Come riconoscere il sesso del pappagallo, se maschio o femmina

Come riconoscere il sesso del pappagallo, se maschio o femmina
Ultima modifica 28.09.2023
INDICE
  1. Come riconoscere il sesso del pappagallo, se maschio o femmina
  2. Il sesso dei pappagalli: le specie con dimorfismo
  3. Altre specie meno comuni
  4. Altri metodi per capire se un pappagallo è maschio o femmina

Come riconoscere il sesso del pappagallo, se maschio o femmina

Non è sempre facile distinguere il sesso dei pappagalli. In molti casi sono presenti delle chiare differenze fisiche ma non è sempre questo il caso. Riuscire a capire se un pappagallo è maschio o femmina può essere anche particolarmente complesso, a dire il vero. Esistono però dei metodi da attuare per ottenere una risposta soddisfacente, anche in caso di mancanza di dimorfismo sessuale (differenza morfologica e comportamentale tra membri di una stessa specie, ma di sesso differente, ndr).

Il sesso dei pappagalli: le specie con dimorfismo

  • Parrocchetto monaco;
  • Pappagallo cenerino;
  • Parrocchetto dal collare;
  • Pappagallo del Senegal.

Per alcune specie è decisamente più semplice capire se un pappagallo è maschio o femmina. Parliamo dei casi in cui sono presenti delle precise differenze, il che a volte consente di risolvere il dubbio con un semplice sguardo.

Una delle specie più diffuse in Italia è il parrocchetto monaco, al punto da essere considerata ormai invasiva. Si tratta di un tipo di pappagallo generalmente tenuto in cattività ma, nel corso degli anni, i casi di fuga sono aumentati a dismisura, al punto da generare vere e proprie popolazioni selvatiche.

Serve molta attenzione per capire il sesso. Un metodo è quello di osservare a lungo e attendere un movimento brusco della coda da un alto all'altro nella fase di primo accoppiamento. Questo è un segnale evidenziato soltanto nei maschi. Le femmine, invece, sono più inclini a muovere la coda verso il basso e l'alto.

Ben differente il discorso per il pappagallo cenerino, che vanta invece differenti caratteristiche distintive. In questo caso capire se un pappagallo è maschio o femmina è questione di pochi sguardi. Quelli di sesso maschile sono tendenzialmente più grandi e hanno tendenzialmente macchie oculari appuntite. Le femmine, invece, sono più piccole e con macchie arrotondate, con inoltre piume grigio chiaro nella parte inferiore del corpo, a differenza della controparte, che le ha più scure.

Torniamo a parlare di specie tendenzialmente in fuga dalla cattività, che oggi invadono le città: il pappagallo dal collare. La principale differenza in questo caso è insita proprio nella loro caratteristica cardine, il collare. Nei maschi si sviluppa un anello scuro intorno al collo. Nelle femmine, invece, l'anello di per sé è molto meno visibile. Questa particolarità, però, non si evidenzia fino alla maturità sessuale, intorno ai 3 anni.

Il pappagallo del Senegal presenta a sua volta un modo molto semplice per distinguerne il sesso. Le piume sotto la coda sono generalmente di color giallo pur nei maschi. Che siano verdi è una vera e propria rarità. Nelle femmine, invece, è una combinazione dei due colori.

Altre specie meno comuni

  • Calopsite;
  • Pappagallo eclettico;
  • Amazzone fronte bianca;
  • Pappagallini australiani.

Proviamo ora ad analizzare come capire se un pappagallo è maschio o femmina in quelle specie che non sono così comuni nelle nostre città. Partiamo dalla specie di calopsite, che dividiamo in tre tipologie, con altrettante differenziazioni.

Nelle calopsite ancestrali si individuano colori differenti del viso. Nelle femmine i toni sono più tenui e nei maschi più intensi. Nelle calopsite perlate invece, dopo la muta delle piume soltanto le femmine conservano le perle sulle ali. Passiamo infine alle calopsite faccia bianca, che di fatto hanno una piccola maschera sul viso. Questa è bianca nei maschi, mentre nelle femmine la colorazione si mescola al griglio. A ciò si aggiungono le dimensioni come elemento distintivo, con le femmine che sono di taglia inferiore.

Il pappagallo eclettico (Eclectus, ndr) è probabilmente uno dei casi più semplici da risolvere. La differenza è infatti molto evidente. I maschi sono di colore verde, con il becco giallo-arancione. Le femmine sono invece rosse e blu, con il becco nero.

Che dire invece dell'Amazzone fronte bianca. Alcuni potrebbero pensare di osservare proprio l'elemento distintivo tra gli occhi, alla base del becco in pratica, ma non è così. L'attenzione va posta sulle ali, precisamente nell'area dov'è l'articolazione delle ossa. Il maschio ha lì delle piume di color rosso vivo.

Infine, per capire se un pappagallo è maschio o femmina nella specie dei pappagallini australiani, occorre fare una distinzione. Il parrocchetto di Barraband vede le femmine senza il distintivo rosso e giallo su viso e gola. Nel parrocchetto reale australiano, invece, le femmine hanno sia viso che testa e gola di color verde. Nei maschi invece queste parti sono rosse, una volta raggiunta la maturità sessuale.

Altri metodi per capire se un pappagallo è maschio o femmina

  • Le uova
  • Test del DNA

Sono svariati i casi in cui non vi siano tracce di dimorfismo tra maschio e femmina. In situazioni di questo tipo occorre fare ricorso ad altri metodi. Partiamo dalla deposizione delle uova, che è di certo il modo più concreto e definitivo di distinguere il sesso. Va da sé che si tratti di un'opzione che richiede tempo e pazienza. In cattività, però, il tutto potrebbe essere più rapido. In natura infatti occorre attendere la copula con il maschio, mentre in gabbia potrebbe non essere necessario. Ad ogni modo ciò non accade prima dei tre anni di vita.

Un'alternativa più rapida è di certo il test del DNA, generalmente molto accurati anche se non assoluti. È possibile inviare in un laboratorio attrezzato una piuma o una piccola parte di unghia. Meglio rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per scoprire su chi fare affidamento.

Esisterebbe infine l'opzione chirurgica, la quale non è da considerarsi un'ipotesi viabile, mai e in nessun caso. Non solo potrebbe provocare gravi danni all'animale. È anche una pratica inutilmente invasiva che i veterinari professionisti si rifiutano, a giust'avviso, di effettuare.