Videogiochi: quale console scegliere? I consigli di Gamesearch

console per videogiochi

Tablet o console? Console portatile o fissa? Spesso i genitori sono disorientati di fronte all’acquisto di un dispositivo digitale, soprattutto se dedicato ai videogiochi. Per questo, visto l’approssimarsi dei regali di Natale, per fornire ai genitori qualche consiglio su come scegliere la console più adatta alle loro esigenze, abbiamo chiesto una mano a Emanuele Cabrini, fondatore del sito GameSearch.it che affronta l’argomento videoludico con un approccio divulgativo accessibile a tutti e attento agli aspetti educativi.

Console

Foto di Jason Devaun ©©

Mamamò: Emanuele, partiamo da una delle domande che ci fanno i genitori che vogliono acquistare un dispositivo per videogiochi per i propri figli: tablet, pc o console?
Emanuele Cabrini: Scarterei il pc al di sotto dei 13 anni, perché sia l’acquisto dei titoli che le modalità di gioco possono essere un po’ macchinose per chi non ha dimestichezza con l’hardware e gli store online. Inoltre, se il pc non è abbastanza performante a livello di processore e scheda grafica, l’esperienza di gioco può non essere delle migliori. Tra tablet e console mi orienterei comunque sulla console perché è immediata: attacco la console alla tv, inserisco il disco e posso giocare. Inoltre, le console hanno delle nutrite community di giocatori e quindi presentano una dimensione sociale importante per i ragazzini, che amano discutere dei propri videogiochi preferiti con gli amici.

Mamamò: Lasciando un attimo da parte il mondo Nintendo, tra le due grandi rivali del settore, Xbox e PlayStation quale sceglieresti?
Emanuele Cabrini: Benché in rete si discuta molto su performance e qualità grafica, si tratta di due console sostanzialmente equivalenti. Quindi, per il motivo cui facevo riferimento prima, vale a dire la dimensione sociale del videogioco, sceglierei quella più diffusa, che può contare su una comunità di giocatori più numerosa. Al momento PS4 ha venduto molto bene, mentre l’ultimo modello di Xbox ha avuto dei risultati al di sotto delle aspettative. Si tratta in ogni caso di console che piacciono anche agli adulti e che spesso i genitori amanti dei videogiochi comprano con la scusa di regalarle ai figli e l’obiettivo malcelato di giocarci in prima persona. Wii U, invece, è un discorso a parte, perché non ha la resa grafica delle console di Sony e Microsoft. Non è una console solo da “gamer” ma anche orientata alle famiglie. Il suo bello sta quindi nel gran numero di titoli per bambini, un aspetto che caratterizza tutte le console Nintendo. Tra quelle portatili infatti mi orienterei su Nintendo 3DS, perché è la più diffusa e ha i giochi più adatti ai più piccoli.

Mamamò: Qual è invece secondo te la console con il parental control più efficace?
Emanuele Cabrini: Tutte le console hanno efficaci sistemi di controllo parentale, attraverso una password che permette di bloccare i contenuti e l’accesso online. Ognuna ha un proprio sistema di settaggio e di accesso, ma sostanzialmente offrono funzioni equivalenti. Il problema è che sono pochi i genitori che conoscono l’esistenza dei sistemi di parental control e quindi che li utilizzano. Così come pochi conoscono il sistema di classificazione PEGI. Alcuni pensano che si tratti dei voti attribuiti al gioco dalle riviste. Ovviamente, il PEGI ci può fornire un’indicazione sull’età a cui è adatto il gioco, ma non può essere un riferimento assoluto. Molto dipende dalla maturità del singolo giocatore e dall’uso condiviso: in alcuni laboratori con finalità didattiche mi è capitato di usare giochi come Assassin’s Creed – che è un PEGI +18 – insieme a dei minorenni. Del resto, spesso per ragioni promozionali l’immagine che il marketing restituisce di molti titoli è appiattita sugli aspetti più violenti o eclatanti, mentre la realtà del gioco è molto più complessa e interessante. Assassin’s Creed è un caso emblematico, perché la pubblicità si concentra sulle azioni dell’assassino, mentre trascura l’accurata ricostruzione storica che viene fatta all’interno del gioco. Invece di vietare semplicemente un videogame, i genitori dovrebbero giocare di più insieme ai propri figli. Il problema è l’assenza di una cultura videoludica diffusa, verso la quale gli editori mostrano uno scarso interesse – parlo dei colossi impegnati a investire centinaia di milioni di euro in megaproduzioni che devono rientrare velocemente dei costi e in cui il marketing pesa per il 50% del budget.

Mamamò: Dato che ci avviciniamo al Natale, ci consigli qualche titolo per i più piccoli?
Emanuele Cabrini: “Mario e Luigi Paper Jam Bros.” è una novità interessante per il Nintendo 3DS. Sempre per i più piccoli (ma non solo) ci sono le ultime uscite della serie di videogame della Lego – tutti “multipiattaforma”, si trovano quindi su Xbox, PlayStation, console Nintendo… Sono “Lego Jurassic World”, “Lego Batman”, “Lego Lo Hobbit”, che si aggiungono ai titoli dedicati a Harry Potter, Star Wars, Il Signore degli Anelli. Per le ragazzine consiglierei l’ultima uscita della serie Animal Crossing su 3DS, “Animal Crossing: Happy Home Designer”.  Se poi c’è qualche papà appassionato di Star Wars (dato l’imminente arrivo nei cinema del nuovo film) è uscito qualche giorno fa “Star Wars Battlefront” su PS4 e Xbox One. È vero che è un PEGI 16, ma a parte le sparatorie con le astronavi o con i fucili laser non è così “disturbante”. E poi ha un livello di difficoltà che è accessibile a tutti. Molti critici di settore hanno giudicato negativamente questa caratteristica, ma personalmente lo considero un aspetto positivo.

Emanuele Cabrini è il fondatore di GameSearch.it, sito dedicato ai videogiochi, che si distingue per un approccio divulgativo, accessibile a tutti e attento agli aspetti educativi, oltre che a quelli storici e culturali legati ai videogiochi.