Morbegno in Un Giorno – Cosa Vedere

Piazza San Pietro ed Arco del Municipio di Morbegno

Morbegno è una bellissima cittadina – o borgo, per via delle sue piccole dimensioni – all’imbocco della Valtellina. Nel 2019 ha vinto il premio di Città Alpina, conferito alle città che si distinguono nell’attuazione della Convezione delle Alpi e dello sviluppo sostenibile.

Passeggiare per il suo centro storico è un’esperienza rilassante e piacevole per gli occhi. I suoi vicoli presentano qualche breve salita che permette di raggiungere posizioni privilegiate, per poi riscendere tra palazzi storici e belle piazzette. Queste si animano durante gli eventi di Morbegno in Cantina, che richiamano migliaia di turisti ogni anno. 

Dove si trova Morbegno ^

Morbegno si trova proprio all’ingresso della Valtellina, ovvero in bassa Valtellina. Fa quindi parte della vasta provincia lombarda di Sondrio, di cui rappresenta una delle prime cittadine occidentali. 

La sua posizione è decisamente particolare, perché è alla confluenza di più valli, la valle del Bitto, il cui torrente bagna il centro storico, quella di Gerola e quella di Albaredo. Morbegno è una cittadina di montagna, infatti nonostante i suoi 262 metri di altitudine sul livello del mare, è abbracciata a nord dalle Alpi Retiche anticipate dal letto del fiume Adda e a sud dalle Alpi Orobie.

Questa è solo una delle tantissime cose da vedere in Valtellina, scopri anche le altre nell’itinerario di 6 giorni!

Morbegno – Sondrio in Treno ^

Chi visita Morbegno può associare, magari all’interno di un weekend, anche la visita alla vicina città di Sondrio. Un’ottima idea è quella di sfruttare il collegamento in treno Morbegno – Sondrio, che richiede appena 20 minuti di tempo con una frequenza di uno o due corse all’ora al costo di poco superiore ai 3 euro.

Morbegno è inoltre collegata via treno ad altre importanti città italiane che consentono di raggiungerla con una vacanza sostenibile. Ad esempio è possibile raggiungerla da Milano, con un viaggio di un’ora e quaranta, coperto dai treni regionali di Trenord.

Cosa vedere a Morbegno ^

La visita di Morbegno è piuttosto veloce, infatti il suo centro storico è decisamente raccolto. Per avere un ordine di grandezza il territorio comunale ospita circa dodicimila abitanti. Un giorno è più che sufficiente per vedere tutto ciò che la cittadina ha da offrire e, anzi, a dire il vero potrebbe essere più che sufficiente una mezza giornata.

Si può quindi approfittare per vedere il centro storico in tranquillità e, magari, aggiungere una seconda tappa nei dintorni, come il vicino ponte tibetano, la città di Sondrio o una passeggiata in mezzo alla natura in questi luoghi incantevoli della Valtellina.

Ma torniamo a Morbegno, ecco cosa vedere in qualche ora nel suo centro storico.

Chiesa di San Martino ^

Per chi arriva da est la visita di Morbegno può cominciare dalla chiesa di San Martino, all’interno del cimitero cittadino. Distante 2,5 chilometri dal centro storico, ha un’origine piuttosto antica ma ancora non totalmente chiara.

Pare infatti che la sua prima erezione risalga al IX secolo, per poi essere rivista completamente nella seconda metà del cinquecento, quando gli furono conferite le forme attuali. Con la costruzione di nuove chiese a Morbegno, il ruolo della chiesa di San Martino divenne progressivamente quello di chiesa cimiteriale e non a caso sulla facciata d’ingresso, sotto al porticato, vi è la rappresentazione di un teschio. Qui si trova anche l’affresco rappresentante San Martino, mentre quello di San Giorgio è andato perso. La facciata è caratterizzata da una forma a capanna su cui si apre un grande portico con archi sui tre lati che si allungano verso il cimitero. Sul davanti sorge anche l’alto campanile che si genera dal tetto e che è chiuso da una lanterna con cupola e croce.

Gli interni sono bassi e cupi e si dividono in tre navate con volte riccamente affrescate con motivi tridimensionali. Sono presenti alcuni importanti affreschi, come quello cinquecentesco della Madonna in trono con Gesù Bambino. Riccamente decorata è la cappella del presbiterio, in cui gli scranni lignei guardano l’altare in marmo nero di origine seicentesca. A questa cappella si aggiungono due cappelle laterali lungo le navate, dedicate alla Madonna Nera di Loreto e a Santo Stefano.

Fuori dal recinto del cimitero è presente un’appendice della chiesa di San Martino, ovvero l’oassario settecentesco. Per svariati decenni svolse questa funzione, finché non venne svuotato nel 1935. Le sue dimensioni sono molto più contenute, ma richiamano nello stile la vicina chiesa.

Santuario della Beata Vergine Assunta ^

Non è ancora ora di raggiungere il centro di Morbegno, lungo la strada facciamo infatti un’altra tappa al Santuario della Beata Vergine Assunta. Anche questo edificio religioso entra a pieno titolo tra quelli più antichi di Morbegno, essendo stato costruito a partire dal 1418 e consacrato nel 1506.

Come si può vedere anche dall’esterno, però, la sua forma è particolare. Infatti l’edificio fu ampliato alla fine del cinquecento. La facciata esterna del Santuario della Beata Vergine Assunta è in stile rinsciamentale lombardo, ed è caratterizzato da un grande rosone circolare con un grande timpano triangolare. Al pian terreno invece il grande portone di ingresso è dotato di una cornice in marmo con ricchi bassorilievi e due statue sulla sommità. Sulla destra della chiesa si innalza il campanile che raggiunge i 51 metri, che lo rendono quello più alto di tutta Morbegno. Sotto al campanile c’è l’ossario, decorato con scene macabre durante il settecento.

Gli interni del Santuario della Beata Vergine Assunta sono in stile barocco e a navata unica, con due cappelle prima dell’abside. A sinistra quella di Sant’Anna e a destra quella della Beata Vergine Assunta, nota anche come cappella delle reliquie. Come suggerisce il nome qui è presente un ricco reliquiario che conserva le spoglie di San Prospero e molte altre reliquie.

Appena entrati nel Santuario della Beata Vergine Assunta lo sguardo va a tutto l’impianto decorativo, risalente al settecento e composto da tantissimi affreschi che sembrano non lasciare nemmeno un centimetro di muro vuoti. Sul fondo vi è l’altare ligneo dorato, risalente al cinquecento, con al centro un affresco con rappresentata la Madonna appartenuto alla prima chiesa. L’altare presenta alcune raffigurazioni tratta da incisioni di Albrecht Durer.

Auditorium di Sant’Antonio ^

Giungiamo così alle porte del centro storico di Morbegno. Quello che oggi è utilizzato come l’auditorium di Sant’Antonio a Morbegno, è in realtà un’antica chiesa cittadina, che venne costruita a partire dal 1454 e consacrata ad inizio del cinquecento. Appartenuta per svariati secoli ai frati domenicani, venne requisita da Napoleone nel 1798 e trasformata in una caserma. Passò poi di proprietà al comune di Morbegno, che operò diverse modifiche soprattutto ai suoi interni. Solo nel 1925 tornò ad essere utilizzata come luogo religioso, ma nel 1977 venne nuovamente sconsacrata e utilizzata come auditorium, ruolo svolto tutt’ora.

La sua facciata si presenta semplice, con un grande rosone circolare al centro che sormonta un protiro del 1571 con sottili colonne che protegge una lunetta affrescata con la natività e un bassorilievo posto sul portone d’ingresso, inscritto in una cornice in marmo.

Gli interni sono caratterizzati da affreschi realizzati tra il quattrocento e il settecento, che continuano anche nel convento adiacente.

Facciata dell Auditorium di Sant'Antonio

Chiostro di Sant’Antonio ^

Adiacente all’Auditorium di Sant’Antonio c’è l’ingresso al chiostro di Sant’Antonio, al servizio del convento dei frati domenicani. In realtà i chiostri esistenti sono due e il più antico venne consacrato nel 1485. Come nell’adiacente chiesa anche qui si trovano affreschi piuttosto antichi.

Lungo l’intero chiostro più vecchio si trovano larghi archi sorretti da massicce colonne. Dai capitelli prende il via una decorazione geometrica con colori caldi. Questa stessa decorazione continua poi sui muri, sia coperti dal porticato che corre sui quattro lati, sia sui muri esposti all’esterno. 

Molti di questi affreschi ritraggono scene religiose e santi e le loro condizioni non sono delle migliori, nonostante i restauri.

Tra le personalità che transitarono all’interno del convento di Sant’Antonio va ricordato papa Pio V, che passò quando non era ancora stato nominato pontefice.

Deposito Birra Spluga ^

Facciamo il nostro ingresso nel cuore del centro storico di Morbegno attraverso vicolo Colombo, dove una grande porta ad arco riporta la dicitura “Deposito Birra Spluga“, a commemorare quello che una volta ospitava fusti della birra prodotta in Valchiavenna.

Birra Spluga ha infatti fatto la storia dei birrifici locali, già nel 1820, durante la dominazione austriaca, i mastri birrai videro nei crotti della Valchiavenna un luogo ideale dove far maturare il loro malto. E così, nel giro di qualche anno, gli abitanti locali impararono le tecniche per produrre la birra a bassa fermantazione, dando poi vita alla prima fabbrica di birra italiana, il birrificio Spluga, appunto.

Deposito Birra Spluga su vicolo Colombo - Morbegno

Chiesa di San Giovanni Battista ^

Nel nostro itinerario tra le cose da vedere a Morbegno arriviamo nel cuore del centro storico cittadino, davanti la chiesa di San Giovanni Battista, la più grande del centro storico. Questa chiesa è anche celebre per essere la più importante in stile barocco tra tutte quelle della Valtellina. 

Rimaniamo a bocca aperta davanti alle dimensioni e all’imponenza della facciata della chiesa di San Giovanni Battista che, non a caso, è divenuta uno dei simboli di Morbegno. Ricca di statue, ben nove, e dalla forma curva e concava è completata da colonne e lesene in pietra grigia che contrastano con la base bianca. Il portale, dotato di una cornice e di un grande bassorilievo è posto sotto ad un timpano semicircolare sul quale è posizionata una grande finestra. La parte sommitale della facciata ospita invece un orologio e una balaustra in marmo sulla quale trovano posto altre statue.

Rispetto alle altre chiese viste finora, questa è una ragazzina: venne infatti costruita a partire dal 1680. L’imponenza degli esterni non la ritrovo negli interni, molto più semplici ma comunque con svariate decorazioni e dipinti che la celebrano come una pinacoteca sui dipinti lombardi settecenteschi. Tra questi è presente il dipinto La Madonna col Bambino e San Filippo del 1740 ad opera di Giambattista Pittino e trentasei dipinti ovali sparsi per la chiesa. L’abside è invece riccamente affrescato. Nella chiesa è conservato un reliquiario della Sacra Spina, il corpo del beato Andrea Grego da Peschiera e quello di Santa Costanza.

Piazza San Pietro ^

Piazza San Pietro di Morbegno è una piazzetta dalle dimensioni ridotte e quasi nascosta ai turisti. Nonostante non sia un grande spazio, accoglie però su di se alcuni importanti edifici, primo tra tutti il municipio cittadino.

Municipio di Morbegno ^

Municipio di Morbegno e campanile della chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Il Municipio di Morbegno è ospitato all’interno di un altro dei palazzi storici di questa bella cittadina. Le sue sale sono infatti all’interno della casa della famiglia Castelli di Sannazzaro, costruita durante il XV secolo. Quello che si può vedere oggi, però, è frutto di una ristrutturazione settecentesca che ha rivoluzionato l’aspetto dell’edificio anche integrando sulla facciata un balconcino con una bella ringhiera in ferro battuto.

Quest’edificio è caratterizzato da una facciata tinteggiata da colori pastello e variegata da bassorilievi alle finestre con motivi geometrici e conchiglie. L’arco che conduce al cortile interno è caratterizzato da una cornice in pietra e, al fianco dell’ingresso, sorge un alto campanile che potrebbe essere scambiato per la torre civica cittadina, mentre in realtà è proprio la torre campanaria della chiesa dei Santi Pietro e Paolo.

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ^

Facciata della chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Passando per la piazza San Pietro e lasciandoci alle spalle il municipio, arriviamo davanti alla facciata della chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Questa chiesetta venne costruita nel 1337 ma il suo aspetto attuale è legato a una ristrutturazione seicentesca. Durante il controllo da parte dei grigioni qui venne professata la fede protestante per poi tornare al culto cattolico nel 1620 quando venne per questo motivo ristrutturata.

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo rappresentò la prima parrocchia cittadina. La sua facciata è molto semplice e dotata di una chiusura sinuosa su cui si innalza la croce. Il portale di ingresso è incorniciato in bassorilievi su marmo nero. Le ante in legno sono caratterizzate dai simboli dei due santi della chiesa: San Pietro, con le chiavi, il gallo, la tiara e la croce rovesciata, e San Paolo con la spada ed il un libro. Sul retro della chiesa dei Santi Pietro e Paolo vediamo il campanile seicentesco che avevamo notato pochi minuti prima al cospetto del municipio.

Gli interni della chiesa dei Santi Pietro e Paolo presentano degli affreschi settecenteschi in cui è rappresentato anche lo stemma di Morbegno.

Palazzo Malacrida ^

Facciata del palazzo Malacrida di Morbegno

Prendiamo poi via San Marco e proseguiamo in salita per giungere a un’altra delle cose da vedere a Morbegno: palazzo Malacrida. Questo edificio colpisce per le dimensioni e per i decori. La parte esterna è ricca di elementi in pietra grigia che si stagliano sulle pareti bianche e che vengono sottolinati da decorazioni verdi intorno alle finestre.

Già questo basterebbe per per rendere particolare il palazzo Malacrida, ma ancora più importanti sono le decorazioni interne, eseguite in due anni dal 1761 coinvolgendo svariati artisti. Lo stile predominante qui è il rococò, con ispirazioni lombarde e barocche. Al pian terreno è presente anche un grande scalone caratterizzato da balaustre in marmo bianco rifinite in oro zecchino, oltre a presentare numerose decorazioni. Da qui si giunge al salone d’onore, dove gli affreschi si sprecano e si ricollegano ai balconi interni e a un soffitto in cui viene rappresentato il trionfo delle arti e delle scienze. L’edificio è conosciuto come il più bel palazzo veneziano al di fuori di Venezia.

Palazzo Malacrida di Morbegno venne costruito come casa aristocratica dai discendenti dell’omonima famiglia ed è dotato anche di un grande giardino all’italiana che si sviluppa su tre piani terrazzati.

Chi vuole può visitare il palazzo Malacrida, prenotando una visita guidata.

 

Ponte del Bitto ^

Scendiamo nuovamente verso la parte più bassa del centro storico di Morbegno e dobbiamo attraversare il torrente Bitto che passa proprio per la città. In nostro aiuto viene il ponte del Bitto, costruito in questo modo nel 1883 e con una pavimentazione acciottolata sembra quasi essere di dimensioni spropositate rispetto ai palazzi che lo circondano. 

Il ponte del Bitto permetteva l’ingresso alla città a chi proveniva in direzione di Milano ed è lungo la strada regia che collega Colico a Sondrio. Quando venne ricostruito prese il posto di un precedente ponte più stretto e piccolo. Della versione precedente conserva però la statua di San Giovanni Nepomuceno posta più o meno a metà, su di una balaustra e sopra un piedistallo in marmo con lo stemma di Morbegno. La statua risale al 1756 e guarda in direzione del centro storico, mentre alle sue spalle una folta vegetazione cresce sulla montagna rocciosa che degrada fino al torrente.

Via Cotta Carlo ^

Continuiamo la nostra visita di Morbegno camminando per via Cotta Carlo. Gli alti edifici si alternano tra loro e presentano facciate in cui il tempo inizia a farsi sentire. Di tanto in tanto, però, qualche casa ben conservata mette in mostra gli affreschi alle pareti.

Tra le finestre dei palazzi di via Cotta Carlo vengono narrate storie bibliche, di santi, ma anche di conquiste terriere.

Museo Civico di Storia Naturale ^

La visita tra le cose da vedere a Morbegno procede poi nella parte più culturale della cittadina, dove incontriamo il museo civico e la biblioteca.

Il museo civico di storia naturale è ad ingresso gratuito e dà la possibilità ai suoi visitatori di vedere materiali naturalistici che provengono dall’intera provincia di Sondrio e dalle vicinanze. Venne fondato nel 1974 grazie alla donazione di Giacomo Perego che mise a disposizione la sua collezione. Qui è possibile vedere oltre 1300 campioni di minerali appartenenti a 197 specie, che danno un’idea concreta della diversità geologica di questi territori.
A questa collezione si affianca quella dei fossili, provenienti per lo più da fuori provincia, tra cui una conifera fossile risalente a circa 250 milioni di anni fa. Ci sono poi i settori con la collezione di insetti, di anfibi, di rettili, di uccelli e di mammiferi imbalsamati o conservati in alcool o di cui sono in mostra gli scheletri.

Il museo civico di storia naturale di Morbegno è il più importante della provincia di Sondrio e viene ospitato nel settecentesco palazzo Gualteroni, di cui occupa due piani.

Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno dentro palazzo Gualteroni

Biblioteca Civica Ezio Vanoni ^

Praticamente davanti al museo, separata da un parchetto, c’è invece la biblioteca civica Ezio Vanoni, ospitata in un edificio dall’aspetto insolito. Questa biblioteca, aperta nel 1968 rappresenta una delle più rifornite tra tutte quelle della Valtellina.

La biblioteca è dedicata ad Ezio Vanoni, statista valtellinese, a cui il comune voleva dedicare un monumento. In accordo con i suoi famigliari venne deciso di creare un luogo in cui i ragazzi e le persone potessero formarsi e crescere culturalmente. Anche la sede della biblioteca doveva essere particolare, e così prese vita l’edificio d’avanguardia che ancora oggi possiamo vedere.

La biblioteca civica Ezio Vanoni sembra una fortezza dotata di due torri, sita all’interno di un contesto naturale: tra un parco e il torrente Bitto. La luce del giorno filtra attraverso grandi oblò a soffitto, dalle fenditure aperte nei muri e dalla grande parete vetrata in direzione del monte Disgrazia. Il collegamento con il territorio circostante è ottenuto attraverso il rivestimento esterno, con pietre recuperate dal letto del torrente Bitto. 

La torre principale che svetta dall’interno del complesso bibliotecario prende il nome di Torre del Sapere.

Biblioteca Civica Ezio Vanoni e il suo strano palazzo

Piazza 3 Novembre ^

Ritorniamo poi nel cuore del centro storico di Morbegno e giungiamo in piazza 3 Novembre. Questa piazzetta allungata vede affacciarsi su di se svariati palazzi storici, con pareti decorate da bassorilievi e texture dipinte. Tra le varie attività commerciali che qui si trovano, c’è anche l’antica bottega dei fratelli Ciapponi, anche nota come Bottega dell’Orologio.

Risalente al 1883, conserva ancora l’insegna con le diciture Drogheria, granaglie, formaggi e cordami. Chi ha la fortuna di poter accedere al retrobottega troverà volte, colonne e celle ad alveare che conducono alle cantine in cui vengono conservate le forme di Bitto e i salumi tipici locali, oltre che vini e grappe.

Piazza 3 Novembre di Morbegno e bottega dei fratelli Ciapponi

Piazza Tre Fontane o Piazza Guglielmo Marconi ^

A brevissima distanza incontriamo un’altra piazza di Morbegno. Piazza Tre Fontane è conosciuta anche come piazza Guglielmo Marconi così com’è stata titolata nel 1940.

In questo luogo durante il settecento era ospitato il commercio del legname. Solo ad inizio ottocento venne allargata e prese la fisionomia di una piazza e il nome di piazza Spandrio e iniziò ad ospitare il mercato cittadino. Il nome di piazza Tre Fontane è invece legato alla presenza di una fontana a tre cannelle sovrastata dalla statua di Nettuno e addossata ad un edificio ora demolito. La fontana venne installata nel 1858, ma dal 1880 è stata sostituita dall’attuale a due cannelle. 

Sul perimetro di piazza Tre Fontane si affacciano dei belli e antichi palazzi, caratterizzati da graffiti e affreschi tuttora beni visibili, oltre che ristorantini e bar che accolgono i turisti.

Via Ninguarda ^

Imbocchiamo poi via Ninguarda, una delle strade più antiche di tutto il centro storico di Morbegno il cui nome era legato all’importante famiglia che qui aveva la residenza. Precedentemente era chiamata via Pozzo Modrone, per la presenza di un profondo pozzo. Percorrendola ci ritroviamo tra palazzi antichi e, in parte, malmessi. A un certo punto arriviamo a un paio di archi affiancati, simbolo di antichi loggiati.

Via Ninguarda di Morbegno con archi affiancati

Gli archi di via Ninguarda hanno un che di storico e infatti guardandoli attentamente possiamo notare su quello di sinistra la vecchia numerazione civica, mentre su quello di destra una suggestiva cornice in pietra che pare quasi sostenere il bel terrazzino posto al piano superiore. Sull’architrave vediamo anche il simbolo di un compasso, che segnala la presenza di una bottega artigiana.

Al civico 5 di via Ninguarda è invece presente un palazzo con un affresco quattrocentesco della Madonna col Bambino con al di sotto un episodio della leggenda di Giuliano l’Ospitaliere che significa probabilmente che qui fosse presente una locanda.

Ponte di Ganda ^

Prima di lasciare la città, tra le cose da vedere a Morbegno, c’è anche il ponte di Ganda, che attraversa il fiume Adda che scorre a nord della città. Non è proprio attaccato alle vie più centrali (2,5 chilometri dal centro), quindi se siete di passaggio può essere una valida opzione quella di raggiungerlo in automobile.

Il ponte di Ganda risale al 1778 ed ha la caratteristica forma a schiena d’asino che raggiunge i 30 metri di altezza e sotti i quali si aprono tre archi con i due laterali più piccoli di quello centrale. Le sue forme neoclassiche sostituiscono il precedente attraversamento del 1489, in stile gotico, voluto da Ludovico il Moro. Questo purtroppò andò perso a causa di una piena dell’Adda del 1772.

Grazie alla sua particolare forma, il ponte di Ganda è divenuto uno dei simboli di Morbegno e durante una visita della città non può mancare una sosta anche qui. Ai suoi lati si snoda via il lungofiume con un bel percorso da fare a piedi. Il suo nome è legato alla contrada a cui appartiene, quella di Ganda appunto, che significa “pietraia”.

Mappa dell’itinerario di Morbegno ^

Ecco la mappa dell’itinerario alla scoperta della cittadina di Morbegno. L’intero itinerario può essere svolto a piedi ma, se si è in auto e non si ha troppo tempo, si può scegliere di raggiungere le destinazioni più lontane (come il ponte di Ganda e la chiesa di San Martino) in macchina.

Morbegno in Cantina ^

Tra tutti gli eventi cittadini, quello più famoso in assoluto è Morbegno in Cantina, un evento autunnale della durate di tre weekend che ha alla base la degustazione di prodotti tipici, soprattutto vini.

Morbegno in Cantina vide la luce nel 1995 e ogni anno ha un numero sempre superiore di visitatori, che possono fare dei percorsi culinari e degustativi tra le cantine che vengono allestite in città. Armati di calice e pass potranno gustare vini valtellinesi, stuzzichini e salumi.

Questa è una manifestazione apprezzata perché permette di unire alla qualità dei prodotti una location suggestiva e facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici, disponendo di una vicina stazione dei treni che la collega alle altre città lombarde. 

Ponte tibetano di Morbegno ^

Altra attrazione di Morbegno, che in realtà dista 18 chilometri dal centro storico, è il ponte tibetano. Conosciuto erroneamente come Ponte Tibetano di Morbegno, è in realtà il Ponte nel Cielo di Tartano.

Questo ponte attraversa l’intera vallata Tartano a 140 metri di altezza, senza avere supporti intermedi. Lungo 234 metri permette ai suoi visitatori, che nei weekend e in agosto devono essere muniti di biglietto prima di raggiungerlo, di vivere un brivido dato dall’altezza ma anche dal suggestivo panorama circostante.

Il nome di Ponte nel Cielo rende bene l’idea della sua altezza, che gli ha dato il primato di essere la passerella tibetana più alta d’Europa. Il ponte è inoltre inserito in un bel percorso di trekking, che potrà tenervi occupati qualche ora.

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Morbegno in Un Giorno - Cosa VedereCosa vedere a Morbegno in Un Giorno? Leggi l'itinerario completo e guarda la mappa e le foto di ogni attrazione nella guida completa.https://www.lorenzotaccioli.it/morbegno-in-un-giorno-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli