Quanti soldi mettere da parte a 30 o 40 e 50 anni per assicurarsi una vecchiaia serena

I soldi da mattere da parte per una vecchiaia serena-Foto da pixabay.com

Stipendio, patrimonio e risparmi sul conto generalmente aumentano con l’età e sono gestiti al meglio in vista della vecchiaia. L’obiettivo è quello di esser certi di avere il sufficiente per vivere dignitosamente in terza età quando i flussi finanziari sono in genere più in uscita che in entrata. Vediamo allora quanti soldi mettere da parte a 30 o 40 e 50 anni per assicurarsi una vecchiaia serena.

Il ciclo della vita umana ricalca la successione delle 4 stagioni dell’anno o assomiglia al ciclo di produzione tipico di molte piante. Nascita, crescita, maturazione e declino sono concetti insiti alla stessa esistenza umana.

Per affrontarle al meglio, la gestione delle finanze personali si rivela strategica e determinante. Basti pensare a chi ha messo pochi contributi nel corso della vita lavorativa e oggi si ritrova una misera pensione. Oppure a chi ha sempre speso lo stipendio senza mai mettere niente da parte. Alla minima necessità lascerà debiti qua e là o si ritroverà costretto a ricorrere a qualche prestito.

Salario e saldo sul conto corrente dovrebbero crescere nel tempo

Per una serena vecchiaia bisogna partire per tempo, sin da giovani, evitando di rimandare la faccenda a quando si è ormai avanti negli anni. Il che vuol dire che bisogna abituarsi a risparmiare già dal primo stipendio, anche quando si è molto giovani. Detta diversamente, il risparmio è una componente delle uscite fisse mensili riguardanti l’intero ciclo di vita umana, non solo quelle dell’età matura.

La regola del 50-30-20 insegna a vivere nel pieno rispetto delle risorse disponibili e mettendo da parte il giusto ogni mese. Viceversa, bruciare tutto lo stipendio mensile porta con sé almeno 5 implicazioni negative:

  • al minimo problema occorre chiedere un prestito per far fonte alle esigenze;
  • ci si abitua a vivere avulsi dal concetto di risparmio, con tutte le conseguenze negative del caso;
  • l’unico patrimonio di cui si disporrà sarà quello eventualmente ereditato. Dissipando per intero le entrate, infatti, sarà difficile costituirne uno proprio;
  • si perde l’opportunità di disporre di un capitale da far fruttare nel tempo. Ad esempio a 20 anni è relativamente più semplice accumulare grossi capitali sulla distanza applicando alcune regole di investimento;
  • non è assicurata la possibilità di vivere una serena vecchiaia. Molto dipenderà dall’importo della futura pensione e/o dalle ricchezze ereditate, prodotte da terzi, rispetto a quelle che si è stati in grado di realizzare da soli.

Quanti soldi mettere da parte a 30 o 40 e 50 anni per assicurarsi una vecchiaia serena

Premesso ciò va detto che non esiste una cifra scientifica,univoca e standard valida per tutti a seconda dell’età. Dipende dallo stipendio e dalle spese mensili, il tenore di vita, la continuità lavorativa, l’essere single o meno come l’essere un autonomo o un dipendente, etc.

Malgrado l’estrema variabilità della risposta, per alcuni esperti a 30 anni il saldo del conto dovrebbe oscillare sull’equivalente del reddito annuo. Se questo dovesse attestarsi per esempio sui 20mila euro netti, il saldo del c/c dovrebbe aggirarsi su queste cifre. A 40 anni, invece, l’equivalenza dovrebbe essere pari a 3 volte l’equivalente del reddito annuo e a 50 anni 6.

A pelle potrebbero sembrare cifre troppo ambiziose. Eventualmente si potrebbero limare (ma non stravolgere) al ribasso queste indicazioni di massima, che hanno il pregio di dare un’idea, un’indicazione, ma non di imporre un obbligo.

Quanti soldi tenere liquidi sul conto in banca?

Infine va fatta un’ultima precisazione, forse anche più importante delle precedenti. E cioè che preoccuparsi di mettere soldi da parte per tenerli liquidi ha poco senso se non li si investe. Il risparmio è il passo da compiere, il secondo consiste almeno nel proteggerli se non quello di farli fruttare per sempre.

Tenerli fermi li espone agli effetti nefasti del carovita. Fiammate inflazionistiche come le attuali genererebbero ingenti perdite in conto capitale nel giro di pochi lustri, che nei casi peggiori risulterebbero semplicemente irreparabili.

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