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Jorit in Russia per un murales. Finito nella lista di proscrizione ucraina ‘per difendere la pace’

Jorit finito nella lista di proscrizione ucraina: "lotto per la pace e per la verità, così come feci per la palestina"

L’artista Jorit è stato inserito nella lista nera ucraina non governativa, Myrotvorec, dopo aver realizzato un Murales di una bambina russa a Mariupol.
Myritvirec è un sito web ucraino dove vengono pubblicati i nomi ed i cognomi di coloro che vengono definiti “traditori della patria”. Sul sito definito un “centro non governativo per la ricerca di segni di crimini contro la sicurezza nazionale dell’Ucraina, la pace, l’umanità e il diritto internazionale”, vengono pubblicate di fatto delle vere e proprie liste di proscrizione contro questi personaggi, e spesso tutti i loro dati sensibili, nomi di parenti e amici e luoghi che frequentano: insomma un’ “inquisizione” in chiave moderna, in cui le informazioni vengono raccolte sia dai servizi segreti ucraini che dai civili, tramite le apposite sezioni: “invia i dati” e “sporgere denuncia”.

“Questa è il mio ritratto di Nastya, dipinto a mano con gli spray sul muro, la bambina del Donbass a cui mi sono ispirato per realizzare l’opera a Mariupol – scrive sui social l’artista napoletano – “non è l’opera di per sé ma quello che vuole comunicare che è importante e quello che comunica il volto di Nastya, ossia la sofferenza dei bambini del Donbass che sono cresciuti per 8 anni sotto le bombe di Kiev e con la paura dei battaglioni Nazisti. Questa è la luna, questo è il centro del discorso mentre il dito… siete dei grandi giornalisti davvero, per 8 anni avete ignorato il popolo del Donbass e ora che qualcuno ne parla invece di affrontare la questione fate i critici d’arte”.
Il senso del post dell’artista Napoletano, sta nel denunciare quanto il dramma della guerra non si sia verificato dal 2022 come la propaganda vuole far credere, ma ben 8 anni prima. Negli anni precedenti, seppur pochi, alcuni giornalisti anche del Mainstream, avevano denunciato ciò che stava accadendo nel Donbass (seppur saltuariamente), per poi fare marcia indietro proprio quando la Russia ha deciso di intervenire militarmente su quei territori. Ora l’artista è ormai considerato un simbolo del mondo della Resistenza, anche per la causa palestinese, ma questo gli costa in termini della sua sicurezza, oltre che di censura mediatica: infatti, neanche il tempo di giungere in Russia, che riceve da Facebook l’avviso di rischio chiusura della sua Pagina, perdendo già tanta visibilità in termini algoritmici.

Anche in passato, sul muro di separazione israeliano, lo street artist realizzò un murale gigantesco che ritraeva Ahed Tamimi, diciassettenne attivista palestinese in carcere per aver schiaffeggiato un soldato dell’Idf; anche in quel caso questo dipinto fece scoppiare non poche polemiche dal mondo della cosiddetta “elite” e dai media a loro servizio. “

All’arrivo all’aeroporto di Napoli, poche ore fa, l’artista ha poi pubblicato: “A casa sano e salvo! Spero che questa esperienza sia stata istruttiva e formativa per voi quanto lo è stato per me. Sicuramente ora molte piû persone conoscono i drammi che hanno subito i Bambini del Donbass. Questa minoranza russofona massacrata dalle bombe di Kiev per otto anni. Nessuno ve ne avrebbe mai parlato avevo il dovere morale di farlo. Sono sicuro che esclusi gli estremisti di destra e di sinistra e quelli pagati direttamente dalla NATO, (quelli sono irrecuperabili) tutte le persone che hanno voluto seguirmi in questa esperienza, ora hanno una visione più ampia e meno ideologica della guerra in Ucraina. Sono e sarò sempre dalla parte della verità, dell’arte e della Pace”.

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