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Osteopatia per i più piccoli

neonati e bambini

Perché i bambini possono aver bisogno di cure osteopatiche? L’Osteopatia per i neonati applica manipolazioni “che fanno scroccare”? Quali sono le caratteristiche di questo approccio?

Generalità

Per il neonato, l'arrivo nel nostro mondo non è sempre facile. In un breve lasso di tempo, il feto subisce le contrazioni uterine che l’aiuteranno a crearsi un varco nello stretto materno, le cui dimensioni sono appena giuste per lasciarlo passare. Inoltre dovrà passare da un ambiente acquatico ad un ambiente aereo.

Queste limitazioni successive sono generalmente ben tollerate dal bambino: le ossa del cranio si sovrappongono per ridurre il diametro e agevolare l’espulsione, le spalle vengono compresse lateralmente, e il sedere del bambino riceve le contrazioni uterine. Le ossa ancora cartilaginee e dunque modellabili possono facilmente accettare e rassettare queste pressioni.

Dopo la nascita, il corpo del bambino sa come tornare a un equilibrio della sua struttura: le cartilagini si decomprimono, il cranio riprende la sua forma normale, il torace si espande grazie agli effetti combinati di respirazione, suzione e pianto.

A volte le restrizioni sono state troppo importanti

Il corpo del bambino in questi casi non riesce a rimettersi rapidamente da questo stato di compressione e questo può causare al bambino disturbi che potranno essere espressi con un nervosismo anormale, pianto insistente, difficoltà ad alimentarsi, rigurgiti, disturbi del sonno ...

Questo si notapiù facilmente in caso di parti prolungati (più di 12 ore di travaglio per il primo figlio, più di 8 ore per i seguenti), parti indotti, tagli cesarei, presentazione podalica, di spalla o viso, in caso di mal posizionamento del feto in utero. In ugual modo si possono rilevare difficoltà o disagi in bambini che abbiano vissuto un parto molto veloce (inferiore alle due ore).

I disturbi sono in relazione alla zona del corpo che è stata maggiormente compressa durante il travaglio e l’espulsione. Possono essere particolarmente interessati il cranio, il bacino, il torace, o la colonna vertebrale.

Anche i visceri (polmoni, fegato, stomaco, intestino ...) possono subire compressioni e stiramenti durante il parto e questo potrà essere all’origine di disturbi digestivi e/o respiratori. Il diaframma può essere compresso, perturbato e limitato nell’ampiezza del suo movimento.

I segni di richiamo e le controindicazioni  

Segni a cui porre attenzione:

Alla nascita:

- cranio deformato (anche e soprattutto se vi sia stato l’intervento di

forcipe o ventose). O in qualsiasi situazione ove si rilevi una asimmetria

del cranio (ad esempio parte posteriore del cranio appiattito);

- in caso di: prematurità, parto cesareo, parto da posizione podalica;

- cordone ombelicale attorno al collo;

- se e quando si manifestano problematiche dette “funzionali” (ovvero

quando l’organo, la struttura è integra, ma “funziona male”, e quindi la

funzione è perturbata): nervosismo, pianto incessante;

- se e quando il bambino batte la testa frequentemente e

volontariamente (ad esempio nel lettino o per terra); 

- se mantiene e ruota la testa solo o quasi sempre da un lato (torcicollo

congenito);

- difficoltà a tettare il latte dal seno materno con deficit della suzione

(pasti brevi e frequenti, il bambino si attacca al seno svogliatamente, a

volte piangendo, facile affaticabilità);

- rigurgiti frequenti e abbondanti senza che siano state diagnosticate

allergie o intolleranze;

- coliche (il bambino sembra contorcersi dal dolore);

- respiro rumoroso;

- otiti, riniti o bronchiti ricorrenti;

- strabismo;

- …

Controindicazioni al trattamento osteopatico:

- malattie infettive, conseguenze immediate di trauma cranico, fratture,

tutte le emergenze mediche;

- malformazioni anatomiche e/o alcune infermità possono essere casi

particolari e come tali vanno valutate caso per caso.

Bisogna tenere a mente che il monitoraggio dell’osteopata non può sostituire il monitoraggio normale e regolare del pediatra. In ogni caso non si deve prescindere da quest’ultimo.

Qualsiasi sia il caso, è necessario presentare all’osteopata tutti gli esami e le valutazioni di cui si dispone (radiografie, esami di laboratorio, ecografie, etc ...), in modo che possano essere integrati nella valutazione osteopatica.

Particolarità dell’approccio al neonato

Durante la seduta viene lasciato uno spazio molto importante all’ascolto delle reazioni del corpo del neonato. Vengono osservati attentamente i movimenti che il bambino mostra in risposta alle nostre pressioni. Non vengono fatte manipolazioni strutturali (che producono il tipico crac).

È importante sapere che il lavoro dell’osteopata, per quanto molto dolce e quasi impercettibile ad occhi inesperti, può risvegliare nel bambino tensioni nascoste che possono essere evacuate da grida e pianti senza tuttavia che vi sia dolore.

Quando chiamare l'osteopata?

Ostetriche e osteopati sono d'accordo nel dire che è interessante ed efficace prendere in trattamento i neonati fin dalle prime tre o quattro settimane di vita. Il corpo del bebè in questo periodo è molto reattivo e flessibile e risponde molto bene al trattamento.

Inoltre, durante i primi due mesi, il neonato mantiene un riflesso acquisito nel grembo della madre, che è quello di liberarsi da una pressione dell'utero, al fine di recuperare un po’ di spazio.

Per questa ragione quando osteopaticamente si applica una leggera pressione nei parametri richiesti, il bambino avrà il riflesso di spingere nelle nostre mani, e questo farà sì che avvengano auto-correzioni estremamente efficaci senza la necessità di applicare una forza esterna.

Monitoraggio e numero di sedute

La prima sessione è l'occasione per fare una valutazione, che dovrà stabilire se il trattamento osteopatico è necessario, e se può essere praticato.

Due o tre sedute di solito sono sufficienti a normalizzare eventuali disturbi digestivi o problematiche legate al nervosismo.

In caso di deformazione cranica, torcicollo congenito, di deformità agli arti, ci vuole un po’ più di tempo per il bambino per ritrovare un equilibrio.

Per dare un monitoraggio corretto è necessario un trattamento mensile o bimestrale, in accordo anche col pediatra, fino a quando non sia costatato un significativo miglioramento o la scomparsa dei disturbi.

Quando i trattamenti smettono di portare miglioramenti, l’osteopata vi indirizzerà verso altri professionisti appropriati.

E la madre?

In certi casi è interessante trattare la madre, che può, dopo una gravidanza o un parto impegnativo, avere difficoltà a ritrovare un equilibrio nervoso, fisico, o emotivo malgrado la gioia della maternità. Così il famoso "baby blues" (depressione post partum) a volte trova la sua origine in un blocco del bacino, e in particolare in una difficoltà dell’osso sacro che non si riposiziona correttamente nel suo asse meccanico e cranio sacrale, dopo il passaggio del bambino.

In caso di taglio cesareo l'osteopatia può essere utile per la madre per la prevenzione del “mal di schiena”, che può verificarsi, da un lato, a causa dell’anestesia peridurale, che perturba il tono nervoso e muscolare posteriore; dall’altro, a causa dell’incisione della parete anteriore, con relativa cicatrice e aderenze addominali.

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