La Bellanotte si trova proprio ai piedi di un ”ronco”, una collina molto scoscesa che protegge dal freddo vento del nord i terreni di questa tenuta che Zaccaria Baselli von Süssenberg aveva venduto il 22 aprile 1695 alla contessa Regina Elisabetta von Strassoldo. La villa Baselli, indicata sulle antiche mappe catastali appunto come “la casa dei ronchi”, è stata però soprannominata coram populo “La Bella Notte” dopo che in una notte di gioco e di scommesse della fine dell’800 un suo proprietario si era dapprima completamente rovinato perdendola insieme con tutto ciò che aveva e poi era riuscito a ribaltare fortunosamente la sorte fino addirittura ad arricchirsi così tanto da riuscire a rinnovarla con tutti gli edifici e i terreni.
In tre secoli di storia la villa è passata di generazione in generazione finché, ormai dismessa, nel 1982 è passata nelle mani della signora massese Giuliana Guadagni e del marito, il cavaliere Pier Paolo Benassi, che si occupavano già di una grande azienda di costruzioni e carpenterie metalliche a Montignoso. Dopo tre ani di importanti lavori di ristrutturazione della fattoria, nel 1985 è stata ripresa la produzione e vendita di vini sfusi, nel 1987 anche il primo imbottigliamento, poi anche altri imbottigliamenti, ma solo su prenotazione. Nel 2000, però, quand’era venuto a mancare l’amico friulano Luciano Visintin che, insieme ai nuovi proprietari, si era interamente ingaggiato nella conduzione, ne è seguita una crisi così profonda da indurre i proprietari, tornati in Toscana, a pensare di doverla cedere.
In alto a sinistra Paolo Benassi
È stato il loro primo figlio Paolo Benassi, poco più che venticinquenne, grande appassionato del vino e del mondo che lo circonda, ad addossarsi allora il compito di provare subito a rimettere insieme quella bella realtà che rischiava di perdersi per sempre, iniziando con l’aiuto dello studio “VinoVigna” e dell’enologo Claudio Gori, ma dal 2010 anche del giovane cantiniere Francesco Mreule. I vigneti si trovano di qua e di là del confine tra le Doc Friuli Isonzo e Collio, la prima con terreni principalmente calcarei, fortemente decalcificati, ma non completamente permeabili e caratterizzati dalla presenza di ghiaie profonde rosse e la seconda con la ”ponca” di marna e arenaria. Terreni molto diversi da cui risultano vini dalle caratteristiche molto diverse. Una terra dura da lavorare, ma anche generosa perché i vini sanno trasmettere tutta la rigogliosità dei terreni dai quali provengono proprio grazie al grande lavoro svolto da parte dell’uomo nei 18 ettari vitati da cui si ricavano circa 100.000 bottiglie. Gran parte dei vigneti sono di proprietà, ma alcuni sono in affitto e inoltre si acquistano uve da conferitori di fiducia ormai storici con cui si collabora direttamente sul campo. In vigna si inizia con la tiratura a tralcio unico e si introduce la potatura verde, che in zona è considerata come una “bestemmia” da chi lavora la terra da sempre per estrarne il massimo, ma non da chi preferisce fare qualità con una resa massima di un chilo d’uva per ceppo. In vendemmia si fa la raccolta manuale in cassetta e in cantina si usano attrezzature, impianti e macchinari di nuova concezione, applicando un controllo meticoloso dell’igiene, della pulizia delle vasche e della cantina oltre a una serie di controlli e di analisi sui mosti e sui vini. L’azienda è strutturata su base famigliare ed è Paolo che gestisce in opera le decisioni più importanti, quelle che comunque sono prese insieme con mamma Giuliana e in famiglia, dove c’è un bel fermento. A occuparsi del settore commerciale è la signora Cristina Visintin, figlia di Luciano.
Friuli Pinot Grigio Armonico 2019 Proviene dalle uve di viti di pinot grigio con un’età media di circa 20 anni allevate su terreno calcareo con presenza di ghiaia e che danno una resa di circa 100 quintali per ettaro. È vinificato secondo il gusto moderno in acciaio inox a temperatura controllata dove sosta per 5 mesi prima di affinarsi in vetro per altri 5 o 6. Tenore alcolico del 13%. Il colore è giallo luminoso con riflessi verdolini. All’attacco i profumi di erba fresca dopo un temporale e di fiori bianchi (gelsomino e giglio) che introducono un bouquet fruttato maturo di pesca gialla, susina e albicocca. In bocca è fresco e rinfrescante, il fruttato giallo diventa succoso e si arricchisce di uno schizzo di scorza d’agrumi che emerge da un fondo sapido, salmastro, piacevolmente iodato. È un vino asciutto e leggero, armonico come dice il nome, con un finale delicato di mandorla fresca. Va servito freddo, tra 10 e 12 °C.
Conte Lucio Pinot Grigio Ramato 2015 Anche questo vino proviene dalle uve di viti di pinot grigio allevate su terreno calcareo con presenza di ghiaia, ma con un’età media di circa 60 anni e una resa di circa 80 quintali per ettaro. A differenza del precedente non è bianco, ma ramato, vinificato secondo il gusto ancora diffuso qui e in altre zone di tradizione enologica asburgica. Per rafforzare questa personalità si è scelto il riferimento al conte Lucio, lo sciupafemmine uxoricida decapitato nel 1723 il cui fantasma si dice che facesse imbizzarrire ancora per anni i cavalli che passavano per questa stradina (dove aveva resistito con le armi all’arresto per due giorni e tre notti), almeno finché gli Strassoldo non finirono di edificare qui una chiesetta per dargli un posto dove pacificarsi. La vinificazione avviene in acciaio inox a temperatura controllata, quindi metà del vino rimane in acciaio e l’altra metà va a maturare in barriques di secondo e terzo passaggio per i successivi 5 o 6 mesi. Dopo l’assemblaggio e un breve periodo di stabilizzazione viene imbottigliato e affinato in vetro per altri 12 mesi. Tenore alcolico del 13%. Ramato come un tè, ma brillante con i suoi riflessi del colore della tunica di cipolla rossa di Cavasso Nuovo, all’attacco profuma di legno laccato di fresco, pompelmo rosa e geranio. Il bouquet è penetrante, con aromi di arancia amara, spezie dolci e Cointreau. In bocca si gusta il sapore della frutta secca con una nota tannica e un non so che di caramello. Il finale è lungo, asciutto e amarognolo. Va servito fresco, sui 14 °C.
Collio Pinot Grigio 2019 Anche questo vino proviene dalle uve di viti di pinot grigio, ma da quelle allevate sul terreno calcareo e di sfaldamento pietroso del Collio che hanno un’età media di circa 40 anni e una resa di circa 80 quintali per ettaro. È vinificato secondo il gusto moderno in acciaio inox a temperatura controllata dove sosta per 5 mesi prima di affinarsi in vetro per altri 5 o 6. Tenore alcolico del 14%. Il colore è giallo dorato chiaro luminoso. All’attacco i profumi di fiori di pesco e tiglio che introducono un bouquet delicato di aromi di fieno, mela verde, nespola matura e pesca gialla tra sfumature di miele millefiori. In bocca è grasso, fresco, conferma gli aromi e li accarezza con sfumature di fiori di sambuco nero e note agrumate di fondo. Un vino corposo, sapido, con una piacevole acidità e un finale mandorlato al gheriglio di noce di buona persistenza. Va servito freddo, tra 10 e 12 °C.
Friuli Malvasia 2017 Questo vino esce sul mercato di solito un anno dopo gli altri vini bianchi, in quanto ha bisogno di un maggiore affinamento in bottiglia per poter esprimere al meglio le proprie caratteristiche. Proviene dalle uve di viti di malvasia istriana allevate sul terreno calcareo con presenza di ghiaia che hanno un’età media di circa 60 anni e una resa di circa 80 quintali per ettaro. È vinificato in vasche di cemento dove rimane in macerazione con le bucce per lungo tempo, fermenta con lieviti naturali e poi matura in barriques. Tenore alcolico del 13%. Di colore giallo dorato brillante, attacca con profumi di ginestra e giacinto, fieno e fiori secchi che introducono un bouquet di aromi freschi di frutta matura come la susina mirabella e la mela cotogna tra sfumature di legno, foglie secche e timo. In bocca è fresco, sapido, asciutto su toni fruttati. Il finale è asciutto e lungo con note agrumate e di erbe aromatiche. Va servito freddo, tra 10 e 12 °C.
Friuli Isonzo Traminer Aromatico 2019 A differenza che in Alto Adige, su questi terreni bassi (da 50 a 100 metri s.l.m.) principalmente calcarei, fortemente decalcificati, ma non completamente permeabili e caratterizzati dalla presenza di ghiaie profonde rosse, il vitigno traminer aromatico esprime vini diversi, più leggeri e più adatti ai frutti di mare e ai crostacei. Le uve di questo vino provengono da viti piuttosto giovani, di età media di circa 15 anni, con una resa di circa 90 quintali per ettaro. È vinificato in acciaio inox a temperatura controllata dove sosta per 5 mesi prima di affinarsi in vetro per altri 5 o 6. Tenore alcolico del 13%. Di colore giallo paglierino, all’attacco i profumi di cedro, bergamotto ed erbe aromatiche che introducono un bouquet ricco di aromi floreali (rosa e gelsomino), fruttati (ananas, maracuja) e speziati (anice stellato) su fondo di pietra focaia. Il finale è persistente e piacevolmente amarognolo. A mio parere si affinerà molto bene con il passare del tempo.
Friuli Isonzo Sauvignon L’Umberto 2019 Paolo Benassi ha dedicato questo vino al nonno Umberto che gli ha trasmesso il profumo della terra. In effetti è uno dei pochi Sauvignon al mondo che mi riconcilia con questo vitigno focoso, troppo spesso non domato a dovere e lasciato piuttosto imbizzarrire sui toni penetranti di foglia di peperone quando non su quelli pungenti della pirazina. Proviene dalle uve di viti di età media di circa 30 anni allevate su terreno calcareo con presenza di ghiaia a una resa di circa 80 quintali per ettaro. È vinificato in acciaio inox a temperatura controllata dove sosta per 5 mesi prima di affinarsi in vetro per altri 5 o 6. Tenore alcolico del 13,5%. Di colore giallo paglierino brillante, attacca con i profumi della buccia di pesca e della foglia di pomodoro, ma delicati, che introducono un bouquet alla susina gialla e alla nettarina. In bocca il fruttato è succoso, si gustano la pesca e l’arancia tra sfumature di salvia. È un vino rinfrescante, sapido, che ricorda le brezze di mare con un bel finale al nocciolo di pesca. Strizza l’occhiolino come pochi a fasolari, noci di mare, vongole veraci, patelle, telline e cozze, meglio se gustati semplicemente alla marinara.
Mario Crosta
Soc. Agr. La Bellanotte di Benassi Paolo & C Strada della Bellanotte 3, 34072 Farra d’Isonzo (GO) coord. GPS: Lat. 45.906478 N, Long. 13.534052 E Tel. 0481.888020, Fax 0481.888020 sito www.labellanotte.it e-mail info@labellanotte.it p.benassi@labellanotte.it
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del settore gomma-plastica in Italia e in alcuni cantieri di costruzione d’impianti nel settore energetico in Polonia, dove ha promosso la cultura del vino attraverso alcune riviste specialistiche polacche come Rynki Alkoholowe e alcuni portali specializzati come collegiumvini.pl, vinisfera.pl, winnica.golesz.pl, podkarpackiewinnice.pl e altri. Ha collaborato ad alcune riviste web enogastronomiche come enotime.it, winereport.com, acquabuona.it, nonché per alcuni blog. Un fico d'India dal caratteraccio spinoso e dal cuore dolce, ma enostrippato come pochi.
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Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
Bolognese dentro, grafico di giorno e rapito dal mondo enologico la sera. Per un periodo la sera l'ha condivisa con un'altra passione viscerale (...)
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