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MONTECCHIO EMILIA, CASTELLO

   a cura di Elisa Delgrosso

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Il castello di Montecchio Emilia.

In basso: vista del castello dalla piazza principale della cittadina.

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Montecchio Emilia  Montecchio Emilia

 

Iscrizioni dei carcerati situate nel piano nobile  Uno dei tre torrioni che includeva il perduto ponte levatoio  Il torrione est  Il mastio  L'orologio antico, e funzionante, del mastio  Il sepolcreto ritrovato sul perimetro del castello



Epoca: l’impianto originario del castello risale al secolo XI, come si può dedurre da un documento autografo, datato 1114, della contessa Matilde di Canossa. La struttura attuale appartiene invece alla fase tardo medievale.

Ubicazione: Montecchio Emilia si trova in provincia di Reggio Emilia, poco al di là del confine con la provincia di Parma.

Stato di conservazione: il castello è sottoposto a pregevole restauro.

Come arrivarci: equidistante fra Parma e Reggio, Montecchio si trova a 6 km sud della via Emilia in direzione Val d'Enza.

    

Cenni storici

Nonostante la datazione originale del castello, sul luogo dovevano preesistere insediamenti più antichi, attestati da numerosi ritrovamenti altomedievali (tra cui la necropoli) e da altri rinvenimenti di epoca barbarica e romana.

La sua posizione strategica, nel medio corso della valle dell'Enza, gli ha attribuito un ruolo di avvistamento e di primo baluardo nel contesto del sistema difensivo pre-appenninico posto in atto dai Canossa.

Nel secolo XIII fu oggetto di aspre contese tra vescovi e il Comune di Parma. Fu più volte assediato ed espugnato prima da Azzo d'Este (1296), poi da Gilberto da Correggio. Fu quindi soggetto al dominio dei Visconti; subì il dominio di Alberigo da Barbiano (1392-1402), di Ottobono Terzi (1403-1409) e di Muzio Attendolo Sforza (1411-1420).

Nel 1246 ritornò agli Estensi, che dal secolo successivo vi costituirono un loro feudo privilegiato. Dal 1482 al 1486 fu occupato da Guido Torelli che fortificò la rocca. Montecchio, elevato a marchesato nel 1562, seguì poi le sorti del Ducato Estense, salvo brevi periodi fino alla fine del 1700 (avvento della Repubblica reggiana), e poi fino alla costituzione del Regno d'Italia.

Dopo le prime fortificazioni, l'edificazione proseguì con successivi interventi fino al XVI secolo per volere degli Estensi, ed in particolare del principe Luigi d'Este, il quale ebbe qui residenza dal 1638. Il castello fu a lungo occupato dai Vicedomini che rivestirono funzioni vicarie prima dei vescovi di Parma, e poi degli Estensi. Dopo la morte del duca Alfonso II (1598), Montecchio diede continuità alla casata estense attraverso il ramo cadetto degli "Estensi da Montecchio".

Il castello di Montecchio Emilia aveva un primo fossato di difesa e le "Fosse della Rocchetta" correvano tutt'intorno al perimetro della rocca. Furono chiuse nel 1649 su ordine del principe Luigi d'Este. Entrando dal piazzale Rocca, si accede al "Cortile della Rocchetta". In origine a cielo aperto, venne coperto e adibito ad ambiente per attività sociale nel dopoguerra. Una scala, ora riaperta, lo collega ai sotterranei. Tra le sale al piano terra, ora utilizzate per attività informatiche, si segnala la sala del Bargello. Nel XVII secolo questa sala, unitamente ai locali soprastanti, era a disposizione del bargello, il comandante delle guardie. Successivamente fu utilizzata dal principe Luigi d'Este. La sala conservava un artistico camino ora depositato nei Civici Musei (Reggio Emilia), riportante lo stemma dei Visconti. 

In generale, la struttura richiama in tutto e per tutto la tipologia dei castelli matildici di pianura, con i torrioni e il fossato (che ora non c’è più).

L’interno è ricco di spunti interessanti dal punto di vista archeologico, culturale e turistico. Fra le tante cose da notare un sepolcreto carolingio ritrovato durante i recenti lavori di scavo, vari resti delle prigioni e un piccolo ma prezioso affresco ritrovato per caso pochi anni fa.

Pregevole il lavoro di restauro che ha riportato alla luce questa importante struttura storica e che ha coinvolto tutta la comunità.

      

Come visitarlo: è aperto tutto l'anno, feriali e festivi dalle 9,30 alle 12,30, e dalle 15,00 alle 18,30. Chiuso in agosto, Capodanno e Natale (dati 2005).

  

  

 

©2005 Elisa Delgrosso. Le prime due immagini riquadrate (inserite nel 2016) sono tratte, rispettivamente, da www.sassuolo2000.it e da http://musei.provincia.re.it. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

   


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