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Conegliano Valdobbiadene

48 ore nelle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

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Non è semplice decidere da dove iniziare a esplorare le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Ci sono panorami con affacci spettacolari sui paesaggi modellati dalla mano dell’uomo nel corso dei secoli, che s’inseriscono in un ambiente naturale strepitoso, strade che si intersecano in una ragnatela infinita di curve e rettilinei, chiese e abbazie, borghi annidati tra i filari delle vigne, castelli che dominano dall’alto il territorio. E poi ci sono le cantine, dove nasce uno dei vini più conosciuti, e più bevuti al mondo, e le osterie, dove i piatti della tradizione si accompagnano al buon umore e a un’atmosfera conviviale e festosa.

Tra le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
Tra le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
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Primo giorno: tesori del paesaggio e dell’arte

Partite dalle geometrie della piazza di Valdobbiadene, dominata dal Duomo di Santa Maria Assunta con la sua elegante facciata con quattro colonne doriche e dall’alto campanile, e risalite la strada che si immerge tra le colline. Vi basteranno pochi minuti per ritrovarvi lungo l’itinerario della Strada del Prosecco: attraversate la Frazione di Saccol e raggiungete l’Osteria Senz’Oste, luogo imperdibile dove, entrati in una cascina, potrete acquistare da soli salumi, formaggi e vino per poi accomodarvi nei tavoli esterni a gustare uno stuzzichino.

Prendetevi il tempo per ammirare il panorama che si apre sul Cartizze: questa zona viene chiamata ‘il pentagono d’oro’ per la sua forma, ma anche perché solo qui, grazie al microclima e al terreno, nascono le uve dalle quali si ricava il più pregiato tra i vini di questa zona. Se volete saperne di più, e soprattutto assaggiarlo, prenotate una visita con degustazione alla Confraternita del Valdobbiadene: nata nel 1946 con lo scopo di evitare l’abbandono dei vigneti da parte dei viticoltori e di sostenere gli agricoltori con aiuti materiali e morali, è composta da enologi e da personalità del mondo vitivinicolo. Oggi, gli obiettivi della Confraternita sono lo sviluppo e la valorizzazione della produzione del Valdobbiadene D.O.C.G., oltre al consolidamento del legame tra questo prodotto, le persone e il territorio.

Conegliano, nella Sala dei Battuti
Conegliano, nella Sala dei Battuti

Proseguite fino a raggiungere l’Abbazia di Follina, significativa testimonianza di stile gotico in Italia. La più antica menzione che si ha dell’abbazia compare su un manoscritto del XVII secolo su cui è trascritto un documento del 1127 che annota la vendita di certi terreni da parte dell’abate Bernardo di Follina. Particolarmente interessante è il chiostro, le cui arcatelle sono sostenute da una serie ipnotica di colonnine singole, ofitiche, binarie e a fasci di quattro, con fusti e capitelli diversi tra loro. La visita è libera.

Lasciatevi alle spalle il fascino senza tempo dell’Abbazia per incontrare Pieve di Soligo, con le sue ville storiche, la piazza ottocentesca, il Ponte del Contenzioso e l’imponente mole della chiesa neogotica ricostruita nel Novecento, gli antichi mulini, e poi arrivare a Conegliano, dominata dal castello medievale e trasformata in una vera e propria città dipinta grazie ai numerosi affreschi rinascimentali realizzati in edifici civili e religiosi. Addentratevi nelle vie del centro storico per scoprire il cuore della città: lungo il cammino troverete il Duomo, il Teatro Accademia, e la Sala dei Battuti, splendidamente affrescata nel Cinquecento, sia all’esterno, sul fronte ornato da trifore, sia all’interno, nella Sala del Capitolo. In questa cittadina, nel 1460 (o giù di lì), nacque il pittore Giovanni Battista Cima: nella sua casa natale è allestito un piccolo museo che ne testimonia la vita con documenti e memorie.

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Pronti per il giro in scooter
Pronti per il giro in scooter

Secondo giorno: tra panorami e giri in scooter

Preparatevi a vivere un’avventura dal sapore romantico: noleggiate uno scooter, allacciate bene il casco e lanciatevi sulla Strada del Prosecco per scoprirne gli angoli più nascosti. Saranno i panorami a rapire il vostro sguardo: iniziate da Rolle, frazione del comune di Cison di Valmarino, dove l’alto campanile della chiesa e le poche case del borgo, circondati dalle vigne che si inerpicano sulle rive ripidissime delle Colline, disegnano un paesaggio da cartolina sospeso nel tempo. Continuate con il naso all’insù e lo smartphone a portata di mano, ma fate attenzione a non distrarvi troppo, e raggiungete il Santuario di Collagù: dopo aver risalito una ripida strada sterrata, arriverete in un luogo magico.

Questo è uno dei balconi panoramici più significativi della zona per diverse ragioni. Di sicuro il colpo d’occhio che si gode dal santuario è di quelli che difficilmente si dimenticano e che valgono ben più di una foto. Ma il vero motivo è un altro: se provate ad andare oltre alle immediate apparenze, riuscirete a cogliere la vera essenza di questo territorio, dove la natura e il lavoro dell’uomo creano un perfetto equilibrio.

Il Cristo della Domenica alla Pieve di San Pietri di Feletto
Il Cristo della Domenica alla Pieve di San Pietri di Feletto
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Concedetevi il tempo per perdervi, sbagliare strada e ritornare sui vostri passi, andate a fare visita al Molinetto della Croda, meraviglioso mulino costruito nel XVII secolo a ridosso di una croda (ovvero costone roccioso), e alla Pieve di San Pietro di Feletto, conosciuta per gli importanti affreschi tardo-medievali tra i quali quello del Cristo della Domenica, che rappresenta il Salvatore trafitto dagli strumenti di lavoro, un’iconografia di fortissimo impatto per trasmettere il messaggio ai fedeli di cessare le attività lavorative nei giorni dedicati al Signore.

Una volta smaltita l’adrenalina delle due ruote, vi rimarrà ancora tempo per visitare il Castello di Collalto e quello di San Salvatore, a Susegana, CastelBrando, che è anche un hotel con un centro benessere superlativo, per poi raggiungere Vittorio Veneto, cittadina all’estremità orientale delle Colline che conserva architetture religiose e i palazzi quattrocenteschi, memorie della prima guerra mondiale e della Resistenza.

Entrando alle Grotte del Caglieron
Entrando alle Grotte del Caglieron

Una visita al Museo della Battaglia, che racconta la Prima guerra mondiali sui due fronti opposti, è quasi d’obbligo, prima di allungarvi fino a Fregona per camminare sulle passerelle che percorrono le Grotte del Caglieron, sistema di cavità naturali e artificiali particolarmente scenografico, e per assaggiare un bicchiere di Torchiato di Fregona, vino passito morbido e vellutato.

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