1Libroin5W.: Seby Leonardi, “L’altra realtà”, Acar edizoni.

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Chi?

È un libro articolato in più racconti. Nel primo racconto, “Il libro misterioso”, i protagonisti sono Simone, Marco e Riccardo, tre adolescenti catanesi; nel secondo, “L’orfana”, la protagonista è una bambina di nome Aurora con strani poteri; nel terzo racconto, “Sogni”, i protagonisti sono due adolescenti di nome Giulia e Alessandro; nel quarto, “Ora o mai più”, il protagonista è Dario, uno scrittore e giornalista fallito e squattrinato

Cosa?

Anche se è un libro Fantasy, tratta temi e problematiche di gente normale, della porta accanto, ragazzi con tanta voglia di crescere e di essere indipendenti, ma pieni di dubbi e paure per il futuro, adulti che si accorgono di non essere riusciti a realizzare i propri sogni, che cadono nella depressione e nell’alienazione, personaggi verosimili che si rendono conto di non avere la vita che hanno sempre desiderato, vivendo all’ombra di una società che ha costruito in modo pirandelliano il loro stesso presente, non permettendogli di essere ciò che sono veramente.

Quando?

Il libro si sviluppa in 4 racconti, tutti indipendenti, ma allo stesso tempo legati da un unico filone. Ho avuto l’idea di scrivere questi racconti, creando il primo per un ragazzo a cui impartivo lezioni private, che doveva presentarlo a scuola. Al tempo stavo ancora ultimando il mio primo libro, “Una seconda possibilità”, ma mi è subentrato improvvisamente il desiderio di scrivere dei racconti, partendo proprio dal primo; avevo delle idee che frullavano in testa, ma devo confessare che i 4 racconti si sono scritti da soli; rileggendoli, una volta finiti, mi sono accorto che erano tutti collegati, anche se le storie sono tutte diverse, solo il primo e l’ultimo racconto hanno lo stesso personaggio. La cosa davvero strana è stata che il primo racconto l’ho scritto in meno di mezz’ora, senza nemmeno pensarlo e l’ho consegnato al ragazzo che seguivo. Poi l’ho riletto e mi sono accorto che non era male, gli ho dato una sistemata e da quel momento tutto è venuto da sé ed è nato “L’altra realtà”. Quando mi metto al computer per scrivere io non penso, scrivo! Un consiglio che do a tutti, ragazzi e non, scrivete, non pensate a cosa, scrivete tutto ciò che vi capita per la testa, qualsiasi cosa, buttate giù le vostre idee, impressioni, sentimenti, paure, non pensate al “perché”, ma al “come”, non vi fate domande, non cercate risposte, scrivete e vi accorgerete chi siete!

Dove?

L’idea di scrivere Fantasy è nata dalla mia passione per la lettura, in modo particolare per i libri di Stephen King, per il suo stile, per le sue tecniche di scrittura, che utilizzo molto anch’io, per la tipologia delle sue storie, basate su fatti fantastici e surreali, ma ambientati in un mondo di gente comune, di tutti i giorni. Ma non solo King, anche Zafòn, Clarke, Asimov, Hawking, Verne, Pirandello, Verga, Shakespeare, Platone, Kierkegaard, Nietzsche, Freud, potrei continuare, ma non importa ciò che leggo io, importa che si legga; quello che dico sempre è di leggere, qualsiasi cosa, basta che si legga, perché la lettura aiuta a pensare e riflettere, apre il cervello e ci rende liberi. Citando Nelson Mandela: “Solo un popolo civile ed istruito è un popolo veramente libero”.

Perché?

Come dicevo prima, non c’è un vero e proprio “perché” quando scrivo, più che altro scrivo per me stesso, per capire meglio chi sono e cosa voglio, ma posso consigliare spassionatamente di provare a leggerlo, potreste accorgervi anche voi in questi 4 racconti di come la nostra esistenza sia offuscata dalla paura di non riuscire mai a realizzare i nostri desideri, rimanendo vittime di noi stessi, continuando a vivere una realtà che non è la nostra, ma che gli “altri” ci hanno costruito, arrivando la punto di non riuscire più a distinguere la differenza fra i nostri sogni e la cruda realtà. Non voglio peccare di presunzione e superbia, ma spero che questo libro possa svegliarci da un continuo stato di dormiveglia, aiutarci a capire chi siamo, dove andiamo, cosa vogliamo, smettere di vivere il sogno di un altro (come in “Sogni”), ma iniziare a realizzare i nostri sogni, i nostri desideri; come diceva Nietzsche, solo se vogliamo, possiamo diventare uomini nuovi! Bene, iniziamo da qui…!

Scelti per voi

Le luci sul lungomare di Ognina, il mare che rifletteva la luce della luna, la costa di Catania, da una parte e dall’altra, illuminata da centinaia di fari gialli ed arancioni, come se fosse un enorme Presepe estivo, davanti a me, le lontane ed impercettibili luci della Calabria. L’aria fresca mi entrò nei polmoni, la respirai profondamente e a metà respiro udii la sua voce, come se uscisse direttamente dalla mia mente: «Bellissimo, non trovi?»

Era accanto a me con un bicchiere di spumante in mano, mentre guardava l’orizzonte davanti a noi, come se cercasse in quel mare, in quel cielo, delle risposte mai udite a delle domande mai espresse, ma pur sempre esistenti e martellanti. Rimasi a guardarla mentre cercava nel vuoto, seria, con una strana espressione sconsolata sul viso; la luce tenue rendeva i suoi contorni aurei e i suoi capelli biondi sembravano accendersi come lucenti fili di paglia al sole. I suoi lineamenti erano perfetti: i lineamenti della sua fronte, delle sue labbra, del suo mento, del suo collo, del suo corpo. In quel momento avrei voluto stringerla a me e, baciandola, dirle… ma rimasi lì, fermo, a guardarla, rispondendo come un demente:

«Sì, certo!» Bevve un sorso di spumante e poi mi passò il bicchiere:

«Puoi finirlo tu … se vuoi.» Così bevvi dal suo bicchiere. Poggiai le braccia alla ringhiera. La gente era lontana da noi anche se a pochi passi. Lei apparve assente, lo sguardo vuoto verso il mare. Ci perdemmo per un istante. D’improvviso un lampo a ciel sereno ed iniziai:

«Non mi hai telefonato … poi!»

«Nemmeno tu»

«Beh, aspettavo…»

«Cosa?» un barlume di sorriso le si disegnava fra le labbra.

«Aspettavo … il momento giusto.»

«Ah sì? E quale sarebbe il momento giusto?»

«Per me? Il momento giusto non sai mai quale sia: fra una settimana, fra un mese, un anno, ieri, oggi…»

«O anche mai!»

Un’altra pausa, poi continuò: «Il momento giusto ha a che fare con la casualità, l’istinto. Il momento giusto, lo cogli nell’attimo in cui si presenta e dura un momento, appunto, un attimo … puff. Devi starci attento a non perderlo di vista, perché non sai se ti si ripresenterà davanti agli occhi.» La osservai, ascoltandola attentamente, mentre mi diceva quelle parole, poi si voltò verso di me sorridendomi: «Bene, io adesso devo andare. Sono stanca. Ci si vede … forse!»  (da “L’orfana”)

I ragazzi hanno la capacità di rendere tutto enormemente meraviglioso, pensando che il loro domani sia in un singolo momento, che vivono con estrema intensità; forse è proprio per questo che riescono ad amare sinceramente e semplicemente, sentendo le famose farfalle allo stomaco, che, purtroppo, il giorno in cui voleranno

via non torneranno più. (da “Sogni”)

Chissà perché ogni volta che la tua vita sembra si stia sistemando accade l’impensabile, le varie ed eventuali che non avevi preso minimamente in considerazione, o forse non avevi voluto prendere in considerazione, magari per non

continuare a vivere nell’incertezza, per importi di vedere uno spiraglio nel tuo futuro, per non guardarti sempre in dietro pensando che, forse, sarebbe andata meglio se avessi fatto così o in un altro modo, per non pensare sempre e costantemente che non ci sia una benché minima speranza nella tua vita. E poi accade: tutto crolla, il mondo che avevi faticosamente costruito crolla, il tuo futuro crolla, il tuo presente ritorna ad essere inutile ed il tuo passato continua a dirti che sei un fallito. Non ti rimane altro che passeggiare per le strade affollate della tua città, che ti sembra di non conoscere, di non aver mai visto, come se non ci fossi nato e cresciuto, in mezzo al frastuono delle auto, ai clacson, ai fischi dei vigili urbani, alle grida della gente indaffarata ad andare a lavoro, perennemente in ritardo, o a girare per negozi senza capire se voglia davvero comprare o solo far vedere che

stia facendo shopping, come fosse una moda. Tutto ti sembra così assurdo e straniero che non sei più nemmeno certo di vivere in quella città, in quel quartiere, o forse non ci hai mai voluto vivere; ti senti scaraventato a forza in un mondo che non vuoi, che non accetti e che non ti accetta. E pensi: «Ma cosa cazzo vuole da me questo stramaledettissimo mondo?» Poi ti accorgi che la vera domanda è: «Cosa cazzo voglio io da questo stramaledettissimo mondo?» Cominci a pensare che forse è meglio non pensare, farsi scivolare tutto addosso, fregarsene totalmente, ma a quel punto non sei più tu, non sei più nessuno, sei solo l’immagine di ciò che potresti essere e quest’immagine inizia a non piacerti, perché non la senti tua, perché non ti senti tu; sei come un’anima solitaria che vaga nel bel mezzo del nulla, cercando qualcosa, però senza sapere cosa. Poi, un bel giorno, capita l’occasione della tua vita, che rischi di non vedere, perché sei ormai troppo preso dai tuoi fallimenti e la nebbia davanti ai tuoi occhi si fa sempre più fitta. Ma se, per puro caso, tu riuscissi a vederla, cominceresti a chiederti se veramente ne valga la pena, se ormai sia troppo tardi per cercare di fare qualcosa di buono per te, se forse sia meglio continuare a vivere nel silenzio e nell’anonimato, invece che intraprendere una strada che non conosci e che ti spaventa, perché la vera paura dipende proprio da ciò che non si conosce, che si ignora, non tanto come è, ma come sarà. Pensieri del genere passano per la mente di tante persone centinaia di volte nella vita, ma rimangono solo pensieri; si continua a vivere per forza d’inerzia e non si fa nulla per cambiare le cose, perché cambiare significa mettersi in gioco e mettersi in gioco significa rischiare di sbagliare e rischiare di sbagliare significa non poter tornare più indietro. (da “Ora o mai più”)

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Seby Leonardi nasce il 6 ottobre del 1974, vive a Zafferana Etnea, in provincia di Catania, alle pendici dell’Etna, ma dal 2016 abita a Busto Arsizio (VA) per motivi lavorativi, infatti insegna storia e filosofia alle superiori. Nel 2001 si è sposato e ha due figli. Dopo il diploma di maturità scientifica si è laureato in Filosofia e ha subito insegnato per un anno in una scuola privata, successivamente ha lavorato per un’assicurazione, molti anni per un’agenzia immobiliare, si è occupato anche di videosorveglianza, ha fatto l’imbianchino, il muratore, il cameriere e altro ancora, ma non ha mai mollato e finalmente, dopo tanti anni, insegna nelle scuole statali. È appassionato di teatro, infatti calca il palcoscenico da quando aveva 20 anni e nel 2010 ha fondato una compagnia teatrale dal nome Ars Theatri. Suona il pianoforte e la chitarra e da qualche anno ha scoperto la voglia di scrivere, che in un certo senso lo aiuta ad esprimere tutto ciò che pensa: scrivere è diventato uno sfogo. L’altra realtà è il suo secondo libro fantasy; ha esordito nel 2018 con Una seconda possibilità, ottenendo un ottimo riscontro fra i lettori. Ha iniziato quasi per gioco, ma sta diventando qualcosa di più importante. 

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Presentazioni

3 agosto ore 19 Palazzina liberty di Zafferana Etnea, all’interno del Parco comunale. Relatori: la Coordinatrice scientifica Festa del libro Gabriella Zammataro e l’attore Francesco Russo insieme all’assessore alla pubblica istruzione Cettina Coco.

9 agosto ore 19:30 Terrazza antistante il Palazzo municipale di Milo. Relatore Vladimir di Prima, letture a cura di Francesco Russo.

17 agosto ore 19:30 Cisternazza di Pisano. Relatori: l’assessore alla pubblica istruzione Cettina Coco e l’attore Francesco Russo.

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