ROMA
Santoro fa boom di ascolti con la nuova puntata sul terremoto, che avrebbe dovuto «riparare» i danni della precedente, quella che aveva fatto infuriare Fini e Berlusconi. Nemmeno questa è piaciuta al centrodestra, e finirà con l’altra sul tavolo del cda di mercoledì prossimo. Il consiglio nello stesso giorno o, più probabilmente, la settimana successiva procederà alle nomine delle direzioni di tg e reti, dopo che ieri un vertice di maggioranza a palazzo Grazioli ha trovato la quadra, riempiendo, pur con qualche residua incertezza, le varie caselle. Con grande scandalo di PD, Idv e sinistra radicale. Cinque milioni e 277 mila telespettatori, oltre il 20% di share, hanno dunque seguito l’Annozero senza Vauro (battendo anche lo speciale di Amici di Maria De Filippi), ma con le sue vignette e con Sabina Guzzanti in toga che mimava il processo al disegnatore sospeso. «E’ stata una buona puntata, il pubblico ha risposto» si compiace Santoro.

Il centrodestra questa volta non infierisce, dando forse ragione al repubblicano Nucara che quel successo se lo aspettava, «dopo la volata che gli hanno tirato dalla maggioranza con tutte quelle polemiche». «Non possiamo parlare sempre di Santoro, non l’ho visto e non me ne frega niente» osserva Maurizio Gasparri. E il portavoce del premier Paolo Bonaiuti ironizza, «preoccupato per Santoro, che si esalta», e gli ricorda la favola della rana che scoppiò a forza di gonfiarsi per voler somigliare al bue. «L’importante è che scoppi da solo» gli risponde il giornalista. I consiglieri Rai in quota Pdl però non hanno gradito, in particolare i toni irridenti verso l’azienda. «Inaccettabile», secondo Antonio Verro, mentre Alessio Gorla giudica la puntata «vergognosa e offensiva, altro che riparatrice», e invoca provvedimenti. Ma la consigliera in quota Lega Giovanna Bianchi Clerici invita a prendere decisioni «con prudenza e buon senso, valutando gli aspetti giuridici». Del resto, se dal Pdl in tanti da giorni invitano a non fare di Santoro un martire, il leghista Davide Caparini e Niccolò Ghedini, molto vicino al premier, hanno addirittura criticato la decisione dei vertici Rai di sospendere cautelativamente Vauro.

«Un passo falso e controproducente», segnala dall’Udc Roberto Rao, d’accordo con loro. Punti di vista che sembrano venire incontro al dg Masi che finora ha proceduto di conserva col presidente Garimberti. Il quale oggi è sollecitato a «opporsi a tentativi autoritari» da un PD sul piede di guerra. Probabile invece che le nomine vengano rinviate. Per non mettere troppa carne al fuoco e per prendere distanza dal vertice di ieri così irrituale. E sfacciato, secondo il PD che denuncia la caduta del «diaframma formale», quel velo pudico che induceva il premier ad uscire dalla stanza quando si parlava di tv. «Siamo all’esibizionismo del conflitto di interessi», osserva Paolo Gentiloni. Da Mediaset tornerebbe per la seconda volta a dirigere il Tg1 Clemente Mimun, oggi direttore del Tg5 (dove andrebbe Belpietro). Ma secondo alcune voci in lizza per il Tg1 ci sarebbe ancora anche il direttore del Messaggero Roberto Napoletano. Così al Tg2, al posto del finiano Mauro Mazza, che passerebbe a dirigere Rai Uno, potrebbe andare Mario Orfeo, direttore del Mattino, sponsorizzato dalla «cordata napoletana» (Carfagna & Bocchino), ma in corsa resta anche l’editorialista de La Stampa Augusto Minzolini dato, in alternativa, al vertice di Panorama. A RaiDue andrebbero due attuali inviate al seguito di Berlusconi: Susanna Petruni come direttore e Ida Colucci come vice. Mentre Antonio Preziosi, che al Gr ha lo stesso ruolo, ne diventerebbe direttore, con Bruno Socillo (An) a capo della Divisione radiofonica. Da Mediaset approderebbe ai tg regionali Piero Vigorelli con la leghista Simonetta Faverio al Televideo. Ma Bossi conterebbe su Antonio Marano vicedirettore generale, accanto a Lorenza Lei in quota Pdl e a Giancarlo Leone, che manterrebbe la carica di vice ma con la delega al digitale terrestre. Carlo Rossella trasborderà dalla Medusa (gruppo Finivest) a Rai Fiction. All’opposizione rimane la terza rete, con Caprarica al Tg3 (dato più probabile della Berlinguer) e Ruffini che resta a Rai Tre.

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