Un secondo rinascimento italiano?

Salute dell’uomo e dell’ambiente per uno sviluppo economico ecosostenibile

di Luigi Fontana e Vincenzo Atella –

La riflessione intorno al tema della qualità della vita può essere il fulcro di un nuovo progetto di sviluppo, di un nuovo patto sociale, che non solo ci aiuti a uscire dalla crisi economica globale che ancora ci avviluppa, ma ci apra la strada verso un’economia consapevole dei limiti posti dalla necessità di rispettare gli equilibri sociali e ambientali, verso una cultura della qualità opposta a quella della quantità. Ormai da tre anni il nostro sito si forza di proporre analisi, proposte, sollecitazioni in questo senso. Ci fa piacere oggi rilanciare un appella, proposto da due studiosi italiani, che va in questa direzione

A partire dagli ultimi decenni del XIV secolo un gruppo di intellettuali ed artisti italiani iniziarono un processo di rinnovamento culturale e scientifico che segnò il passaggio dal Medioevo all’era moderna prima in Italia e poi in Europa. Secondo lo storico Richard Goldthwaite, quel processo di rinnovamento fu tale per cui «il benessere fu riciclato e investito in capitale umano e trasformato nel patrimonio dell’architettura urbana, dell’arte e di una tradizione artigianale mai eguagliata». Un’eredità impressionante che ancora oggi il mondo ci riconosce.

Pensiamo sia giunto il momento per rilanciare l’Italia come attore principale di un Nuovo Rinascimento, che ponga al centro delle politiche sociali e industriali la valorizzazione della salute dell’uomo e dell’ambiente, il capitale culturale, artistico e naturale per uno sviluppo economico duraturo perchè ecosostenibile.

L’attuale modello economico non è sostenibile. Nel breve periodo un ulteriore avanzamento tecnologico per estrarre più risorse naturali, per produrre più cibo, farmaci, energia, e generare crescita economica è possibile, ma nel lungo termine avrà conseguenze disastrose sulla salute dell’uomo e dell’ambiente ed in ultima analisi sul benessere sociale ed economico del pianeta.

Salute, benessere, risparmio energetico, conoscenza, cultura e sviluppo economico ecosostenibile devono quindi diventare i pilastri su cui costruire il futuro della «nuova» Italia. L’invecchiamento della popolazione, l’epidemia di obesità e di patologie croniche associate agli scorretti stili di vita, il crescente inquinamento ambientale e lo sfruttamento sconsiderato delle risorse energetiche e naturali sono problemi gravi, che, se affrontati in modo scientifico e con una nuova visione globale e transdisciplinare, potrebbero non solo far risparmiare ingenti risorse al Paese, ma generare nuova ricchezza.

Per i nostri figli e nipoti vogliamo immaginare un’Italia figlia di un nuovo Rinascimento in cui le città sono verdi e silenziose, con auto sospinte da motori ibridi elettrici e a idrogeno (che emettono solo vapore acqueo) ed edifici efficienti dal punto di vista energetico che non richiedono dispendiosi sistemi di riscaldamento e aria condizionata, ma estraggono dal sole e dal vento l’energia necessaria. Un’Italia in cui l’aria e l’acqua emesse dalle industrie sono più pulite di quelle che erano entrate, in cui le discariche sono state eliminate e un innovativo sistema agricolo ecosostenibile produce cibo sano in abbondanza. Un’Italia in cui la pressione fiscale è stata ridotta, perché una buona parte della spesa pubblica improduttiva è stata eliminata e quella produttiva è stata limitata, in cui i cittadini sono sani ed efficienti e il modello di produzione si è trasformato in direzione di un’economia sostenibile. Un’Italia, infine, che i turisti di ogni angolo del mondo vogliono visitare e prendere a modello perchè è diventata il Giardino dell’Eden.

Non si tratta di un’utopia. Molte delle conoscenze scientifiche per azzerare l’inquinamento, per prevenire con adeguati stili di vita la maggior parte delle malattie croniche (e i costi sociali connessi), per costruire case super-coibentate che non consumano ma producono energia, per ideare auto super-leggere in fibre di carbonio e per molte altre innovazioni destinate a una vita lunga, sana e felice sono già disponibili e sono state applicate molto al di là dei semplici prototipi. Il passo successivo, quindi, dev’essere l’applicazione integrata di tutte queste conoscenze a favore della salute dei cittadini e dell’ambiente, garantendo un nuovo sviluppo economico e industriale che valorizzi, e non distrugga, le risorse naturali.

Purtroppo, una visione riduzionistica e arretrata di questi problemi ha impedito finora che ciò accadesse. E’ ora di invertire la rotta, secondo una logica non convenzionale. Abbiamo idee, capitale umano e tecnologie per farlo. L’Italia può e deve diventare leader nel mondo su queste tematiche, investendo massicciamente in questi settori e promuovendo progetti di ricerca armonici e interdisciplinari.

E’ ora di provare a ripartire. I posteri ce ne saranno grati.

Hanno già aderito:

Prof. Vincenzo Atella
Direttore del CEIS Tor Vergata, Professore Associato di Economia presso il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Roma Tor Vergata e Direttore Scientifico della Fondazione Farmafactoring.

Prof. Sergio Pecorelli
Professore Ordinario di Clinica Ostetrica e Ginecologica e Rettore dell’Università degli Studi di Brescia, membro dello High Level Steering Committee della Commissione Europea per la European Innovation Partnership for Active and Healthy Ageing.

Prof. Riccardo Pietrabissa
Presidente Netval, Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale, Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia.

Prof. Francesco Salvatore
Professore di Biochimica Umana Ateneo Federico II di Napoli, Emerito nell‘Università, Presidente e Coordinatore Scientifico del CEINGE-Biotecnologie Avanzate di Napoli.

Prof. Umberto Veronesi
Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia

Le adesioni al manifesto si raccolgono sul sito www.ceistorvergata.it/blog/?page_id=98