Non è una cosa di oggi, questa “genia” sensibile a tutte le sirene, prima che al richiamo (vox clamantis in deserto) di quelli che dovrebbero essere i suoi fratelli.
Non c’è nulla da fare: l’Italia è una terra troppo “acida” per far germogliare il socialismo, non solo, ma anche la laicità dello Stato. L’unico socialismo che conosciamo, non le sue aberrazioni totalitarie. Il socialismo che ha ridato dignità all’uomo ed impedito il proseguimento delle guerre.
Solo i semi ibridi, quelli arrivati in casa socialista, come il loglio dove Si semina il BUON, grano hanno attecchito. Difatti essi trovano sempre un ambiente idoneo non essendo una pianta NOBILE.
Prima che, alla mediazione o al compromesso, sono abituati alla fedeltà ed alla sottomissione, verso chi gli garantisce la pagnotta, sostenendone le ragioni (ma non i programmi che, a parte quello della conquista del “potere”, non hanno: tengono FAMIGLIA purtroppo!
Non è una cosa di oggi, questa “genia” sensibile a tutte le sirene, prima che al richiamo (vox clamans in deserto) di quelli che dovrebbero essere i suoi fratelli, inizia fin dal 1917 e comincia la propria DISAVVENTURA con il 1921.
Da questi, più che da altri abbiamo subito angherie ed umiliazioni essendo “loro” i PURI PIU’ PURI!
Ben foraggiata dai “poteri forti” e dopo che la parte più interessata rompe a Livorno, fondando il PCDI, questa componente ideologicizzata, inaugura la cosiddetta “II^ Internazionale e mezzo”, rompendo col nostro padre fondatore, Filippo Turati che, con Giacomo Matteotti ed altri è costretto a fondare il PSU (fa da ridere oggi che tutti si richiamino a loro ed al “Quarto Stato di Pellizza”: chi vogliono incantare?.
Ovvio che, allora come ora, chi di discosta dalla linea dettata dai comunisti, diventa “socialfascista”, come Nenni o “socialtraditore” come appunto Turati.
Matteotti, segretario del PSU, respinge sdegnosamente le profferte comuniste, ma viene lasciato solo: Non sarebbe certamente stata così se vi fosse stata l’unità di chi voleva sconfiggere il fascismo.
Altro che compagni, costoro hanno sempre tentato di rubarci il pane, ma anche l’erba, visto come Togliatti considerava il “prato” socialista.
Dopo la dipartita di Saragat, vero inventore del “fronte popolare” emigrato nel PSLI poi PSDI – cito i diari di Nenni – quest’ultimo garantisce lo stesso, incassando una perdita del 50% dei voti ottenuti in sede costituente.
Se ne rende però subito conto nel 1953, dove inizia il suo distacco dal fronte per rimanendo collaborativo, ma già c’era Morandi, in tutti gli organismi di massa.
Organismi di massa che sono ovviamente la “dispensa” dove i comunisti pescano a piene mani tra i socialisti che dovevano guadagnarsi il pane. Pochi si sono salvati e l’hanno pagata cara, allora come nel ’93, quando l’alternativa era tra l’aderire alla “cosa 2” poi PDS, O TROVARSI UN LAVORO. A Padova, abbiamo molti di questi casi.
Non voglio ricordare tutte le peripezie che conoscete fino a Tangentopoli e le angherie subite. Il mitico centrosinistra del ’63, che ha cambiato l’Italia era il nemico da abbattere: fu persino spezzato nel momento più importante dai carristi filosovietici divenuti PSIUP.
Molti di quelli che le hanno assecondate sono tranquillamente oggi nel PD (forse si troveranno bene, beati loro!), altri, molti della sinistra dura e pura, sono col il PDL. altri “cercano famiglia”
Noi siamo rimasti fermi a ricordare la nostra storia ed a garantire i nostri ideali CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI.
Questo è il momento di farli valere: inutile che le sirene ci tentino. ABBIAMO TUTTI LA CERA NELLE ORECCHIE, anche se i nocchieri di volta in volta hanno abbandonato la nave.
Allora compagni, ma anche gli amici laici in via di scomparsa, abbiamo oggi una grossa missione ed incuranti delle critiche che costantemente ci pioveranno addosso, dobbiamo tener ferma la barra: se non sarà oggi sarà alla prossima. ma la bandiera del SOCIALISMO LIBERTARIO/EGUALITARIO deve essere tenuta alta nel pennone: seppur con grandi sacrifici e non facili promesse.
E’ nelle grandi sfide che si esalta la nostra missione, che non è la confluenza e nemmeno la desistenza: è la RESISTENZA IDEALE e la proposta per un’Italia che diventi molto simile alle grandi democrazie europee, nel rispetto – lo dico apertis verbis – di tutte le “dottrine sociali”, verso le quali rimarchiamo la nostra DIVERSITA’ LAICA, che non è avversione, sentimento che non alberga nelle coscienze dei SOCIALISTI!
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