Sindrome dell’intestino permeabile: disbiosi intestinale e malattie autoimmuni

sindrome dell'intestino permeabile
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  • Salute e alimentazione

La Sindrome dell’intestino permeabile (Leaky Gut Syndrome) è un tema di grande interesse tanto nel mondo della medicina in generale quanto in quello più specifico della nutrizione umana. 

Il nostro intestino è la più grande e importante barriera naturale che separa e protegge l’organismo dall’ambiente esterno. 

La Leaky Gut Syndrome (o “sindrome dell’intestino gocciolante”) ha la sua origine proprio in un cedimento strutturale di questa barriera intestinale che, da un lato regola il transito e garantisce l’assorbimento di nutrienti, dall’altro invece svolge un essenziale ruolo di difesa per l’organismo.

Negli ultimi anni, diversi studi scientifici avrebbero dimostrato una forte correlazione tra l’alterazione della permeabilità intestinale e la disbiosi intestinale, ma anche tra queste due condizioni e l’inizio o l’aggravamento di malattie autoimmuni.

In questo articolo, voglio soffermarmi sui meccanismi che sottendono all’ intestino permeabile, esplorando cause e sintomi, il legame con la disbiosi intestinale e le malattie autoimmuni. 

Non mancherà inoltre un approfondimento sulle strategie terapeutiche nutrizionali utili per prevenire e trattare queste condizioni, e in linea generale per chiunque voglia prendersi cura della propria salute intestinale.

Perché l’intestino diventa permeabile?

La sindrome da permeabilità intestinale è una condizione in cui la barriera che protegge l’intestino, nota come “mucosa intestinale”.

Questa mucosa è formata da cellule collegate da proteine che fungono da solide e strette giunzioni (tight junction), al fine di favorire il solo passaggio di nutrienti essenziali e al contempo evitare quello indiscriminato di sostanze nocive (es. tossine, parassiti, batteri, virus ecc..) al flusso sanguigno e ai tessuti sottostanti.

Quando questa barriera intestinale diventa permeabile, viene meno la capacità di protezione dell’intestino dall’attacco dei patogeni esterni.

Tra le principali cause che possono danneggiare la mucosa intestinale aumentando la normale permeabilità dell’intestino, ci sono:

  1. Eccessivo consumo di alcol;
  2. Alimentazione sbilanciata e ricca di alimenti infiammatori (es. cibi fermentati, trasformati, ad alto contenuto di zucchero e grassi saturi);
  3. Scarsi apporti di frutta e verdura;
  4. Stress psicofisico prolungato;
  5. Intolleranze alimentari;
  6. Infezioni batteriche o virali;
  7. Utilizzo eccessivo di farmaci antibiotici o cortisonici, ma anche gastroprotettori e/o antiacidi;
  8. Esposizione a tossine e inquinanti alimentari.

Tutti questi fattori concorrono a irritare irritano la mucosa intestinale, riducendo la produzione dello strato di muco protettivo che la riveste e indebolendo l’adesione delle cellule che costituiscono la barriera intestinale.

Un’altra causa – che merita però un approfondimento a parte – è la disbiosi intestinale. Si tratta di una condizione in cui l’equilibrio naturale dei batteri benefici e nocivi presenti nell’intestino viene alterato, portando a una riduzione della diversità microbiotica e alla proliferazione di batteri patogeni. 

Il nostro intestino ospita un grande numero di microrganismi (almeno 100.000 miliardi di batteri di oltre 1000 specie diverse), anche noti come microbiota intestinale, che forniscono benefici al corpo umano. 

Il microbiota è l’assoluto protagonista della nostra salute. I batteri intestinali, infatti, svolgono tantissime funzioni essenziali per l’organismo: non soltanto la fermentazione del cibo, ma anche protezione contro patogeni, stimolazione del sistema immunitario e la produzione di vitamine.

Quando la composizione batterica del microbiota viene alterata, si verifica una disbiosi che può causare una varietà di problemi di salute. Il cambiamento strutturale o funzionale a livello del microbiota può essere causato da:

  • perdita di batteri benefici;
  • sovracrescita di batteri patogeni
  • perdita complessiva di diversità batterica. 

Questa alterazione del microbiota può avere conseguenze negative sull’integrità delle pareti intestinali, sull’assorbimento dei nutrienti ma anche – come vedremo in seguito – sulla funzione immunitaria intestinale.

La disfunzione di permeabilità intestinale aumenta il rischio di sviluppare malattie autoimmuni, ma può portare anche ad una serie di fastidiosi sintomi gastrointestinali, come puoi vedere nel prossimo paragrafo. 

Permeabilità intestinale: quali sono i sintomi

Prima di analizzare meglio quale correlazione esiste tra la Sindrome dell’intestino permeabile e l’insorgenza di malattie autoimmuni, soffermiamoci un attimo su quelli che sono i sintomi più comuni di questa patologia.

Generalmente si attribuiscono a questa sindrome manifestazioni cliniche quali:

  • Depressione;
  • Ansia;
  • Irritabilità;
  • Sindrome da iperattività;
  • Dolori muscolari e articolari;
  • Cefalea ed emicrania;
  • Stanchezza cronica;
  • Disturbi intestinali (es. colon irritabile, gonfiore, costipazione o diarrea);
  • Alterazioni tiroidee (soprattutto l’ipotiroidismo);
  • Sbalzi di umore;
  • Allergia e intolleranze alimentari.

Si tratta, com’è ovvio, di sintomi comuni a molte altre patologie. Indubbiamente, però, tra i campanelli d’allarme più efficaci a diagnosticare la sindrome c’è un deficit di vitamine e/o sali minerali.

Soprattutto dovuto al mal assorbimento a livello intestinale di ferro, magnesio, zinco, selenio, iodio e di vitamine essenziali, come quelle del gruppo B, A, C, E e omega 3.

Tuttavia la condizione di intestino permeabile può essere diagnosticata con un comune test sulle feci, che rileva i livelli di zonulina. Si tratta della proteina prodotta dalle cellule enteriche, essenziale nel modulare la permeabilità delle Tight Junction sopra menzionate.

Alti livelli di zonulina indicheranno un deterioramento della mucosa che protegge l’intestino.

Sindrome dell’intestino permeabile e malattie autoimmuni: che legame c’è?

L’alterazione del microbiota intestinale (disbiosi) danneggia la barriera intestinale aumentando la permeabilità. Ciò ma in qualche modo contribuisce allo sviluppo di malattie autoimmuni.

Il microbiota intestinale è importante per produrre immunoglobuline IgA e cellule T-regolatrici (Treg) che aiutano a difendere il corpo da tossine e batteri patogeni. La disbiosi intestinale può causare alterazioni nel metabolismo batterico e la sovra crescita di microrganismi patogeni, portando ad un aumento delle cellule T infiammatorie e una diminuzione delle cellule Treg

Allo stesso tempo, la disbiosi può danneggiare la barriera intestinale e aumentare la permeabilità. In questo modo, non soltanto tossine, metaboliti digestivi nocivi, batteri, virus e batteri, attraversano indisturbati la barriera intestinale e a passare dall’intestino al flusso sanguigno. Ma anche le molecole pro-infiammatorie riescono a diffondersi in altre parti del corpo. Tutto questo determina:

  1. produzione di citochine e attivazione della cascata infiammatoria;
  2. iper reattività del sistema immunitario che comincia a reagire in maniera incongrua, attaccando erroneamente se stesso (autoimmunità);
  3. produzione di auto-anticorpi contro altri organi e tessuti sani del corpo, causando inevitabilmente ulteriori danni.

All’infiammazione sistemica e l’esagerata risposta immunitaria dovuta alla Sindrome da intestino permeabile, sono state collegate diverse tra le più diffuse patologie autoimmuni e cronico-degenerative, come:

  • Celiachia;
  • Psoriasi;
  • Morbo di Crohn;
  • Artrite reumatoide;
  • Sclerosi multipla;
  • Diabete di tipo I;
  • Tiroidite di Hashimoto;
  • Spondilite anchilosante;
  • Colite ulcerosa;
  • Lupus eritematoso;
  • Fibromialgia.

Per quanto gli studi più recenti abbiano fatto scoperte davvero interessanti, la relazione tra l’aumentata permeabilità dell’intestino e lo sviluppo di malattie autoimmuni non può dirsi completamente accertata e nè è stata ancora completamente compresa del tutto, ma anzi risulta ancora oggetto di ricerche in corso. 

Tuttavia, sembrerebbe esistere un legame e questo suggerisce che per fermare il processo autoimmune bisogna agire sulla permeabilità intestinale e che una possibile cura passi anche attraverso una corretta alimentazione.

Se vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio di leggere anche l’articolo: “Immunonutrizione: come rafforzare il sistema immunitario”

Intestino permeabile: la cura passa anche dall’alimentazione

Potrebbe sembrare scontato, l’intestino permeabile si cura ristabilendo la corretta funzione della mucosa intestinale. 

Il ricorso a integratori con azione modulatoria sull’epitelio intestinale e i probiotici, con funzioni benefiche che rafforzano e rinsaldano le “tight junction”, si è rivelato utile a rendere meno permeabile l’intestino. Ma la dieta quotidiana è sicuramente una delle strategie terapeutiche più efficaci per mantenere in equilibrio il microbiota intestinale ed evitare lo sviluppo di disbiosi.

Un’adeguata alimentazione per intestino permeabile consiste innanzitutto nella riduzione del carico infiammatorio, andando a escludere tutti quei cibi che danneggiano il microbiota nativo e peggiorano la capacità assorbitiva dell’intestino, come:

  • alimenti ricchi di glutine;
  • zuccheri e dolcificanti artificiali;
  • fruttosio;
  • Alcol e bevande gassate;
  • prodotti lattiero-caseari;
  • salumi e carni lavorate;
  • snack e prodotti da forno;
  • junk food;
  • oli raffinati (colza, girasole, soia, cartamo);
  • ortaggi contenenti solanina (melanzane, pomodori, peperoncini, peperoni);
  • saponine (contenute in quinoa, basilico, legumi, soia e avena).

Al contrario, un’alimentazione mediterranea povera di zuccheri semplici e grassi saturi, ma ricca di fibre e proteine di qualità potrebbe prevenire l’instaurarsi della disbiosi e di tutte le conseguenze negative del caso. Se vuoi proteggere l’intestino e la sua funzione di protezione sarebbe opportuno includere nella tua alimentazione quotidiana 

  • Proteine ad alto valore biologico (es. pollo, tacchino, uova, pesce e carne magra);
  • Pesce grasso ricco di Omega 3 (tonno, salmone, aringa, sgombro);
  • Carboidrati e cereali integrali senza glutine (grano saraceno, amaranto, riso, sorgo, teff);
  • Ortaggi e verdure, a foglie e crucifere (cavoli, broccoli, rucola, barbabietole, bietole, spinaci, funghi e zucchine);
  • Tuberi e radici (zenzero, topinambur, patate dolci, carote, zucca e rape)
  • Verdure fermentate (miso, kimchi, crauti, tempeh);
  • Frutta ricca in fibre (cocco, uva, banane, frutti rossi, kiwi, agrumi, ananas);
  • Semi oleosi germogliati (chia, lino, girasole);
  • Frutta a guscio (arachidi, mandorle, noci, nocciole);
  • Grassi buoni (avocado, olio di oliva evo, olio di cocco, olio di avocado);
  • Prodotti lattiero-caseari fermentati ricchi di probiotici (kefir, yogurt, yogurt greco, latticello).

Tra i consigli generali – e non strettamente nutrizionali – ci sono quelli di prediligere cotture semplici e leggere degli alimenti, di evitare di bere molto durante i pasti, perché ciò causa fermentazione.

L’aggiunta di prebiotici, come l’inulina, e probiotici alla quotidiana alimentazione aiuta a mantenere l’equilibrio intestinale e ridurre la possibilità che si sviluppi la Sindrome dell’intestino permeabile. Allo stesso modo anche un’integrazione di vitamina D – se carente – potrebbe regolare l’omeostasi del microbiota e ridurre i processi infiammatori della mucosa.

Un’ottima alleata per la salute del microbiota è la dieta chetogenica, trattandosi di un regime alimentare antinfiammatorio. Tuttavia, ogni strategia nutrizionale da adottare, ed eventualmente il supporto integrativo, vanno sempre personalizzati in base al singolo caso e alle esigenze del paziente.

Ecco perché, in caso di intestino permeabile, è necessario rivolgersi a un esperto in nutrizione che saprà costruirti un percorso nutrizionale con rimedi ad hoc per curare la sindrome e prevenire l’autoimmunità.

In conclusione, per migliorare la salute intestinale e prevenire l’insorgere di disturbi legati

all’intestino permeabile, è fondamentale prendersi cura del proprio microbiota. Piccoli cambiamenti nella dieta e uno stile di vita più equilibrato possono fare la differenza. 

Se desideri approfondire il tema e ricevere consigli personalizzati sull’alimentazione più efficaci, non esitare a prenotare un consulto per ricevere un supporto mirato e migliorare la tua salute a lungo termine.

Fonti