In tempo di zone rosse, meglio vivere in montagna che in una metropoli. E così, come accadde già durante il primo lockdown, diversi proprietari di seconde case, residenti soprattutto in Lombardia, alla chetichella hanno deciso di spostarsi in Valle Cervo, piegata dall’alluvione ma pure sempre meno affollata di Milano. Stavolta c’è stato più tempo per organizzarsi, come hanno testimoniato le code sulle autostrade verso la Liguria, ma anche la montagna si è dimostrata attrattiva come lo scorso marzo. «Non ho dati precisi, ma qualcuno è arrivato di sicuro – spiega Carlo Rosazza Prin, sindaco di Piedicavallo –. Anzi, molti villeggianti me lo avevano già anticipato in estate: se arriva una seconda ondata, ci sposteremo nelle nostre baite. Io penso che se qualcuno scappa dal lockdown non è difficile che poi prenda qua la residenza, ma anche se così non fosse considero questi arrivi un’opportunità per la valle. La gente, magari, finisce per affascinarsi alla vita nelle terre alte». Il sindaco di Campiglia Maurizio Piatti spiega di avere visto più movimento negli ultimi 2 giorni, quindi qualcuno è arrivato e ha scelto come zona rossa la Bürsch, nonostante le ferite della recente alluvione: «Possiamo vederla come una doppia iniezione di fiducia - commenta Piatti -: questo difficile periodo può essere trasformato in un’opportunità. Ho saputo che entro fine novembre la fibra ottica sarà operativa a Campiglia, e questo rappresenta senza dubbio un valore aggiunto per il territorio, soprattutto in tempi di smart working, fortemente raccomandato dall’ultimo Dpcm». L’Uncem, in una nota, ha spiegato che questo scambio definito «metromontano» può aprire la strada a una nuova residenzialità, incentivare il recupero di immobili e creare nuove opportunità di lavoro con lo sviluppo della banda ultralarga. La montagna accoglie, ma come spiega l’associazione dei Comuni montani bisogna rispettare alcune regole: comprare ogni giorno nei borghi, nelle bottege di paese per incentivare il commercio locale. «È un appello importante - spiega Filippo Tresti, titolare della Bottega Valle Cervo a Campiglia -: condivido meno il fatto che per vivere bene in montagna basti avere la banda larga, come se merci e servizi viaggiassero online. Nelle nostre valli non siamo più in grado di offrire un servizio all'altezza delle esigenze dei consumatori moderni. Il commercio in continua evoluzione, e quasi stravolto dalla pandemia, va ripensato e adeguato con spazi moderni ed offerte multilivello fisiche e digitali, che diventino un volano per le aree naturalistiche e favoriscano l'arrivo di nuovi cittadini».

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