Plin. «Do diesis!». Plen. «Sol diesis!», Plon. «Re!». Plooon. «Do». Alberto Cartuccia Cingolani da Caldarola (Macerata), dall’alto del suo metro e 10 di statura, di spalle al pianoforte, riconosce note e accordi come un suo coetaneo riconoscerebbe i personaggi di Peppa Pig. I genitori lo guardano rapiti, surfando su un’ondata di comprensibile orgoglio, ma tentano di minimizzare: «Ora ha 6 anni ed è molto precoce, ma chissà se talento e passione rimarrano vive negli anni. Noi non facciamo certo programmi per lui, né lo forziamo», assicura papà Simone mentre mamma Alessia annuisce comprensiva. Basta però invitarli a immaginare una carriera da trapper per il loro enfant prodige per vedere i loro visi sfumare verso una tonalità grigio cemento.
Forse hanno ragione loro, viva la libertà di scelta, ma lo spreco è sempre peccato. E poi Alberto, che ha compiuto gli anni ad aprile, ha già vinto 38 concorsi musicali. E sarebbe stato difficile fare di meglio, visto che ha partecipato a 38 concorsi in tutto. All’ultimo lo hanno pure invitato a Bruxelles al Cesar Festival del prossimo dicembre – video
SUONA DA QUANDO HA DUE ANNI – Anzi, dato che c’è, Alberto va subito a prendere l’album delle bandiere per controllare che sia proprio come se la ricorda, un tricolore nero/giallo/rosso. In realtà, a parte il fatto che dia del tu alla tastiera e suoni a memoria brani lunghi pagine e pagine, in cima agli interessi di Albertino il pentagramma è coinvolto in una sanguinosa lotta che lo vede a volte soccombere alle bandiere e ai treni. Anzi, proprio il minipianista ha ammesso che la combo bandiera del Giappone e treni superveloci del Sol Levante sono la cosa più bella e irresistibile in assoluto. Poi, arriva Mozart, che tra i compositori è quello che preferisce, e così si avvicina al piano e accenna con naturalezza la sinfonia n° 40. E l’armonia delle dita che corrono sulla tastiera e dei suoni che riempiono la stanza rende impossibile non desiderare di aver studiato musica da piccoli, per essere ora adulti con un linguaggio in più.
Lui, Alberto, ha iniziato a 2 anni e mezzo, per gioco: papà e mamma sono musicisti. Poi, durante la pandemia, anche per rompere la noia di quelle giornate passate in casa, gli hanno dato le prime nozioni dello strumento. E qui la prima sorpresa: «Per quanto accelerassi, lui era sempre un passo avanti», racconta la mamma. Così mentre l’Italia cantava sui balconi, Alberto suonava in salotto, con risultati infinitamente migliori. Poi, alla vigilia del Natale 2021, i genitori si accorsero che il piccolo aveva ricevuto un dono prezioso e raro, l’orecchio assoluto, un’abilità che secondo le statistiche possiede solo lo 0,01% della popolazione.
IN EUROPA NESSUNO COME LUI – D’accordo, ma quanti ce ne sono di pianisti così precoci? Simone Cartuccia, il papà, allarga le braccia: «In Italia, della sua età, non credo ci sia nessun altro. In Oriente qualcuno. Laggiù il sistema educativo premia e incentiva chi dimostra precocemente un particolare talento. Nella pratica capita spesso che Alberto in certi concorsi sia l’unico bambino europeo in gara, quantomeno dell’Europa Occidentale. Ma a lui il palco e il pubblico non fanno paura. Sono io che sudo freddo».
Alberto è bravo, bravissimo, anzi di più, e non lo dicono solo i suoi genitori: «Un fenomeno» lo definisce Lorenzo Di Bella, docente di pianoforte nel conservatorio di Pesaro e uno dei migliori pianisti italiani: «È unico per naturalezza, spirito giocoso. Ha una familiarità innata con sonorità e ritmo. L’ho ascoltato più volte, e anche giudicato durante una competizione, e le sue capacità richiamano quelle di Mozart. Se consideriamo il talento come la capacità di assorbire senza sforzo gli insegnamenti e migliorare, allora Alberto ne ha tantissimo». Lodi e paragoni non sembrano impressionare Albertino, che nel mentre percorre la tastiera mulinando le dita e trova il modo di imporre un time out. Oggi gli è stato promesso un trenino, e deve convincere la mamma a uscire prima che chiuda il giocattolaio. Intanto il futuro è scritto: da grande farà il musicista. O il capostazione.
Andrea Greco
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