Flavia Biondi, Le maldicenze
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Flavia Biondi, Le maldicenze

“Le maldicenze” raccoglie per BAO, in un volume, due tra le prime storie fumettistiche realizzate da Flavia Biondi, autrice completa che nel suo lavoro affronta in particolare tematiche LGBTQ+. Sono storie di quasi dieci anni fa, e il passaggio del tempo in questo caso si nota particolarmente: come afferma la stessa autrice, oggi non potrebbe più scrivere le storie nello stesso modo, dato che le evoluzioni sociali hanno comunque cambiato rapidamente le cose, e per quanto restino ovviamente molti problemi aperti la situazione è comunque differente da quella descritta nelle due opere, come spiega la stessa autrice nella prefazione.

 

COVER LE MALDICENZE

 

Flavia Biondi è nata a Castelfiorentino (FI) nel 1988. Dopo il diploma artistico e la laurea presso L’Accademia di
Belle Arti di Bologna in Fumetto e Illustrazione, fonda, assieme a sette colleghi “accademici”, l’etichetta Manticora
Autoproduzioni con cui collabora alla realizzazione di numerose antologie. Le due storie a fumetti di questo volume sono state inizialmente pubblicate con la Casa editrice Renbooks: Barba di Perle (2012) e L’Orgoglio di Leone (2014), di cui su Lo Spazio Bianco ha scritto Claudia Grieco qui.

 

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Ad essi seguirà ancora L’importante è finire (2015). In seguito giunge il passaggio con BAO, per cui pubblica i romanzi a fumetti “La Generazione” (2015) e “La Giusta Mezura” (nel 2017), da noi recensita qui. Nel 2019 è uscita inoltre sul mercato americano, per BergerBooks, la miniserie Ruby Falls, di cui è la disegnatrice sui testi di Ann Nocenti e che viene pubblicata in Italia da BAO Publishing nel 2020 (qui la nostra recensione).

Sullo Spazio Bianco ha parlato del suo lavoro anche l’autrice Mabel Morri (vedi qui), che – sia pure con un taglio e un segno diverso – spesso si occupa di tematiche simili nel suo lavoro, indagando similmente i rapporti personali e il tema dell’accettazione di sé. Qui invece un’intervista all’autrice, in cui riflette appunto sulle opere oggetto di questa riedizione (anche se la stessa riflessione autoriale sembra essersi naturalmente ridefinita in parte nella nuova prefazione).

 

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Dopo un percorso di sempre maggiore affermazione autoriale, che abbiamo sommariamente ricostruito sopra, la ripubblicazione delle due storie appare dunque pienamente giustificata dal renderle disponibili al più ampio pubblico attuale dell’autrice. Al di là dell’evoluzione culturale di cui si è detto all’inizio, e che giustificano la necessità della prefazione a fumetti che la stessa autrice ha voluto premettere al testo, si tratta di due opere già piuttosto mature sia sotto il profilo dei testi che dei disegni.

Il titolo, “Le maldicenze”, è interessante, perché sembra collegarsi a due temi presenti nelle storie. Da un lato, quello della mormorazione, della maldicenza, temuta dai personaggi ancora all’inizio della propria accettazione di sé. Ma, a un secondo livello, potrebbe anche etimologicamente rimandare al “dire male”, alla difficoltà per i protagonisti, ma anche per chi li circonda (e non solo per i personaggi negativi) di trovare le parole per definire correttamente l’identità di ciascuno.

 

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Questo appare sicuramente uno dei punti di forza dell’autrice, già in queste prime storie: quello di non scrivere opere “a tesi”, didascaliche o pedagogiche, ma di mettere in campo dei personaggi dotati di contraddizioni autentiche. In “Barba di Perle”, nuovamente, troviamo un titolo particolarmente efficace, che suona come un ossimoro anche se, in realtà, i due elementi non sono in contraddizione logica, come sarebbero “luce nera” o similare, ma solo per la mancata associazione dei due concetti. Il protagonista Santo, giovane omosessuale terrificato dal giudizio degli altri, tiene “nascosta in un cassetto” (letteralmente) la sua passione per gioielli che non può indossare. Similmente egli non li acquista, ma li ruba, in quanto non osa comprarli (più che altro, parrebbe, per il suo problema psicologico: potrebbe simulare di prenderli per una immaginaria fidanzata, per dire), avviando le complicazioni narrative che portano allo sviluppo della storia.

 

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“L’Orgoglio di Leone” vede invece al centro la relazione tra Thomas, trentenne rampante di successo, che frequenta altri uomini cercando di negare la propria omosessualità, fino all’incontro con Leone, il personaggio che, pur non essendo il protagonista, dà il titolo al racconto, essendo quello che aiuta Thomas ad avviare una riflessione su sé stesso. L’adozione di un protagonista decisamente caratterizzato in modo negativo sotto il profilo psicologico – e che non compie nemmeno un arco di trasformazione così pieno e lineare, rende particolarmente interessante la costruzione dei conflitti e dei rapporti su cui è giocata la storia.

 

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L’efficacia narrativa di Biondi è legata all’abilità con cui – anche grazie alla sua natura di autrice completa – riesce a coniugare sceneggiatura e sua messa in scena disegnata. Il segno è preciso, netto, particolarmente espressivo nella recitazione dei personaggi, che pur essendo spesso drammatica – e non manca un certo gusto per le “scene madri”, ben orchestrate – non è mai caricaturale, pur utilizzando bene sia l’espressività dei volti (più centrale nelle scene diciamo “ordinarie”) che quella dei corpi, sia nelle scene di azione propriamente dette che in quelle di discussione più “teatrali”.

 

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L’impostazione di tavola si basa su una griglia italiana tutto sommato regolare, gestita ovviamente in modo moderno, con frequenti quadruple, occasionali splash pages e altre variazioni presenti quando necessarie alla resa di una scena (specialmente sotto il piano emotivo) ma nel complesso tradizionale. Quello che traspare è un uso abile della “telecamera interna” che crea un ritmo piuttosto cinematografico, con frequenti e ben congegnati cambi di inquadratura (nel fumetto popolare, un linguaggio simile, pur nelle ovvie differenze, è quello di “Julia” di Berardi). L’uso di numerose retinature, con varie sfumature di grigio, contribuiscono a movimentare la tavola e dare profondità, ombra e spessore alla scena, anche se si tratta di due fumetti che personalmente troverei interessante vedere a colori.

Nel complesso, dunque, un bel doppio lavoro, due storie a loro modo complementari che dimostrano le possibilità espressive del racconto a fumetti, oltre a quelle del romanzo a fumetti che, con l’etichetta soprattutto di graphic novel, ha avuto negli ultimi anni una grande espansione. Flavia Biondi si conferma una delle -per fortuna, molte – voci interessanti della sua generazione: e altrettanto fortunatamente, di sicuro non ha ancora affatto concluso quello che ha da dire.

 

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Abbiamo parlato di:

Le maldicenze – Bao Publishing

Le Maldicenze
Prezzo: 21,00€
ISBN: 978-88-3273-586-4
Autori: Flavia Biondi
Colore o B/N: Bianco e nero
Data di pubblicazione: 10/06/2021
Disponibile in digitale: Sì
Formato e rilegatura: Cartonato 17 X 23
Genere: Ammettere di essere chi sei veramente
Pagine: 248

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