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La nuova cortina di ferro: il settore nordico

Una carta a colori dal numero 6/21 di Limes, Se crolla la Russia.

[testo aggiornato al 12 maggio 2022]

carta di Laura Canali
Pubblicato il Aggiornato il
Dettaglio della carta di Laura Canali. Per visualizzare la versione integrale, scorri fino a fine articolo.
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La carta illustra il tracciato della nuova cortina di ferro nell'Europa settentrionale.


Ossia la linea di ripartizione immaginaria delle sfere di influenza tra le due grandi potenze nucleari – Russia e Stati Uniti – nella regione terracquea di Mar Baltico e Oceano Artico.


Il fronte si presenta lungo e frastagliato, ma meno poroso del tracciato che investe il settore meridionale. Oltre al contendente russo, a nord sono sei le nazioni che confinano con la linea di demarcazione geopolitica progettata e sostenuta dalla superpotenza americana: Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia.


Il primo dei paesi scandinavi (Norvegia) ricopre un fondamentale ruolo di sentinella dei movimenti aeronavali moscoviti nell'Artico per conto dell'Alleanza Atlantica. Le Isole Svalbard costituiscono inoltre un nodale presidio del Polo Nord, essenziale per praticare misure di contenimento (comunque improbabili) verso la flotta russa nel Mar di Barents, isolando la città portuale di Murmansk. Per questo i russi sono presenti con un proprio insediamento a Barentsburg sull'isola maggiore.


Il secondo dei paesi scandinavi (Finlandia) si trova indirettamente a implementare il disegno di Washington. Le storiche contese tra Helsinki e Mosca/Pietroburgo non lasciano alternativa alla nazione finnica: la sua postura internazionale non può che essere al fianco dei paesi euroatlantici. L'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 ha indotto la Finlandia e la vicina Svezia a rivedere la loro storica neutralità e orientarsi verso la richiesta di ammissione alla Nato.


Le tre piccole repubbliche baltiche – Estonia, Lettonia e Lituania – sono accomunate da una vistosa vulnerabilità geostrategica. Esse si frappongono fisicamente tra il gigante eurasiatico e la sua exclave baltica. Ovvero l'ultrafortificato oblast' di Kaliningrad, dal quale possono avere origine incursioni aeronavali ostili verso le antistanti isole svedesi (Gotland, Öland) e danesi (Bornholm). In assenza di una regolare rotazione militare alleata – ancorché simbolica – le tre piccole nazioni non avrebbero speranza di fronteggiare con successo una eventuale aggressione da parte della Russia.


La contea di Petseri, a maggioranza ugro-finnica, è rivendicata da Tallinn (art. 2 della Costituzione estone) in forza del trattato di Tartu (1920) stipulato tra Estonia e Unione Sovietica, ma mai riconosciuto dalla succeditrice Federazione. Le pretese estoni tendono a ridimensionare allorquando Mosca ventila uno scambio di territori: l'agognata terra dei Setos a sud-est (oggi sotto amministrazione russa) per la strategica cittadina estone di Narva al confine nord-est, abitata quasi integralmente da russi etnici.


La Polonia è agli occhi del Pentagono il paese più importante del segmento nordico della nuova cortina di ferro. Varsavia ricopre il ruolo di perno strategico per la proiezione di potenza nell'area baltica a nord, per l'assorbimento d'un attacco frontale di varia natura a est e per il collegamento con i paesi alleati sul Mar Nero (Romania, Bulgaria, Ucraina contesa) a sud. Per questo il territorio polacco è tempestato di basi militari a pertinenza statunitense: dalla missilistica Redzikowo all'aeronautica Łask, dalla logistica Powidz all'avanzata Orzsysz.


La Bielorussia e l'Ucraina costituiscono il principale oggetto del contendere tra Russia e Stati Uniti. Non deve sorprendere che il tracciato della nuova cortina di ferro divenga più labile e poroso lungo i confini dei due paesi slavi ex sovietici. La Bielorussia rientra attualmente nella sfera d'influenza di Mosca, cui l'Ucraina è stata sottratta nel 2014 in seguito alla battaglia di Jevromajdan. L'invasione russa dell'Ucraina del febbraio 2022 mira a riportare tutto il paese, non solo il Donbas, sotto il controllo del Cremlino.


Transnistria e Donbas da tempo non lasciano dormire sonni tranquilli né alla battagliera Ucraina e né all'imbelle Moldova. L'invasione del febbraio 2022 potrebbe avere come obiettivo la creazione di un territorio terrestre dalla Russia alla stessa Transnistria, con la conseguente esclusione di Kiev dal controllo della parte costiera del suo paese (Odessa, Isola dei Serpenti, Mariupol', intere 'oblast di Donetsk e Lugansk).


Testo originale di Mirko Mussetti aggiornato il 12 maggio 2022.

Carta di Laura Canali.


Carta di Laura Canali - 2021
Carta di Laura Canali - 2021