e completa, attrice che è andata sempre affinandosi, passata al mondo del cinema e del teatro musicale, quindi della tv dopo inizi come ballerina classica e gli studi appunto alla Scala di Milano, da cui prese il suo pseudonimo d’arte (che le trovò Italo Calvino), quando a 17 anni interpretò il suo primo film, Anni difficili di Giorgio Zampa.
Nata Bracciano nel 1929, si chiamava Odette Bedogni. Quando la sua famiglia si trasferì a Milano, si iscrisse alla scuola di danza che frequentò per sette anni, sino a 15 anni. Per la sua simpatia e disinvoltura in scena, venne scelta quale protagonista bambina per un documentario sulla Scala del regista Giorgio Ferrari. Poi arrivò il cinema, grazie al suo sorriso sbarazzino e il viso acqua e sapone da brava ragazza, un corpo vivace e spigoloso, ben diverso e più moderno di quello delle maggiorate allora in voga, tanto che la Lux le fece un contratto per tre anni.
Appare così in oltre trenta film nell’arco di poco più di dieci anni, da titoli impegnati come Roma ore 11 di Giuseppe De Santis, Napoli milionaria di Eduardo De Filippo. Il vero successo e quella popolarità che ne farà un personaggio simbolo di grande comunicativa e molto amato dal pubblico le arrivano comunque dal teatro e l’incontro con la ditta Garinei & Giovannini che scrivono per lei la loro prima commedia musicale, che avrà un successo travolgente e diverrà anche un film, Giove in doppiopetto, dove è accanto a Carlo Dapporto.
Un’anti-Osiris, insomma, non più soubrette tutta grandi toilette, attorno alla quale ruotano i vari numeri, ma attrice che balla, canta e recita sempre ad alto livello, capace di stare accanto sia a un attore consumato, sia a un grande cantante, come dimostrarono i suoi impegni successivi, da Buonanotte Bettina con Walter Chiari a L’adorabile Giulio, per citarne solo due, prima del suo Delia Scala Show. del 1961.
Nel 1964 debutta nella versione italiana del musical My fair lady assieme a Gianrico Tedeschi che è un nuovo grande trionfo. Nel ‘66 arriva un altro appuntamento storico firmato da G&G, Rinaldo in campo al fianco di Domenico Modugno, in cui dimostra tutta la propria maturità di interprete, prima di lasciare le scene a nemmeno 40 anni. Un successo che non può lasciarsi sfuggire la televisione, che la propone come conduttrice del primo vero varietà del sabato sera, Canzonissima 1959 –‘60, e via via la scritturerà per vari programmi, arrivando allo sceneggiato Casa Cecilia nel 1981, che segna un ritorno in scena dopo oltre dieci anni di assenza e di vita da signora borghese.
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