Un accordo tra i partiti dell’interzona del Centro, in Campania, non è all’ordine del giorno. La formazione di un agglomerato moderato è un processo politico che potrebbe apparire naturale, ma in realtà si rivela ogni volta complesso, perché rischioso per chi vi partecipa. Un esperimento tentato e fallito più volte proprio perché nonostante sembrasse utile, in fin dei conti non era mai sufficientemente conveniente a rinunciare ad una collocazione non moderatamente spostata a destra o a sinistra.
E in Campania i centristi sono radicati indissolubilmente nel centrosinistra di De Luca.

La costituzione di un gruppo in consiglio regionale formato da Azione, Per e Più Europa è del tutto in continuità con quello che già c’era e dimostra che del governatore non si può fare a meno.

In buona sostanza non c’è più Centro Democratico ma “Per”, rappresentata dal consigliere regionale Pasquale Di Fenza, espulso da Centro Democratico dopo l’ennesima dichiarazione a sostegno del terzo mandato, una posizione contraria alla linea politica del partito, come ha spiegato la segretaria nazionale Margherita Rebuffoni. Per Di Fenza, meglio De Luca,

E allora ha scelto “Per”, formazione politica nata per volontà di Ettore Rosato, ex renziano, che ha arruolato pure Raffaele Pisacane. Nel gruppo ci sarà ancora Più Europa, con Luigi Cirillo. Restano da capire le intenzioni di Fulvio Frezza, esponente di Europa Verde, e Roberta Gaeta, di Demos. Ovviamente l’esponente di maggiore rilievo è Giuseppe Sommese, leader regionale di Azione: e questo la dice lunga sulla fedeltà a De Luca dei centristi.

Ora, è difficile che il centro possa allargarsi oltre questo perimetro ed essere indipendente, resistere all’esterno della maggioranza.
Ad esempio, Clemente Mastella, che più volte si è detto voler essere federatore di una nuova Margherita, oggi perde i suoi due consiglieri regionali, entrambi iscritti al gruppo “Libera, Psi, Noi di Centro”. Uno è Luigi Abate che torna nel Pd, partito che aveva abbandonato nel 2016 quando gli fu impedito di partecipare alle Primarie per la scelta del candidato sindaco di Benevento.

L’altra consigliera che dice addio a Noi di Centro è Maria Luigia Iodice, che potrebbe avvicinarsi alla Lega dopo che alle amministrative dello scorso maggio si è schierata contro il centrosinistra, a favore di un sindaco, Antonio Trombetta, che ha vinto con il sostegno del centrodestra.

«Le scelte politiche ultimamente operate dal movimento ‘Noi Campani’, – si legge nella missiva sottoscritta dai due consiglieri regionali – non trovano la nostra condivisione, pertanto dichiariamo di non rappresentare più in consiglio Regionale il movimento “Noi Campani”. Questa nostra diversa posizione politica vuole anche impedire a soggetti terzi e diversi di promuovere a nostro nome azioni da noi politicamente non condivise».

La ragione della decisione dei due consiglieri potrebbe essere il patto siglato tra Mastella e Matteo Renzi, che uniti puntano a superare lo sbarramento del 4 per cento delle Europee. Sempre che gli esponenti di Italia Viva siano fedeli fino in fondo a Renzi. Perché oltre che del loro leader nazionale, qui in Campania dovranno tenere conto del volere di De Luca, della cui maggioranza fatto parte.

Il Centro difficilmente potrà essere qualcosa di autonomo.
Alle Europee, il governatore, pur giocando la partita nel Pd, concentrerà tutto il suo consenso su suoi nomi, cercando di tenere unita tutta la sua coalizione, mobilitando i suoi fedelissimi, senza troppo badare ai simboli, facendo ricorso alla sua capacità di intercettare il voto trasversalmente. Sarà lui il grande manovratore, il terminale dei partiti. E probabilmente non ammetterà deroghe da parte degli alleati.

Perché le Europee sono una passaggio cruciale per riaffermare la sua egemonia dentro e fuori dal partito, per poter poi imporre il terzo mandato e tirare dritto verso le Regionali. Per i centristi non ci sarà spazio, dovranno scegliere da subito da che parte stare, senza tentennamenti. Dove c’è De Luca, insomma, non ci può essere un centro.

(Foto: Cronache del Sannio)