E' tornato a gareggiare e ha detto di voler puntare ai prossimi campionati Europei di atletica leggera. Quelli del 2024 a Roma, in casa, quando di candeline sulla torta ne avrà 39, lui che è nato nel 1985. Andrew Howe, campione europeo di salto in lungo e vice campione del mondo, ha voglia di tornare grande, tra i grandi.

Atleta con un talento cristallino, è riuscito a imporsi, negli anni dell'attività agonistica, al pubblico italiano anche oltre la pedana e la pista: personaggio sportivo ma anche di stile, iconico, inconfondibile, senza mezze misure.

Il suo grido e la sua esultanza ai Mondiali sono patrimonio italiano, sono nel cuore di molti appassionati di sport. Si sta allenando, sta faticando e sudando. E dice che dobbiamo essere pronti a vederne delle belle...

Andrew Howe nel team di Uyn Sport

Lo abbiamo incontrato nella sede di Uyn. Oggi Andrew è entrato nel "team" di atleti e ambassador del brand mantovano.

Con lo scopo di collaborare con il nuovo centro di ricerca e sviluppo (AREAS) per realizzare una nuova scarpa da running firmata Uyn.

A quasi 40 anni gli resta la luce negli occhi quando parla di salto in lungo, di sport, di fatica, di allenamento, di pista. E anche di musica.

L'intervista a Andrew Howe e quel sogno a quasi 40 anni

Perché ti sei rimesso in pista?

"Mi sono guardato allo specchio, ho ricominciato ad allenarmi e ho sentito delle sensazioni molto molto buone. E così ho detto: perché no?".

Come ti stai allenando? Solo pista o anche palestra?

"Sto facendo molto training funzionale, anche a corpo libero, anzi, soprattutto a corpo libero. Faccio interval training esplosivo: arrivo prima in acido, quindi gli allenamenti durano meno. Però bisogna fare così. Poi mano a mano che ci avvicineremo alle gare ridurremo questo tipo di lavoro e allenerò forza, resistenza, velocità. Più lavori specifici in pedana".

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Cosa è cambiato rispetto a 15 anni fa? Hai quasi 40 anni...come è cambiato il tuo corpo?

"E' cambiato tutto. Devo allenarmi in modo diverso. Serve più intensità e meno continuità. Sembra quasi un discorso assurdo perché, col passare degli anni, potrebbe sembrare più naturale il contrario".

Se 15 anni fa avessi detto che ti allenavi in palestra a corpo libero...

"Nessuno avrebbe capito. Confermo. Ma è cambiato tutto. C'è più conoscenza. Anche tra gli amatori. E questo è positivo. E' un bel cambiamento, un bel movimento".

La cosa più difficile a 38 anni?

"Ggestire gli infortuni. La fatica è quasi piacevole. Io sono atipico, per me la fatica è una goduria. Ma la gestione degli infortuni è difficile. Mi devo allenare meno. Dai 35 fino ai 42 anni bisogna allenarsi poco e riposare di più".

Quanto i risultati della nazionale azzurra hanno influito sulla tua voglia di tornare? Cioè, guardando le Olimpiadi e i Mondiali hai pensato "Potrei esserci anche io là..."?

"Sì, l'ho pensato. I risultati mi spronano. Fanno bene a tutto il movimento e anche a me. Avere un Mattia Furlani, per esempio, che salta così bene a 20 anni, mi dà tanti stimoli".

Hai iniziato la collaborazione con Uyn: state progettando una nuova linea running?

"Non posso ancora anticipare nulla. Lavoreremo molto sulla tecnologia della scarpa e sui materiali. Cerco di dare il massimo del mio apporto".

Però sarà dura vederti saltare con scarpe Uyn...

"Non è detto. Sarebbe una cosa veramente bella. Anche perché scarpe chiodate italiane non ne esistono".

Capitolo dieta e alimentazione: fai più fatica di prima a tenerti in linea?

"Credo che una volta che ognuno di noi trova la dieta 'giusta', poi si debba solo pensare a mantenersi. Io faccio così. Ho le mie regole, la mia dieta per un periodo intenso, poi mi riesco a gestire. Cambia tutto quando sono in periodo di gara. Lì è un altro discorso: insalata e pollo, non si scappa".

Suoni ancora la batteria?

"Sì, purtroppo nell'ultimo periodo meno di quanto vorrei. Ma il mio gruppo rock esiste ancora. E torneremo a suonare in pubblico".

andrew howe e quella voglia di tornare grandepinterest
Pier Marco Tacca//Getty Images

La tua colonna sonora ideale? Quella che ti serve per la carica?

"Il genere che piace a me è il post rock, hard core. L'opposto del commerciale. Non è molto comune, ma fa parte del mio essere. Ascolto quella musica, la consiglio".

Sei stato un personaggio sportivo ma non solo. E adesso?

"E' un po' diverso il mio approccio ora. Mi sento più maturo. E' un approccio molto più professionale".

Cosa vuole fare Andrew da grande?

"Lavorare con le aziende per portare il mio know how, anche nella moda. E poi mantenere il mio profilo come trainer. Intanto però cominciamo con le gare. Se guardo al futuro sono fiducioso: so cosa posso fare, dove voglio andare. E credo che ne vedrete delle belle...".