Rilasciare un’intervista senza (troppi) problemi

Rilasciare un’intervista può essere un rischio. Dire cose sbagliate, usare un linguaggio errato, dire più di quello che si sarebbe dovuto, andare in conflitto con l’intervistatore… sono tanti i problemi che potrebbero venir fuori, soprattutto se non si ha pratica con le regole per rilasciarla.

In questo post indicherò quattro regole da tenere a mente per evitare grossi (e grossolani) errori… anche se gli errori ci saranno, perché la legge di Murphy è chiara: “Se qualcosa può andare male, lo farà!“.

rilasciare una intervista: rappresentazione grafica

Rilasciare un’intervista? Quando mai mi capiterà?

In linea di massima non è che una persona vengaintervistata tutti i giorni, è vero, ma…

Innanzi tutto queste istruzioni possono essere utili a chi ricopre una carica. E con “carica” non intendo quella di Presidente della Repubblica… anche chi diventa Presidente di una Proloco potrà essere intervistato. Ma anche chi vince il concorso per la migliore torta di mele della sagra del proprio paese. O lo studente che è uscito con 100 all’esame di Stato… o… o…

Non solo. Se ci si pensa, rilasciare un’intervista non è così diverso dall’andare a un colloquio di lavoro. In fin dei conti in inglese il colloquio di lavoro non si dice, forse,  “interview“?

Rilasciare una intervista: 4 regole

Come sempre, come per ogni cosa, tante sono le cose da sapere per fare un buon lavoro. Per semplificare e per codificare ritengo che, in questo caso, quattro siano le regole, le cose da tenere a mente, quando si deve rilasciare un’intervista.

In realtà queste regole, se non tutte quasi, possono essere anche utili anche per gestire una qualunque conversazione quotidiana.

Se non ti capiterà mai, quindi, di dover rilasciare un’intervista, non è detto che questo post non ti possa essere comunque utile.

Regola 1: pensare prima di parlare

Sembra ovvio, ma spesso capita, a chiunque, di partire lancia in resta a dare una risposta, senza avere un percorso mentale definito e senza sapere bene dove le parole che si stanno pronunciando condurranno.

Per dirla in maniera cattiva, quindi, “prima di parlare verificare che la lingua sia connessa al cervello“!

per rilasciare un'intervista connettere cervello e lingua

Ricordiamoci sempre che il giornalista può comportarsi da amico, può anche essere un amico, ma il suo lavoro è cercare (e trovare) notizie (come ricordavo in “Cosa può dare un giornalista a un’azienda“). E nulla come una parola, una frase, fuori posto può trasformare una noiosa intervista in un articolo che farà rumore.

Similmente in un colloquio di lavoro, l’addetto delle risorse umane sarà pronto a rilevare i nostri errori. Non perché provi piacere a coglierci in castagna, ma semplicemente perché ha la responsabilità di scegliere una persona che l’azienda si porterà in casa. E una scelta sbagliata può costare.

Quindi? Quindi non si risponde di getto.

Ascoltare la domanda. Prendersi qualche secondo per elaborare il proprio discorso, magari facendo due respiri che aiutino a calmarsi, e, solo dopo aver fatto mente locale, parlare.

Anche così, inutile negarlo, potrà capitare di dire cose che poi si capirà che sarebbe stato meglio non dire… ma a non pensare “ex ante” il risultato sarà sicuramente peggiore.

Regola 2: comportarsi in modo adeguato

Suddividiamo questa sezione in cinque sotto sezioni:

quando si rilascia una intervista avere "aplomb inglese"

1. essere sempre educati

Anche se chi è davanti a te si comporta in maniera maleducata, agire e rispondere sempre con l’aplomb da lord inglese.

Ti mandano a quel paese? Chiedi scusa per il disturbo.

Ti attaccano in malo modo? Ribatti punto per punto, ma con “grazie, scusi, prego”.

Ti guardano come se tu fossi un essere immondo? Guardali come se pensassi che loro sono esseri celestiali.

2. nessun segno di insofferenza

Puoi avere fretta, ma non farlo trasparire. 

Guardare l’orologio, ad esempio, può lanciare il messaggio che tu stia pensando di avere di meglio da fare che parlare con quel giornalista.

E se questo è vero quando dobbiamo rilasciare un’intervista, lo è altrettanto quando abbiamo a un colloquio di lavoro.

Cosa potrebbe pensare l’addetto alle risorse umane a vedervi guardare l’ora mentre parlate con lui? «Ma se questo non ha tempo per fare un colloquio di lavoro, quando l’avrò assunto avrà tempo di lavorare…?».

3. non serve sorridere sempre…

Sorridere sempre è inutile quando si rilascia un’intervista… può, se la controparte è maliziosa, o ha il dente avvelenato, essere addirittura interpretato come un segno di presa in giro o di sufficienza.

Però… e si va al punto 4:

4. essere sempre professionali

Tono di voce, termini usati, gentilezza, messaggi non verbali: tutto deve trasmettere l’idea che si sa quello che si sta dicendo… e che se ne è convinti.

Come si vede, questo punto riassume in sé i precedenti e porta all’ultimo:

5. eventualmente mandare a quel paese con grazia

Anche mandare a quel paese una persona richiede classe

È facile insultare esplicitamente qualcuno, ma, innanzi tutto, si passa dalla parte del torto, dando anche conferma all’altro della nostra inadeguatezza, e poi si rischia di far perdere forza al nostro messaggio.

Molto meglio essere insolenti con gentilezza

Se si dice “Mi scusi, non mi sono spiegato, avrei dovuto prendermi più tempo per chiarire meglio il concetto…” è abbastanza palese che in realtà quello che si vuole esprimere è “non capisci nulla e non riesci a seguire un ragionamento”, ma lo si fa in maniera educata.

Regola 3: saper (non) rispondere a domande scomode 

È ovvio che quando si rilascia un’intervista non vi è controllo sulle questioni da trattare. Quindi l’argomento indesiderato può fare capolino. Come cavarsela?

Ugo Tognazzi in "Amici miei"

Semplice, facendo la “supercazzola“, tanto per citare il Conte Mascetti di Amici Miei.

Dire tutto senza dire niente o, forse meglio, dire niente dicendo di tutto.

Ovvio che chi ha fatto la domanda si renderà conto che state svicolando e possono, quindi, succedere due cose:

  • Il giornalista accetta lo svicolamento “con scappellamento a destra
  • Il giornalista non ci sta e insiste.

Nel primo caso… è andata, si passa oltre.

Nel secondo… ok, si risponde. Sicuramente senza sminuirsi, cercando di ridurre i problemi che possono sorgere, possibilmente non lasciando troppo il pallino all’interlocutore… ma si risponde.

Nota sul colloquio di lavoro: la domanda scomoda può avvenire anche in questo frangente. E anche in questo caso la “supercazzola” potrebbe essere una soluzione, ma rischiosa, perché potrebbe squalificarci, farci fare la figura del fanfarone davanti all’esaminatore. Quindi usarla è possibile, ma “cum grano salis”!

Regola 4: non passare per un censore

Finita la chiacchierata, si può chiedere all’intervistatore di leggere la sua trascrizione dell’intervista prima che venga pubblicata? Si può, ma io non lo farei a meno di casi eccezionali.

un uomo che chiede silenzio... censura?

Chiedere di rileggere dà l’impressione di una attività censoria preventiva.

Se proprio si desidera, conviene arrivare alla richiesta per vie traverse, accampando scuse credibili. Meglio sarebbe non chiedere direttamente, ma esprimere, magari un desiderio: “spero di non aver detto sciocchezze”, “se ci sono dubbi mi richiami”, “le spiace se quel passaggio lo rivediamo insieme perché temo di averlo spiegato male…”. 

In pratica fare in modo che sia il giornalista a proporre la verifica.

Se poi, di quello specifico giornalista proprio non ci si fida, gli si può chiedere se gli dispiace se registriamo anche noi… è però un evidenziare la sfiducia e dichiarare guerra ancor prima di iniziare a rilasciare l’intervista.

Rilasciare un’intervista: la video lezione

Questo post prende le mosse da una lezione in remoto che ho tenuto nel 2020, quando il lockdown causa Covid-19 ci costrinse tutti a casa.

Creai questa lezione per una associazione con la quale collaboro e poi modificai le slide per usarle come materiale con i miei studenti di un corso di Marketing e Comunicazione rivolto agli adulti.

Per ragioni amministrative dovevo registrare queste lezioni e ho deciso di rimontarne alcune come dei video. 

Quello che segue è il secondo dopo “Inviare un comunicato: la video lezione“.

Rilasciare un’intervista, conclusioni

Mi ripeto: seguire queste regole non salverà da quello che al giorno d’oggi viene definito epic fail.

L’errore, la parola di troppo, l’informazione in più possono scappare e lo faranno.

Se però, già prima di iniziare a rilasciare l’intervista, ci si prepara, si pensa a quello che si vuole dire, ci si comporta in maniera adeguata… si riuscirà a creare una linea di comunicazione con l’intervistatore e si diminuiranno i rischi di fare figure non consone.

Marco Campagnolo
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