Cervello: dentro la mente di un complottista

Il Covid non esiste, i vaccini provocano danni, la Terra è piatta: chi negli ultimi anni non ha mai sentito qualcuno affermare con veemenza la veridicità di almeno una delle sopracitate tesi? Queste e molte altre teorie vengono, infatti, sostenute da diversi soggetti che a dispetto degli innumerevoli studi medici e scientifici condotti nel corso dei secoli si rivelano piuttosto restii ad abbracciare le versioni “ufficiali” di un certo fatto. Come mai parecchi individui ragionano in detta maniera? Cosa induce il cervello a reputare attendibili tali azzardate e complesse macchinazioni?

Secondo il Professore Rob Brotherton, psicologo al Barnard College della Columbia University, i processi che spingono tante persone a credere alle summenzionate congetture si dimostrano del tutto semplici e comuni. La mente umana mira, in effetti, a spiegare quanto succede cercando delle correlazioni causa-effetto in grado di giustificare il verificarsi di un determinato fenomeno. A ciò occorre, poi, aggiungere il bisogno di comprensione il cui appagamento si rende necessario per sciogliere dubbi e insicurezze legate al manifestarsi di un evento difficile da decifrare.

I sopracitati meccanismi appaiono di solito piuttosto efficaci e risultano di frequente alla base di diverse inferenze appropriate e numerose deduzioni pertinenti. I medesimi automatismi possono, però, al contempo costituire un grosso pericolo perché portano a immaginare collegamenti dove non esistono. Le scorciatoie cognitive utilizzate dall’encefalo per ridurre la complessità del mondo circostante inducono, infatti, quelli che le mettono in atto a ritenere il presentarsi di un dato accadimento imputabile più alla volontà di qualcuno che al puro caso.

Occorre, poi, tenere in considerazione il bias di proporzionalità. Di fronte a un evento particolarmente grave e importante si dimostra di consueto tutt’altro che immediato credere alla banalità e alla semplicità di ciò che lo ha determinato. Proprio per tale motivo in tanti pensano che dietro l’omicidio di Kennedy si nasconda una macchinazione internazionale e che l’incidente di Lady Diana celi un chiaro intento omicidiario. Non a caso sul fallito attentato a Reagan avvenuto nel 1981 le ipotesi che vorrebbero coinvolti servizi segreti e potenze straniere scarseggiano.

Molto spesso, per fortuna, le persone che appoggiano tesi anticonvenzionali non rappresentano una minaccia. In certe occasioni, però, alcune erronee convinzioni portano i complottisti ad adottare dei comportamenti pericolosi sia per se stessi che per l’intera società. Il negare l’esistenza del Covid o dei cambiamenti climatici può, in effetti, condurre detti cospirazionisti a non effettuare i dovuti vaccini o a non praticare delle abitudini ecosostenibili. La libertà di opinione appare legittima così come la volontà dei governi di mantenere in salute e al sicuro ogni cittadino.

Offendere o deridere i soggetti che abbracciano una versione alternativa di un dato accadimento risulta di consueto poco efficace. Parecchio più utile sembra invece, una volta sfatato il falso mito fornire delle informazioni relative al fatto considerato in grado di colmare il vuoto creatosi dal venir meno della teoria ritenuta valida. Si rivela, inoltre, importante non porsi in una posizione di superiorità rispetto a questi individui perché secondo quanto sostenuto dalla scienza, ciascun cervello umano concepisce ipotesi astruse e idee strampalate, c’è solo chi lo nasconde meglio!

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Noemi Servizio