MARSICO NUOVO
Posizione geografica
Posizionato a mt. 865 s.l.m., si
sviluppa su tre cime: Civita, Casale e Portello.
E’ circondato dai complessi montuosi del Facito (mt. 1359), del Maruggio (mt.
1577) e del Calvelluzzo (mt. 1699).
Confina a nord con Sasso
di Castalda e con Abriola, a ovest con Brienza, a est con Calvello e a
sud con Paterno e con Marsicovetere. Vi si accede tramite la S.S.598
e la S.P.276.
Etimologia
del nome
Secondo il Racioppi esso deriva
dal tardo latino Mariscus “luogo paludoso”, perché tale doveva
essere il primitivo sito nei pressi della fonte S. Giovanni. Secondo
altri dal popolo dei Marsi che vi si stanziò, pare, intorno alla
fine del IV sec. a.C.
Dati
demografici
Il più antico (Cedolario del
1277): Fuochi 228 (ab.1.368)
Cenni storici
Già in epoca preellenica il suo
territorio fu interessatto da un insediamento di antichi abitatori
italici come si può dedurre dai ritrovamenti di Piana del Lago e
S. Donato.
Durante il periodo romano
vennero costruite alcune Villae rustice di cui sono stati i resti
in località Pergola, Galaino e San Giovanni.
Prima della definitiva
distruzione di Grumentum, sul finire dell’anno 1000, da parte dei
Saraceni, sul sito della Civita esisteva un borgo fortificato
longobardo sotto il dominio nel 943 del Conte Guaimaro.
Ivi si rifugiò il Vescovo di
Grumentum per sottrarsi alla furia saracena ed intorno al 1060 avvenne
il definitivo trasferimento colà della Diocesi grumentina.
Con l’arrivo dei Normanni il
centro fu assegnato intorno al 1077 a Rinaldo di Malconvenienza cui
subentrò, più tardi, il Conte Silvestro.
Ribellatosi costui a Guglielmo
I nel 1161, si vide confiscata la Contea affidata poi nel 1194 a Filippo
Guarna.
In epoca sveva Federico II la
concesse alla famiglia Sanseverino e Manfredi a Enrico di Sperneria e
Riccardo Filangieri.
Con gli Angioini, Marsiconuovo
ritornò a Ruggiero Sanseverino i cui discendenti la tennero sino al
1552.
Passata in dominio regio,
nel 1638 fu ceduta ai Principi Pignatelli, restando sotto di essi sino
al 1806, anno di abolizione del regime feudale.
Gli ultimi esponenti di questa famiglia,
Vincenzo e Diego Pignatelli, aderirono alla Rivoluzione napoletana del
1799 e per questo, a restaurazione avvenuta, perdettero il Feudo.
Dal 1296 Marsiconuovo era
appartenuta amministrativamente alla Provincia di Salerno (Principato
Citra), nel 1809 passò a quella di Basilicata.
Nel periodo risorgimentale fu,
insieme a Montemurro, il centro più attivo della propaganda carbonara.
Sin dal 1808 fu fondata la “Scuola de’ Costumi” in cui si
distinsero il Gran Maestro Vincenzo Cicchetti, il medico Domenico
Pasquarelli e l’ecclesiastico Michele De Blasiis.
Il sisma del Dicembre 1857 lasciò nel paese
profonde tracce; la Cattedrale fu rasa al suolo e con essa buona parte
del Seminario e del Palazzo Vescovile. Si contarono altresì 89 morti.
Dopo l’unità d’Italia , molti suoi abitanti
si diedero al Brigantaggio. Tra essi ricordiamo: Francolino Pasquale,
capobrigante, (alias Chianozzo), Marinelli Nicola (alias
Maggiorano), Parente Domenico A. (alias Laganiello), Votta
Domenico A. (alias Gattone).
Dal 1880 al 1900 Marsico Nuovo
si spopolò, come molti centri della zona, dando il suo contributo alla
triste piaga dell’emigrazione.
Itinerario
nel centro antico
Lasciando la SS 598, si giunge
in località S. Donato e da qui, percorrendo salita S. Angelo, si giunge
in "Civita", il primo sito dell'impianto urbano.Qui si nota, inglobata
nel
palazzo Autilio, una delle torri della cinta muraria medioevale.
Nello slargo, a destra, è la
Chiesa di S. Michele Arcangelo, con facciata romanica affiancata da un
campanile settecentesco. Da notare il portale in pietra del XIII sec.,
con colonne in stile gotico, attribuito a Melchiorre di Montalbano.
All'interno controsoffittatura lignea, con dipinti e stucchi del XVII
sec.
Di fronte, attraversando il
giardino antistante, si giunge alla Chiesa di S. Gianuario,
originariamente tempio pagano, dedicato al dio Serapide. Edificata nell’
XI sec., come abbazia di S. Stefano, ha conservato al suo interno le
quattro colonne serapidee, che introducono le tre navate, a croce
latina. Il portale in pietra è sorretto da colonne in stile corinzio.
Nella nicchia sovrastante è collocato il busto di S. Stefano.
Da qui, percorrendo una breve
salita, si giunge all’ex Convento di S. Francesco fondato nel
1330 sul sito del distrutto castello della Civita e rifatto nel XVII
sec.
Poco distante, al culmine dell’abitato, si erge la Cattedrale (XII
sec.) dedicata a S. Giorgio. Distrutta da un incendio nel 1809 e
ricostruita nel 1833, ha subito gravissimi danni anche dal terremoto del
1980.
Ad essa si affianca il
Palazzo vescovile con l'annesso seminario (XVII sec.).
Da largo seminario si scende a
largo S. Croce dove è ubicato Palazzo Barrese affiancato da
un'altra torre medioevale. Il massiccio portale d'ingresso conserva un’
epigrafe che ricorda la ricostruzione di Marsico ad opera del conte
Goffredo II, dopo il terremoto del 1154.
Proseguendo per via Tocco,
lungo la quale si può ammirare il portale di Palazzo Montesano,
si arriva alla Chiesa di S. Marco del XIII-XIV sec.
Di fronte il Palazzo
Ventre-Ragone. La facciata principale, con il massiccio portale in
pietra, dà sul viale Regina Margherita.
Da piazza Umberto I, il cuore
del paese, procedendo per la salita Portello, ci si imbatte in
Palazzo De Rossi, col suo portale del 1844 e con l'annessa cappella
gentilizia, piccolo gioiello architettonico.
Nel vicino Palazzo Cicchetti
fanno bella mostra il portale e la cappella di famiglia.
Poco distante si erge
Palazzo Pignatelli, simboòo della munificenza della nobile famiglia
napoletana, che ha dominato la valle fino al 1806. L'ingresso a volte,
con affrescato lo stemma dei Principi, un'arma d'oro con tre pignatte
nere nel labello pendente rosso, immette nell'atrio centrale con pozzo.
Nelle prospicienze la Chiesetta di S. Rocco e S. Spirito.
Sul corso V. Emanuele si affacciano i Palazzi Navarra e Blasi,
entrambi risalenti al XIX sec.
Sulla collina più piccola del
centro storico, il Casale, domina l'ex Convento di S. Tommaso, oggi
Palazzo Manzoni. Costruito nel XII sec. dai Guarna, fu dai
Sanseverino donato alle monacche benedettine. L'annessa Chiesa del
Carmine
faceva parte del complesso conventuale, un'ala del quale oggi, purtroppo,
è andata distrutta.
Dalla collinetta, suggestivo punto panoramico, si scorgono, sulla destra,
il Monastero di S. Felice dei Monaci Cappuccini e la Masseria
fortificata della famiglia Maglione detta Il Castello.
In prossimità dell'uscita sud,
della SS. 598, si giunge alla località S. Giovanni. ove venne costruita
dai Pignatelli, agli inizi del XVII sec., La Fontana rinomata per
le sue fresche e limpide acque.
Lungo il fiume Agri, sorge,
ormai semidiruta, la Chiesa di S. Maria di Costantinopoli, eretta
nel 1593. Al suo interno una cupola, affrescata da Salvatore Ferrari,
con rappresentazione dell’Incoronazione della Vergine.
San
Gianuario
La leggenda vuole che, nel III sec. d.C., Gianuario, Vescovo di
Cartagine, arrivò in Lucania e, precisamente, a Potenza, per predicare
il Vangelo. Ucciso nel bosco dell’Arioso dai soldati di Leonzio,
Governatore romano della Lucania, che non gradiva la sua opera di
evangelizzazione, venne sepolto sotto un faggio.
Verso la metà del IX sec.
d.C., una donna marsicana, di nome Susanna, per tre notti di seguito,
sognò Gianuario che la pregava di recarsi dal Vescovo Grimaldo e
di disseppellire il suo corpo, portandolo a Marsico.
Il corpo del Vescovo fu
rinvenuto nel luogo sognato dalla donna, ma insorse una disputa
tra Marsicani e Potentini circa il suo possesso. Essa si risolse a
favore dei primi grazie alla coppia di buoi che lo trasportò verso
Marsico, fermandosi nei pressi dell’Abbazia di S. Stefano. Era il 26
Agosto.
Nel 1826 il Vescovo Marolda
fece edificare in suo onore una splendida chiesa.
Escursioni
consigliate
Fontana delle Brecce e
Pierfaone
(Strada Provinciale
“Marsiconuovo - Maddalena – Pierfaone”, km 27. 00)
In contrada Cognone,
caratteristica per la geomorfologia del territorio e ricca di torrenti a
carattere stagionale, si trova "Fontana delle Brecce".
In località Pierfaone, vicino
Abriola, esistono impianti sciistici, strutture ricettive ed aree
attrezzate.
(Ricerche storiche, monumentali ed
antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B. < Istituto
Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata > sede: 85050 Grumento Nova
(Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail:
[email protected]
Frazioni: Calabritto,
Cognone, Camporeale, Pergola, S. Elia, Valle Casale, S. Vito
Repertorio artistico-turistico:
Chiesa di San Michele Arcangelo con
portale di stile romanico del sec. XVII, decorato con foglie e fiori e con
affreschi dei sec. XII-XIII.
Chiesa di San Gianuario con portale
di stile romanico (sec. MII), avente stipiti decorati e capitelli scolpiti
con figurazioni umane. Nell’interno conserva colonne e capitelli provenienti
da ruderi latini della contrada San Giovanni.
Palazzo Pignatelli, del tardo
rinascimento, con degli esempi notevoli di architettura civile della
regione.
Chiesa matrice di Santo Spirito con
un dipinto dell’Ultima Cena, di buon pittore anonimo del ‘700, e quadri di
Santi dei pittori Simonella e Pecchinedda ed un polittico, di scuola
napoletana, del 1558.
Chiesa di San Francesco con un
pregevole affresco raffigurante Cristo con le donne piangenti, di scuola
umbro-senese ed una “Ultima Cena” dipinta dal Pietrafesa.
Chiesa di Santa Maria del Ponte con
un affresco raffigurante la “Dimora degli eletti”, del ‘700, attribuito al
pittore Ferrari.
Cappella dell’Annunziata: conserva un
meraviglioso quadro della Vergine, opera del Pietrafesa.
Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
con affreschi del pittore Salvatore Ferrari di Rivello (seconda metà del
‘700); conserva anche buoni affreschi del ‘500.
Nei
dintorni: Ruderi di un antico centro medievale; una interessante chiesa
cinquecentesca. Sorgenti solfuree e sorgente solfurea-bituminosa.