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Linea di confine

JR e l’attivismo in fotografia

La fotografia è per natura duttile e poliedrica; si adatta a seconda della situazione, del periodo e del contesto. Da quasi due secoli permette all’uomo di rendere una documentazione estremamente realistica della realtà mostrando, in alcuni casi, le numerose contraddizioni che caratterizzano la società attuale. Dalle fotografie di Jacob Riis e Lewis Hine sullo sfruttamento minorile delle fabbriche di inizio novecento, passando per i fotografi della Farm Secutiry Administration e la documentazione delle zone rurali degli Stati Uniti di seguito alla Grande Depressione, fino ad arrivare ad artisti del carico di Robert Capa, Koudelka, Nik Ut, che ci hanno regalato alcune delle fotografie più diegetiche della storia del novecento. Gli artisti sopra elencati, nonostante le possibili differenze stilistiche, condividono un comune denominatore: l’essere sempre presenti nel momento in cui l’evento accade. Potrebbe sembrare un ragionamento banale, in quanto il congelare un istante è di per sé un concetto base in fotografia, ma quando si tratta di guerre, rivolte sociali, disfunzioni del sistema politico ecc…, questa presenza, questo “essere in prima linea”, perde tutto l’alone di banalità che esso sembrerebbe avere a primo impatto. 

La fotografia che ho scelto per rappresentare al meglio questo concetto appartiene all’artista francese Jean René, conosciuto ai più come JR. Mi trovavo ad Amsterdam, gita di classe, mi ero approcciato da poco alla fotografia e stavo visitando i vari musei dedicati. All’interno del Foam, nel bel mezzo di una miriade di bellissimi scatti, qualcosa attira immediatamente la mia attenzione: è la foto di JR. 

Solitamente preferisco non fotografare le opere degli artisti, desidero godermele dal vivo in tutta la loro bellezza e unicità, ma questa foto aveva un’energia diversa. Messicani e americani riuniti assieme in un lungo tavolo per banchettare, sforando il muro tanto agognato da Trump. “Le persone mangiano lo stesso cibo, condividono la stessa acqua, godono della stessa musica (metà della band su ciascun lato) intorno all’occhio di un sognatore… abbiamo dimenticato il muro per un minuto… ”, così ha descritto JR la scena nel suo profilo Instagram. L’artista, che opera tramite installazioni di grande formato, si serve della fotografia (come Hine, Riis, Koudelka ecc…) per studiare e tentare di correggere problematiche di portata internazionale; anche lui, come gli altri fotografi citati, lavora “in prima linea”, seppur in maniera differente. Le sue opere hanno forte valenza sociale e politica, JR ha il coraggio di sfidare persone e paesi totalmente fuori portata se paragonati ad un singolo uomo. Inoltre, le sue installazioni fotografiche non si trovano nei musei o nelle gallerie, ma vengono costruite appositamente sul posto; con questa metodologia “banksiana”, JR riesce a portare l’arte dove normalmente neanche potrebbe esistere. Il suo “essere in prima linea” non si limita soltanto alle tematiche di valenza socio-politica che la sua arte e la sua fotografia affrontano. 

La fotografia stessa, per la sua caratteristica capacità di rendere un ritratto realistico della società, può essere definita un’arte da prima linea, che grazie ad artisti come JR aiuta lo spettatore a riflettere e magari chissà, nel limite della propria influenza, ad agire. L’arte fotografica intesa come riflesso diretto della realtà, che pone in relazione spettatore, artista, e soggetto, all’interno di una corrispondenza che invita alla riflessione e, se possibile, all’azione. Forse l’arte, e la fotografia in particolare, non riusciranno a cambiare radicalmente il mondo, ma saranno sempre capaci di metterlo in discussione.

Nato nel 2000, studente di curatela fotografica, divoratore di film, fotografo occasionale. I miei compagni di scuola dicevano di me che ero (e spero di essere ancora) una persona tranquilla, riflessiva, razionale. Forse non mi conoscevano abbastanza. Il libro che ho sul comodino è "Il Giovane Holden" di J.D. Salinger, alternato al "La Nausea" di Sartre. Domani vorrei scattare in pellicola.