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PRIORE, UN PRESIDENTE BUONO PER I SOCIAL

Appennino lucano, problema cinghiali: Rubino chiede interventi e il miracolato pentastellato ironizza con un post

Giuseppe Priore, presidente del Parco dell’Appennino Lucano fa la sua ennesima provocazione a mezzo facebook. Sul suo profilo pubblica la foto di uno scoiattolo morto sulla strada e scrive: «Troppi scoiattoli sulle nostre strade. Credo sia necessario scrivere a qualcuno». Non sfuggirà alle persone più attente che questo post è una chiara polemica contro il presidente della Comunità del Parco e sindaco di Moliterno Antonio Rubino che, nei giorni scorsi, aveva man- dato una missiva alla Regione Basilicata e al Ministero dell’Ambiente per denunciare i gravi effetti che l’assenza di misure di contrasto alla proliferazione di cinghiali sta producendo sul territorio e sull’economia della Valle dell’Agri.

UN’IRONIA FUORI LUOGO

È decisamente un’ironia fuori luogo quella di Giuseppe Priore. Fuori luogo nel contenuto perché non si rende conto dei disastri che sta combinando la peste suina e l’eccesso di cinghiali sulle attività agricole della Regione ed in particolar modo del Parco dell’Appennino Lucano. Fuori luogo da un punto di vista istituzionale per- ché colpisce con uno schiaffo in pieno volto le legittime rimostranze del presidente della Comunità del Parco che, a differenza sua che è il risultato di un bizzarro e ano- malo processo di nomina, è stato eletto prima come sindaco del proprio Comune, poi come rappresentante di un’intera comunità di Sindaci del territorio. Un atteggiamento, quello di Priore, che non rappresenta in nessun modo il ruolo e la funzione istituzionale che il presidente di un Parco Nazionale dovrebbe avere. Una scelta comunicativa che si unisce alle battute di dubbio gusto su Salvini a quelle a sfondo sessista sulle profughe e a tante altre uscite di cattivissimo gusto, espressione di un approccio non proprio istituzionale e corretto come, invece, dovrebbe avere quello che è, a tutti gli effetti, un rappresentante del Governo della Repubblica Italiana.

IL PARCO NON È LA GIUNGLA

Il Parco dell’Appennino Lucano, da quando è gestito da Priore, si caratterizza per un totale immobilismo, per un’assoluta mancanza di visione strategica, per una integrale mancanza di progettazione. Il Piano per il contenimento della fauna selvatica, il “Piano cinghiali” non è mai stato attivato e addirittura il presidente Priore ritiene in modo assolutamente irrazionale e con assoluto distacco rispetto alla realtà e alle sofferenze dell’economia del territorio, che il numero dei cinghiali sia più che proporzionato al territorio. Un Parco Nazionale, però, non è una Giungla. Il Parco è un posto dove la salvaguardia dell’ecosistema deve coesistere con il rispetto delle attività umane, soprattutto se questo Parco opera su un territorio antropizzato, costituito da tantissimi Comuni e che occupa un territorio vastissimo che va da Tito a Lagonegro.

SPERIAMO CHE SIA L’ULTIMA

La Regione Basilicata, con la nomina dei presidenti dei Parchi del Vulture e delle Chiese Rupe- stri ha avviato il processo di cambiamento delle governance dei Parchi Regionali, ha iniziato ad immaginare un percorso virtuoso che trasformi l’esistenza di un Parco non soltanto in una serie di vincoli ma anche in una seria opportunità per il territorio. I Parchi Regionali hanno avviato i piani di contenimento dei cinghiali riuscendo anche a costruire un’economia sulla trasformazione della carne con l’istituzione di una filiera della carne. Soltanto il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, invece di occuparsi del problema, ha un Presidente che ci ride su, offende la Comunità del Parco e i Sindaci eletti dai cittadini e gioca con i social come un ragazzino. La nostra speranza è che questa sia la goccia che fa traboccare il vaso. La nostra speranza è che il Governo Meloni capisca che non può essere rappresentato nella gestione di un Parco Nazionale da un uomo che, invece di risolvere ed affrontare i problemi ascoltando la richiesta di aiuto che arri- va dalle comunità locali e dai loro rappresentanti legittimamente eletti, preferisce ironizzare e ridicolizzare gli eletti del Po- polo. La nostra speranza è che questa sia la sua ultima uscita fuori luogo. La Regione Basilicata merita decisamente una gestione migliore e più dignitosa dei Parchi Nazionali.

Di Massimo Dellapenna

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