Confinamento, dolce naufragare?

Confinamento, dolce naufragare?

La professione del navigatore oceanico è inusuale, affascinante e complicata. La navigazione mi porta a vivere lunghi momenti di isolamento, lontano da tutto e da tutti e molto spesso in solitudine.Alcuni mi hanno chiesto come stessi vivendo questo confinamento, pensando che per un navigatore oceanico, abituato a spazi piccoli, solitudine, vita semplice e spartana, questo momento potesse risultare non poi cosi' tanto difficile...

Trovo che ci siano tante differenze e tante similitudini, tra la mia esperienza di solitudine oceanica e quella a casa in confinamento.

Innanzitutto il confinamento è arrivato all'improvviso, ci è stato imposto e non é stato una scelta. Non abbiamo avuto il tempo di prepararci e di riflettere su come passare questo periodo.

Ci siamo ritrovati confinati.Per me invece navigare in solitario è una scelta che non avviene senza preparazione.

La preparazione prima di isolarsi in navigazione gioca un ruolo davvero molto importante.Oltre alla preparazione tecnica mi riferisco a quella mentale che mi permette di concentrarmi sugli obiettivi, di ascoltarmi, di entrare in contatto con me stesso, con le mie forze e le mie debolezze perché quando sono in mare é troppo tardi. Contrariamente a quello che si puo’ pensare,e per quanto possa sembrare assurdo, in mare sono constantemente bombardato da stimoli: c'è la barca da governare, le vele da regolare, la stanchezza da gestire e la strategia da rispettare... e a volte é difficile fermarsi ad ascoltarsi. E' il paradosso che in molti viviamo oggi a casa, distratti dalle news, i social, la famiglia rumorosa a volte in un piccolo appartamento.. abbiamo la testa troppo occupata e poco spazio per la creativita', non riusciamo ad ascoltarci e avere veramente un momento di “deserto” con noi stessi.

In barca é importantissimmo trovare dei momenti di silenzio, per riuscire a riconnettersi agli obiettivi iniziali e ai propri punti di forza perché quando sei sommerso nella routine, fra i continui stimoli, a volte le paure e le ansie, puoi perderti e perdere letteralmente la rotta!

In mare cerco di scandire le mie giornate con piccoli obiettivi.

Cadenzare le mie giornate dandomi piccoli obbiettivi e preservando dei momenti e delle zone di silenzio e di rilettura é fondamentale sopratutto quando non esistono più né giorno ne notte perché si timona sempre e gli orari non rappresentano più nulla..

In confinamento la tentazione a lasciarsi andare ad un “non ritmo” a volte é molto forte. Porsi degli obiettivi e ritrovare il volontarismo per raggiungerli per me a volte é stato difficilissimo...

In mare sono circondato dalla bellezza che mi porta e mi permette di dare libero sfogo all’immaginazione e alla fantasia, ingannando il tempo.Mi sento parte di un tutto quando sono in estasi di fronte ad un tramonto, quando mi inseguono i delfini..l’orizzonte non é mai lontano e distante. In confino si sente la paura,l’indecisione e la distanza che si impone come limite tra se stessi e gli altri ed il mondo fuori.

Certo é che questo periodo di confinamento e questa decelerazione forzata sono terreno fertile per lo sviluppo della propria immaginazione e delle riflessioni e per il dolce naufragare del pensiero verso l'infinito...

Matteo Sericano

 

To view or add a comment, sign in

Explore topics