DRAPPEGGIO

Posted on Gennaio 25, 2016

Jean Dessès ispirandosi alla statuaria greca realizza abiti dal fittissimo drappeggio. Una tecnica particolare di altissima perizia artigianale. Il tessuto, un leggerissimo chiffon, è tagliato in sbieco e “tirato” su di una base a corpo affinché crei una sottilissima serie d’increspature. Ciascuna piega è fissata con invisibili punti dati a mano, un capolavoro di lavorazione sartoriale. Una tecnica che Valentino, pupillo e apprendista presso il suo atelier a Parigi negli anni Cinquanta, apprende e ripete più volte nel corso della sua carriera. Nell’abito di moire rosa del 1984 il corpino a vita lunga è interamente drappeggiato e ha una profonda scollatura asimmetrica posteriore, sottolineata dal movimento dato alle piegoline.

 

Jeanne Dessès, immaginando i delicati tramonti della natia Grecia, crea i suoi drappeggi miscelando pannelli di tessuto di differenti colori. Valentino nei suoi disegni giovanili, riprende il medesimo motivo per abiti lineari arricchiti da pannelli che si aprono in cascate di colore.

draping2draping10

Gli inserti di colore negli abiti di Dessès creano dinamicità e movimento, accentuato dalle differenti direzioni in cui è montato il drappeggio. Gli abiti di Valentino del 1990 esasperano questo gioco estremizzando il gioco dell’intarsio di colori.

draping3draping

Il drappeggio in alcuni abiti s’intreccia a scacchiera, come un canestro. Fernanda Gattinoni, prestigiosa sarta italiana ma di formazione francese, realizza negli anni Cinquanta un abito bianco per l’attrice Ingrid Bergman il cui corpino è interamente drappeggiato a intreccio. Valentino nell’abito rosa ciclamino del 1987 sviluppa l’intreccio del drappeggio, creando una treccia sul davanti del corpino che poi si apre a raggiera.

draping5draping4

Questa particolare tecnica a intreccio era stata impiegata negli anni Trenta anche da Madame Grès, che però realizzava i suoi tessuti in Jersey di seta. Il tessuto elasticizzato non necessitava il posizionamento in traverso. La base d’appoggio in molti capi di Madame Grès non era sostenuta come lo sarà negli abiti degli anni Cinquanta; a volte era un unico strato del medesimo tessuto, altre un semplice bindello che fa da tirante. Questa tecnica è ripresa da Gianni Versace, che costruisce quasi tutti i suoi drappeggi in jersey di seta montati su body elasticizzati, come nel corpino bianco indossato dalla modella Nadia Auermann del 1995.

draping11draping7

Helmut Lang nel 2005 realizza una serie di abiti, dove i pannelli drappeggiati cadono in verticale, posti distanti tra loro così da lasciare parti del corpo lisce o nude. Un effetto che slancia la figura e ricrea l’effetto delle minutissime scalanature di una colonna, come gli abiti scultura di Madame Grès.

draping9draping14

Helmut Lang riprende anche l’idea di Madame Grès di disporre il drappeggio assecondando l’anatomia del corpo, inframmezzandolo con porzioni di tessuto liscio e trasparente. In Lang l’effetto è di assoluta modernità e avanguardia, e come tale è riproposto nel 2003 da Nicolas Ghesquière per Balenciaga.

draping8

Giorgio di Sant’Angelo negli anni Settanta aveva anche lui disegnato degli abiti trasparenti con strategici drappeggi. Versace pare guardare a questi intrecci apparentemente spontanei negli abiti di seta stretch indossati da Kristine Mc Menamy e Nadia Auermann nella celebre fotografia di Richard Avedon del 1995.

draping13draping15

La tecnica del drappeggio a piegoline fittissime è portata in alcuni abiti a un tale virtuosismo da realizzare straordinari effetti decorativi. Madame Grès crea straordinari fiori e trecce tridimensionali, Fernanda Gattinoni un particolare motivo a onde. Valentino imita il manto delle zebre in un virtuosistico intarsio di colori per l’abito e il corpino della collezione invernale del 1987.

draping16draping17draping19

Leave a Reply