«Andiamo a vincere!». L'urlo che conclude una telecronaca incalzante. Una liberazione a chiusura dell’impresa di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi, oro nel k2 ai Giochi di Sidney 2000. Tra le pagine sportive più celebri del giornalismo firmato Giampiero Galeazzi. Malato da tempo di diabete, è morto a 75 anni. «Perdo un grande amico» dice Antonio Rossi, canottiere medaglia d’oro in Australia, commosso dalla notizia. «Ero molto legato a lui, sapevo che non stava bene ma la notizia della sua morte mi coglie di sorpresa, e fa star male».

Morto Giampiero Galeazzi, la memorabile telecronaca dell'oro a Seul dei fratelli Abbagnale

Romano, classe 1946, laureato in economia, prima di diventare telecronista si dedica al canottaggio. Nel 1967 è campione italiano in singolo. La sua statura imponente gli valse il soprannome di “bisteccone”.
Lui stesso ha raccontato la genesi di questo appellativo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport nel 2019: «Era il 1970. Un giorno dovevo andare a giocare un doppio di tennis con Renato Venturini, che lavorava alla radio. Andai a prenderlo nella sede di via del Babuino e mi presentò ai colleghi dello sport. Ero alto e massiccio, così Gilberto Evangelisti se ne uscì con la frase: Renà, ma chi è sto Bisteccone?».
La carriera
Galeazzi entra in Rai, prima alla radio e poi in televisione. Partecipa alla Domenica Sportiva e poi a Mercoledì Sport. Negli Anni Ottanta fu anche inviato per gli incontri più importanti della Serie A. Dal ‘92 al ‘99 ha condotto Novantesimo minuto e partecipato alla conduzione del festival di Sanremo con Pippo Baudo. era il 1996. Fu anche inviato Rai per l'incontro di Reykjavik fra Gorbaciov e Reagan.
L’ultima sua apparizione televisiva risale a tre anni fa a Domenica In.

Morto Giampiero Galeazzi, l'indimenticabile intervista a Banfi-Canà nel cult "L'allenatore nel pallone"


Panatta: «Eravamo molto amici»
«Ogni tanto gli facevo qualche scherzo, si avventurava in una disquisizione tecnica. Io allora gli facevo no con la testa apposta», racconta ridendo Adriano Panatta, ex tennista, considerato tra i migliori giocatori di sempre. «Lui, bravissimo, cambiava subito versione. Io poi gli dicevo che scherzavo. Era molto divertente questa cosa».Un solido rapporto professionale e di amicizia lega il campione a Galeazzi: «Ricordo che faceva le telecronache quando io ancora giocavo. Quando abbiamo iniziato a farle insieme forse erano meno tecniche e schematiche di quelle di oggi, sicuramente molto più umane, come lo era lui. Mi dispiace tantissimo, sapevo che non stava bene. Eravamo molto amici con Giampiero. Con lui ho solamente bei ricordi, tanto allegri, divertenti. Era un professionista pazzesco, veniva a fare le telecronache preparatissimo, sapeva tutto»

L'ondata di affetto sui social per Giampiero Galeazzi


«Sono senza parole, abbiamo condiviso degli anni sul palcoscenico dello sport», racconta Giuseppe Abbagnale, presidente della Federcanottaggio e protagonista e medaglia d’oro ai Giochi di Seul ‘88, insieme al fratello Carmine. Una vittoria, com’è ovvio, raccontata in diretta da Galeazzi: «Siamo stati con la figlia pochi giorni fa, avevamo parlato di lui, mi aveva lasciato molto felice il fatto che si stava riprendendo, invece arriva questa notizia. Se ne va la voce storica del canottaggio, nonché un amico, un personaggio preparato e coinvolgente. Questa notizia mi ha lasciato veramente sconcertato, mi mancano le parole». 
Quando diede il microfono a Maradona
«Un amico lontano. Ho avuto la fortuna di essere accanto a lui nei momenti più importanti della sua e della mia carriera in Rai. Un uomo di calcio, il migliore, il più forte di sempre. Eravamo amici, andavamo spesso a mangiare la pizza a Napoli nei migliori ristoranti, a Mergellina. Spesso mi faceva il verso e ogni tanto mi diceva che ca... hai detto l'altra volta in trasmissione, Giampiero». Galeazzi parlava così di Maradona, ricordandolo a novembre 2020, mese della morte del goleador argentino.

Morto Giampiero Galeazzi, quando diede il microfono a Maradona nello spogliatoio del Napoli


Celebre la sua telecronaca per la vittoria dello scudetto del Napoli:  «Non potrò mai scordare – disse Galeazzi – negli spogliatoi del Napoli, il giorno del primo scudetto del club nel 1987. Ebbi l'intuizione di dare il microfono a Maradona. Si trasformò in uno show, con Diego che iniziò a intervistare tutti i suoi compagni».
Sui social il cordoglio dei colleghi: «Quante risate con Giampiero» scrive Clemente Mimun, direttore del Tg5. «Vincenzo (Mollica, ndr.) mi ha raccontato quando un flic tento' inutilmente di bloccare bisteccone (che non trovava il pass) al Roland Garros».

Anche Valentina Vezzali, campionessa di scherma e sottosegretaria alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, saluta il cronista: «Ciao Giampiero! Grazie per aver vissuto lo sport da atleta prima e da giornalista poi. Alla tua voce, carica di entusiasmo e passione, sono legati i ricordi di tante emozioni azzurre. Sono certa che stasera anche lo Stadio Olimpico saprà ricordarti per come meriti»

L’addio della Lazio
«La fede laziale di Giampiero era nota a tutti, ma mai è stata fuori dalle righe. In una recente intervista alla Rai, stanco ma mai arreso alla malattia, disse una frase semplice e straordinaria: «Sotto lo stesso cielo, sotto la stessa bandiera. Forza Lazio. In quel cielo adesso brilla una stella in più». Cosi il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ricorda il cronista sportivo. Della sua fede calcistica biancoceleste non ha mai fatto mistero. «La Società Sportiva Lazio, con tutti i suoi atleti e tifosi, piange la scomparsa di Giampiero Galeazzi. Una figura legata indissolubilmente allo sport italiano: prima da atleta vittorioso, poi da commentatore passionale e da giornalista acuto e competente.

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