Da Magritte a Duchamp 1929

RICCARDO NICOLETTI – Da diversi anni interessato all’arte contemporanea per pura passione personale.

In mostra a Pisa il grande surrealismo dal Centre Pompidou.

Ritengo personalmente il Centro Pompidou di Parigi uno dei più interessanti musei di arte contemporanea del mondo.
Nei miei viaggi a Parigi non manca mai una visita al Centro per poter visitare le mostre in corso, ma anche semplicemente per godere delle sue collezioni permanenti.
Dall’11 ottobre è possibile ammirare a Pisa una parte dei capolavori del museo parigino che fanno parte delle collezioni permanenti nella mostra “da Magritte a Duchamp 1929: il Grande Surrealismo dal Centre Pompidou”.
Dopo la prima grande collaborazione nell’ambito della mostra “Modigliani et ses amis”, che nel 2015 ha riscosso un grande successo di critica ed ha portato a Palazzo BLU oltre 110.000 visitatori, la Fondazione Palazzo BLU, il Centre Georges-Pompidou di Parigi e MondoMostre tornano a collaborare per proporre un nuovo grande evento espositivo al pubblico italiano, in occasione del decennale anniversario della Fondazione Palazzo BLU.
Il percorso espositivo e la selezione delle opere è a cura di Didier Ottinger, Directeur adjoint du Centre national d’art et de culture Georges-Pompidou, Musée national d’art moderne di Parigi; Ottinger, tra i luminari dell’istituzione museale francese, curatore di fama internazionale, è tra i massimi esperti al mondo dell’opera di Magritte, di Picasso e del Surrealismo. La mostra prevede circa 150 opere, tra capolavori pittorici, sculture, oggetti surrealisti, disegni, collage, installazioni e fotografie d’autore. Ma perché si parla del 1929? L’ anno in questione rappresenta l’apogeo del movimento surrealista per tutti quegli artisti che operavano a Parigi, allora capitale dello sviluppo artistico internazionale.
L’ anno in questione coincide – tra le altre cose – con il crollo dell’economia, la crisi dell’Internazionale comunista, e anche una svolta decisiva nella storia del Surrealismo.
In quell’anno infatti il teorico del movimento André Breton e il poeta Louis Aragon cercano di modificare il movimento dalle sue fondamenta teoriche, però questo non trova d’accordo tutti i membri e crea una insanabile frattura all’interno del gruppo stesso. Nonostante questi dissidi interni la vitalità del movimento resta intatta e la sua arte sembra più che mai affermarsi.
Nel dicembre 1929, sulla rivista “Révolution Surréaliste”, André Breton pubblica il secondo manifesto surrealista che sancisce l’allineamento al Partito comunista francese e imprime al movimento la nuova svolta “ragionante”. Le opere in mostra sono per la maggior parte realizzate tra il 1927 e il 1935. L’ opera inclusa nel manifesto dell’evento è il capolavoro di Magritte intitolato “Le double secret”, e sempre di Magritte viene anche esposta “Le modèle rouge”, del 1935. Importante anche il nucleo di dipinti presenti in mostra di Salvador Dalí, tra i quali “Dormeuse, cheval, lion invisibles” del 1930 e “L’âne pourri” di poco precedente, del 1928. I dipinti si armonizzano con i collage di Max Ernst, con le sculture di Alberto Giacometti e Man Ray, con le maschere in filo di ferro di Alexandre Calder nonché con gli altri grandi dipinti di Picasso, Mirò, De Chirico, solo per citarne alcuni.
Non dimentichiamo che il 1929 vede anche l’affermarsi della fotografia surrealista, con la nascita di stretti legami tra i grandi fotografi quali Brassaï, Lotar, Boiffard, Man Ray, Jean Painlevé, Claude Cahun, i cui capolavori fotografici sono anch’essi presenti nelle sale di Palazzo BLU.
Due parole merita Marcel Duchamp con la sua opera “L.H.O.O.Q” (1930), che dissacra il dipinto più celebre e enigmatico del mondo, “La Monna Lisa” di Leonardo da Vinci, alla quale Duchamp aggiunge provocatoriamente baffi e pizzetto (l’acronimo L.H.O.O.Q dato da Duchamp come titolo ha una traduzione volgare, che lascio a voi cercare).
Duchamp disse: “La Gioconda è così universalmente nota e ammirata da tutti che sono stato molto tentato di utilizzarla per dare scandalo. Ho cercato di rendere quei baffi davvero artistici”. Se avete dunque in programma un giro in Toscana vi suggerisco di non perdere questa importantissima rassegna di capolavori. La mostra si protrarrà fino al 17 febbraio 2019, secondo gli orari d’apertura riportati su www.palazzoblu.it.