Colloredo di Monte Albano: il borgo friulano del castello di Ippolito Nievo

Stavolta ci allontaniamo di circa due ore e mezza dalla mia terra natia, l’Emilia, per visitare una serie di borghi tutti diversi tra loro in Friuli Venezia-Giulia, una terra di confine vicinissima all’Austria e ancor di più alla Slovenia, che ha tutte le caratteristiche per piacere: paesaggi incredibili, castelli affascinanti e incomparabili prodotti gastronomici noti in Italia e nel mondo; oltre alla sua storia tragica, a lungo dimenticata, ora indelebile nella memoria del nostro Paese.

Alle pendici delle Prealpi, sulle sponde del Tagliamento, sorge Colloredo di Monte Albano, un comune di circa 2500 abitanti nella provincia di Udine che, probabilmente, non avrai mai sentito nominare…

Vicinissima ad altre mete molto più note, come Venzone, Sauris, e San Daniele (quella del prosciutto!), Colloredo è il mio avamposto alla scoperta di questa zona, la Carnia, una terra che, fino a questo momento mi era totalmente sconosciuta ma che è piena zeppa di bellezze da visitare e amare.

Se provieni da Udine, vedrai, dalla strada dritta che corre verso il centro abitato in continuo saliscendi, le sue case ed il suo meraviglioso castello con la sua iconica torre dell’orologio e, sullo sfondo, le montagne (Alpi e Prealpi) che completano il quadro.

Cenni storici

Colloredo di Monte Albano sorse in seguito alla costruzione del castello da parte della nobile famiglia Colloredo-Mels investita di vari possedimenti dalla casa del Tirolo a partire dal 1000 d.c.

 

Colloredo appare come feudo dei visconti di Mels e visse giorni di trionfo e di fasto per merito di questa famiglia che occupò posti importanti attraverso i secoli in varie corti tra cui quelle di Vienna e Firenze. Essi continuarono a detenere il feudo durante tutto il periodo veneziano. Con la caduta della Repubblica arrivarono i francesi che durante il loro dominio in Italia istituirono la municipalità del Comune di III classe nel dipartimento di Passariano, distretto di Udine e cantone di Tricesimo.

Con il successivo governo austriaco, durante il Regno del Lombardo Veneto, Colloredo fu dapprima inquadrato come frazione di Mels, promosso capoluogo, compreso nel distretto di San Daniele. Solo nel 1822, ritornò comune autonomo accorpando le frazioni di Aveacco, Caporiacco, Codugnella, Laibacco, Lauzzana, Pradiis e Mels. Nel 1866, con tutto il Friuli occidentale, entrò a far parte del Regno d’Italia.

Il terremoto del 1976

Tra gli eventi storici più tragici di Colloredo di Monte Albano, impossibile non citare Il terremoto del Friuli del 1976, soprannominato dai locali Orcolat (“Orcaccio” in Friuliano) che è ricordato come uno dei 5 peggiori terremoti del ‘900 in Italia. Un sisma di magnitudo 6.5 della scala Richter che colpì il Friuli, e i territori circostanti, alle ore 21:00 del 6 maggio 1976, con ulteriori scosse di assestamento successive  l’11 e 15 settembre.

Il sisma colpì la zona a nord di Udine in un’area di 5500 km quadrati, colpendo 600 mila abitanti e provocando 990 morti e 100 mila sfollati. I comuni rasi al suolo sono stati 45 tra i quali: Gemona, Venzone, Forgaria nel Friuli, Buia, Pinzano al Tagliamento, Monteaperta (frazione di Taipana) e Osoppo.

Il castello di Colloredo

Il castello di Colloredo di Monte Albano, comune in provincia di Udine, è oggi costituito da un edificio restaurato solo in parte che sorge su un colle.

Grazie alla sua imponenza era il più bel castello del Friuli, purtroppo, in seguito al terremoto del 1976 che lo rase al suolo, le sue macerie divennero un simbolo del tragico evento.

Fu edificato nel 1302 dal visconte di Mels e fu scelta una collina vicina dove già esisteva un piccolo villaggio. Il castello fu terminato nel 1310. L’indicazione principale fu di renderlo imponente secondo questi parametri: “alto da terra sei passi e grosso due braccia”.

Il castello era dotato di ponte levatoio che permetteva di scavalcare il fossato che lo circondava. La torre d’ingresso, a base trapezoidale, fungeva da vedetta sul circondario. La famiglia di Colloredo divenne tra le più importanti del Friuli e fu fiera avversaria delle altre famiglie nobili come i noti patriarchi: i conti di Gorizia, i Camineri, i Savorgnan, i Torriani. Nel 1420 il complesso cadde nelle mani dei Veneziani; nel 1511 subì sia il noto “saccheggio del giovedì grasso” sia le distruzioni dell’antico terremoto che sconvolse tutto il Friuli.

 

La torre e tutto il castello venne restaurato in periodo Rinascimentale. Non essendo più necessario a scopi militari gli interventi lo resero esteticamente più gradevole.

Risalgono a quest’epoca le decorazioni di Giovanni da Udine, un allievo di Raffaello, per il famoso studiolo del castello: con stucchi e pitture raffiguranti esseri zoo-antropomorfe.

Il Castello ospitò diverse figure letterarie famosissime come Ermes di Colloredo, che diverrà un poeta e precursore nell’uso della lingua friulana e poi Ippolito Nievo che qui scrisse “Le confessioni di un italiano”, ecco perché viene anche definito “il castello degli scrittori e dei cantastorie”

L’edificio fu quasi totalmente distrutto dal terremoto del 6 maggio 1976 e divenne la triste testimonianza dei danni causati dal sisma al patrimonio artistico friulano. Le splendide sale e il salone del castello di Colloredo, arredate con mobili di pregio, andarono distrutte, assieme alle case e agli edifici del paese.

Prima del terremoto del 1976, il castello era costituito da un nucleo centrale, tre torri e due ali. Restano tracce di una triplice cinta di mura con perimetro ellittico. La struttura è stata restaurata solo a metà. Il recupero ha riguardato solo la parte ovest, mentre quella a est, dove vi è la torre d’ingresso con l’orologio, è ancora in rovina. E’ visitabile l’area della torre con l’orologio e l’ala ovest, dove ha sede la Comunità Collinare del Friuli.

Il Castello di Caporiacco

Nel borgo di Caporiacco, a pochi chilometri da Colloredo, si trovano gli antichi resti dell’omonimo castello. Questo maniero, dalle origini molto antiche, fu di proprietà dei signori divenuti poi conti di Caporiacco, famiglia tra le più antiche ed illustri del Friuli.

I lavori di restauro si sono conclusi nel 2013, riportando il castello a nuova vita. Attualmente non è aperto al pubblico ma è molto bello anche da fuori soprattutto la sera grazie alla suggestiva illuminazione.

Chiesa dei Santi Andrea e Mattia

La chiesa parrocchiale dei Santi Andrea e Mattia risale al XIV secolo e fu costruita per volere della famiglia Colloredo-Mels, appena fuori dal fossato castellano. In seguito, con lo sviluppo del borgo, fu ampliata per attendere alle crescenti necessità religiose e a metà del 1700 venne costruito il campanile.

Dopo il terremoto del 1976 si resero necessari dei lavori di consolidamento terminati nel 1992.

Torre di Mels

La torre di Mels, detta Torate, è l’ultimo resto del castello di Mels edificato nella prima metà dell’XI secolo. Dopo varie vicissitudini storiche e passaggi di proprietà affronta un tragico destino, difatti nel 1262 il castello fu bruciato e nel 1352 fu fatto demolire dal Patriarca Nicolò di Lussemburgo. Fu colpito poi dal terremoto del 1976 ma restaurato negli anni avvenire. Ecco cosa rimane della torate, che, nascosta tra le case svetta maestosa.

E’ possibile anche entrare e salire fino in cima. Da lassù la vista sui paesini circostanti è davvero stupenda!!!!

Dove mangiare a Colloredo

Consigliatissima la pizzeria -ristorante Alle Antiche Scuderie, che sorge proprio sotto al castello e che propone pizze leggere e una cucina formidabile profondamente radicata nel territorio! 
Inoltre la zona è ricchissima di posticini molto caratteristici dove bere buon vino a poco prezzo e stuzzicare prelibatezze del territorio (salumi, formaggi) chiamate Frasche!

Nelle vicinanze di Colloredo di Monte Albano

Non puoi perderti il fantastico Borgo di Fagagna, la città delle cicogne, dove ogni anno si tiene l’annuale “corsa degli asini”, oppure il delizioso borgo di Venzone, che fu devastato dal terremoto del 1976 ma completamente ricostruito e diventato uno dei borghi più belli d’Italia, oppure il borgo di Fagagna, che ospita la riserva naturalistica delle cicogne, Spilimbergo, la città del mosaico e San Daniele del Friuli, la città del prosciutto tra i più gustosi d’Italia!

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4 Commenti

  1. Cristina Petrini

    Andando ogni anno in vacanza o in Slovenia o in Croazia ci passo praticamente sempre, ma non ho mai avuto modo di visitarla anche se mi intriga molto… è una regione che già solo con Trieste mi ha conquistato! Chissà il resto!

    Rispondi
  2. M.Claudia

    Te sai come attirare la mia attenzione: i castelli adoro i castelli (in particolare quelli che hanno qualche storia di fantasmi o assimili, ma quella é una mia fissa). Anche questi sono molto interessanti e spero di riuscire a visitarli un giorno.

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  3. Manuela

    Niente quando ho letto San Daniele quello del prosciutto i miei occhi sono diventati cuoricini e subito mi è venuta voglia di andarci!

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  4. Valentina

    Non sono mai stata in quella regione e prima o poi ci andrò. Del terremoto del 1976 mia mamma mi ha raccontato che si è sentito anche a Milano. E’ successo di sera se non sbaglio, ha tremato il pavimento, che lo ha visto muovere e il lampadario, poi basta. Dalla televisione ha sentito le notizie. Racconta che la gente non ha aspettato i soccorsi, si è messa a scavare subito anche con le mani. Persone stupende.

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Nelle vicinanze di Fagagna

Non puoi perderti il fantastico Borgo di Venzone, completamente ricostruito dopo il terremoto del 1976 con le sue stesse pietre cadute, Colloredo di Monte Albano ed il suo magnifico Castello e San Daniele del Friuli, la città del prosciutto tra i più gustosi d’Italia! 

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