Lo sguardo fisso e perso nel vuoto è quasi spettrale. La bocca semi aperta. Il volto pallido, retto da spalle che faticano a mantenersi. Mentre le parole s’inceppano, quasi impossibilitate a manifestarsi in un discorso che abbia senso.

Le immagini del Presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, alla visita del Primo ministro francese Manuel Valls, sono state così drammatiche e scioccanti che nel giro di poche ore hanno fatto il giro del web, creando scompiglio e indignazione non solo negli algerini.

Da una parte le immagini twittate da Valls sono state interpretate come una umiliazione e una presa in giro, dall’altra hanno riacceso i riflettori su una realtà poco rassicurante e tenuta fino ad oggi troppo in ombra. Perché la verità è che dopo Bouteflika, con quattro mandati alle spalle, c’è il vuoto.

Da domenica il dibattito sulla salute del Presidente algerino non è più un tabù. Ormai è sdoganato tra l’opinione pubblica che si sfoga sui social network e sui media.

Non c’è quotidiano che non dia una sua opinione o analizzi l’immagine che fotografa un dramma vero: un capo dello Stato malato ma ancora ostinatamente al potere. Perché il suo stato di salute è una questione politica di estrema sensibilità. Massima segretezza dunque sulla natura delle cure ricevute, dell’identità dei suoi medici oltre ai luoghi dove viene assistito. Ma dopo gli ultimi fotogrammi, la domanda si fa sempre più persistente: come può un Presidente così malato eseguire pienamente i suoi poteri e le sue funzioni garantendo un corretto funzionamento dello Stato?

Le voci su Bouteflika ormai ostaggio del suo stesso entourage nella impenetrabile casa di cura di Zeralda, trasformata in sede presidenziale, non si fanno da oggi ma già da qualche anno. E dagli stessi suoi vecchi amici come Khalida Toumi, ex ministro della cultura, il senatore Zohra Drif o, ancora, Louisa Hannoune che ha dichiarato senza mezzi termini «quando ho visto il Presidente nel 2014, ho scoperto che non era a conoscenza di molte cose».

Il video ormai è virale. Bensedira AlSaid fa un appello che gira su Facebook e che in sintesi chiede: guardate il video e ditemi perché come algerini dobbiamo meritare e accettare di farci governare di un presidente in questo stato?

La giornalista di punta di Al Jazeera, Khadija Benguenna, di origine algerine, riprende l’articolo 88 della costituzione algerina: «Quando il Presidente della Repubblica, a causa di malattia grave e duratura, è totalmente incapace di svolgere le sue funzioni, il Consiglio costituzionale si riunisce per legge, e dopo aver verificato la realtà dell’impedimento da tutti i mezzi appropriati, propone, all’unanimità, al Parlamento di dichiarare lo stato di impedimento...».

Insomma, la soluzione c’è ma il problema vero è il vuoto assordante del dopo Bouteflika a far paura. Intanto le sue immagini almeno hanno svegliato dal torpore e sul quotidiano algerino El Watan iniziano a fare le giuste domande: chi detiene il potere reale? Chi decide? Chi governa in Algeria?