Calenda, sconquasso a sinistra. E Renzi riaffiora

patrini calenda renzi
Enrico Letta, Matteo Renzi, Carlo Calenda

di Luigi Patrini

Che indecenza quel che vediamo in politica! Forse un po’ è sempre stato così, forse è così in tutto il mondo, ma certo che il degrado della nostra classe politica, soprattutto della sua élite dirigente, è davvero sconcertante. A renderlo più evidente è il fatto che l’improvviso dimezzarsi dei posti a sedere in Parlamento ha reso più urgente attivare misure di sicurezza per sopravvivere.

Che farci? L’hanno voluto loro! In fondo, anche questo è una forma di “suicidio assistito”: certo, tengono famiglia, a volte anche più di una e …l’inflazione la sentono anche loro. Dovevano pensarci prima!

La lista che sta mettendo insieme Letta qualcuno l’ha paragonata ad un “campo di concentramento dei cambia-casacche”: come dargli torto? D’altra parte, se fai una lista solo per non far vincere l’avversario, è inevitabile metterci dentro oves, boves et universa pecora, in una sorta di orwelliana “Fattoria degli animali” o di versione peggiorata dell’Arca di Noè. Certo che Carlo Calenda ha deluso chi sperava avesse più coraggio: francamente Licia Ronzulli ha un po’ esagerato nel definirlo “un bullo volgare”, perché lo sconquasso che sta producendo tra i seguaci del povero Enrico Letta non potrà che giocare a favore proprio del C-Dx che sta intorno a Berlusconi.

Nel cosiddetto C-Dx, infatti, le cose sembrano andare meglio. “Sembrano”! In effetti qualche problema c’è anche lì: dentro la Lega, tra la Lega e FdI, i cui due leader aspirano entrambi a prendere un voto più dell’altro per diventare Presidente del Consiglio, ed anche in Forza Italia la fuoriuscita di personalità storiche di spicco come Brunetta, Gelmini e Carfagna segnala qualche malessere. Non sarà facile tenere insieme i due giovani leader rampanti per l’antico (e vecchio) ex-Cav. che, come dice Clemente Mastella, aspira ormai a diventare “Vicepresidente della Repubblica, più che Presidente del Senato”. Certo un dato positivo per il C-Dx è il fatto che ad esso si siano aggregati i due piccoli gruppi centristi di Toti-Lupi e di UDC-Brugnaro: la presenza di un piccolo scudo crociato potrebbe essere un buon “porta-fortuna” per questa coalizione. Non pare però azzeccata la scelta di vedere tanti piccoli nomi di capetti nei simboli, ma …vedremo il 25 settembre ….l’effetto che fanno!

Mancano ancora una dozzina di giorni alla presentazione delle liste: cambieranno tante cose ancora. Una la sta già cambiando Calenda che, intervistato da Lucia Annunziata, ha avviato una sorta di Bad Godesberg per il PD di Letta e per tutta la sinistra, che avrà effetti imprevedibili: forse arriveranno anche loro a “mettere Marx in soffitta”, come hanno fatto gli SPD Tedeschi nel lontano 1959!

patrini calenda renzi
Luigi Patrini

Molti sono sconcertati e si interrogano sulla sorte di Matteo Renzi. Ha fatto bella impressione la sua scelta di andare da solo con la piccola pattuglia di Italia Viva: una testimonianza! Forse spera ancora che Calenda ci ripensi, e non è escluso che, dopo l’intervista televisiva di ieri pomeriggio, quello che qualcuno aveva battezzato “Audacia assente” e ha dimostrato invece di avere un gran coraggio rompendo il castello di sabbia di Letta, possa cambiare qualcosa nella cosiddetta area di Centro, intermedia tra i due maggiori schieramenti attuali. Simpatica la battuta immediata della Meloni: “Calenda ci ha ripensato e non si sposa più con Letta, forse scappa con Renzi”. Nuove “vite intrecciate”?

Già, ecco che ritorna in gioco Renzi: una nuova e inaspettata chance per il bullo fiorentino, dunque?

Capisco che, mentre i leader di destra, sinistra e centro sognano di liberarsi di lui, forse a molti elettori pare che sia proprio lui uno dei pochi che meriterebbe di essere “salvato”. Non ho mai nascosto la mia scarsa simpatia per Renzi, il “bomba”, come lo chiamavano i suoi amici, ma la sua scelta di correre in solitaria me lo rende …simpatico. Non credo, francamente, che questo basti a farlo votare, ma lo rende simpatico! Certo ha fatto gravi errori (il referendum del 4 dicembre 2016: un unico Sì o un No per una quarantina di questioni! “Se perdo il referendum mi ritiro dalla politica”, invece è ancora lì), ma dobbiamo essergli grati almeno per due scelte: quella di Mattarella al posto di Napolitano (2015) e quella dell’anno scorso, di far cadere il “Conte 2” per sostituirlo con Draghi.

Mi ha sorpreso un appello a suo favore apparso su HuffPost Italia, fatto con ironia ovviamente: “Salvate il soldato Renzi”, diceva parafrasando il famoso titolo del film di Spielberg. Arriveranno in tempo i marines a salvarlo? Vedremo. Certo se ne sentirà la mancanza e, comunque, già il coraggio di “correre da solo” lo fa emergere una spanna sopra gli altri competitori. Se ce la fa, avremo un king maker fisso per altri cinque anni.

Qualcosa di nuovo accadrà di certo, perché il terremoto che Calenda sta provocando e che non può non rimettere in movimento una situazione che pareva avviata ad un penoso e inesorabile declino della politica nazionale, affossata da leader iperideologizzati e ripiegati sul loro ombelico, ha riaperto giochi e prospettive. Se non ce la facesse, si potrebbe sempre rivolgere una petizione a Mattarella perché lo nomini senatore a vita: ha sbagliato come tanti (come tutti!), ma non dobbiamo sottovalutare il grande merito che ha avuto del far cadere Conte e aver smascherato l’inconsistenza del partito creato dai “Vaffa” sbraitati da un comico che rappresenta solo sé stesso. Così facendo ha costretto tanti cittadini a riscoprire l’importanza di non sfuggire dalla politica, che è una cosa seria e per purificare la quale occorre l’impegno di tutti: eletti ed elettori!

Sia lui che Calenda, protagonista di uno scossone sismico alla corsa elettorale in atto, saranno ricordati come i protagonisti di questo dopo-Draghi che sta riaprendo la speranza che qualcosa, forse, potrebbe cominciare a cambiare anche nella nostra politica, svecchiando vecchi schemi che sono sopravvissuti al crollo del Muro di Berlino, alla scomparsa dell’URSS e ai cambiamenti provocati dal terrorismo.

Torniamo a sperare? Vorrei provarci con voi! Permettetemi perciò di chiudere con i versi del grande scrittore inglese T.S. Eliot tratti dai Cori dalla Rocca: “Nei luoghi deserti /noi costruiremo con nuovi mattoni. /Ci sono macchine e mani, /e calce per nuovo cemento. / Dove i mattoni sono crollati /noi costruiremo con nuove pietre. /Dove le travi sono spezzate / noi costruiremo con nuovo legno. /Dove la parola non è pronunciata/ noi costruiremo con nuovo /linguaggio. /C’è un lavoro comune, /e c’è una fede per tutti, /un compito per ognuno. /Ogni uomo al suo lavoro.

Buon lavoro, cari amici elettori! Forza e coraggio!

patrini calenda renzi – MALPENSA24