Ascolta i fiori dimenticati

Alice è una bambina di nove anni che vive insieme al papà e alla mamma in una casa isolata nel New South Wales australiano. Quello che inizialmente sembra essere un quadro familiare idilliaco si rivela ben presto un inferno che intrappola la protagonista e sua madre Agnes - in uno stato avanzato di gravidanza - in una morsa di violenza e soprusi psicologici perpetrati quotidianamente dal padre Clem. Dopo essere riuscita a mettere in atto una breve fuga fino alla biblioteca più vicina, Alice rimane vittima di un misterioso incendio che le porta via la casa, i genitori e il nascituro fratellino. Orfana e traumatizzata, la bambina si ritrova così contesa tra due donne che desiderano prendersi cura di lei mentre deve fare i conti con i segreti che circondano la sua famiglia.

Tratta dall'omonimo best seller di Holly Ringland, Ascolta i fiori dimenticati racconta la violenza sulle donne attraverso una storia potente e avvincente. Tuttavia, se i primi episodi dosano con sapienza la costruzione della tensione e i progressivi disvelamenti, nella seconda parte il ritmo della narrazione perde di mordente, per poi affrettarsi in un finale coerente ma precipitoso.

Ascolta i fiori dimenticati ha alle spalle gli stessi produttori di serie come Big Little Lies, Nine Perfect Strangers e Anatomia di uno scandalo: con esse condivide un cast prevalentemente al femminile, una storia fatta di segreti che devono essere svelati e una costruzione lenta e crescente della tensione. Quella che inizialmente sembra essere una vicenda altamente drammatica, eppure piuttosto semplice, ben presto si inserisce in un quadro ben più complesso e intricato di quanto non si potesse immaginare.

Ad animare i misteri della serie un cast di tutto rispetto, su cui spicca il nome di Sigourney Weaver, nei panni della granitica nonna della protagonista. Al suo fianco, le ottime Asher Keddie e Alycia Debnam-Carey interpretano rispettivamente una tormentata quanto ossessionata bibliotecaria alle prese con l'elaborazione di un terribile lutto e una Alice adolescente libera e vitale.

Anche la giovanissima Alyla Browne - già nel cast di Nine Perfect Strangers, come Asher Keddie - interpreta con intensità la Alice bambina, silenziosa e sofferente. Come una novella Sirenetta, infatti, dopo l'incendio che porta via la sua famiglia Alice perde la voce e deve cercare di riconquistarla: espressione dell'interiorità della protagonista, la voce rappresenta la sua identità, apparentemente scomparsa insieme alle sue radici. Una voce strappata dalla violenza, la cui riappropriazione diviene simbolo di rinascita, dell'affermazione di sé, il grido vitale di un'esistenza negata.

Ma riacquisire fiducia in sé stessi è un processo lento, come il ritmo con cui procede la storia, in cui regna una calma inquietudine, restituita efficacemente dalla fotografia. Soprattutto nelle prime puntate, emerge infatti un'avvolgente e simbolico uso della luce: la serie si apre con un tramonto, un cielo color pesca che sovrasta una natura silenziosa e solo apparentemente tranquilla.

Molte saranno in seguito le scene illuminate da una luce tendente al rosso o all'arancione: l'oscurità che regna nella narrazione viene di continuo spezzata da una fonte luminosa che ricorda il fuoco che incendia i sogni, la realtà e l'interiorità di Alice. E infatti proprio il fuoco si rivelerà un elemento ricorrente della serie, che si apre e si chiude con un incendio che riunisce simbolicamente Alice e la madre Agnes; ma il fuoco è anche simbolo di vitalità, forza, speranza e rivalsa, temi centrali della narrazione.

Ascolta i fiori dimenticati racconta infatti la violenza sulle donne attraverso una storia potente e avvincente, che tuttavia perde di mordente nella seconda metà degli episodi della serie. Le vicende dell'Alice adolescente non reggono il passo con quelle dell'Alice bambina: se infatti nella prima parte l'intricato mistero alla base della storia viene raccontato grazie a una costruzione crescente della tensione in cui le rivelazioni sono dosate con sapienza, a partire dal quarto episodio la sceneggiatura mostra qualche affaticamento. La qualità dei dialoghi diminuisce, mentre si assiste a un eccessivo dilatarsi di alcuni snodi non fondamentali della narrazione, per poi correre verso un finale coerente, ma precipitoso. Il risultato è una serie divisa a metà: in parte equilibrata e ben scritta, in parte didascalica e frettolosa. 