Tre riflessioni sulla dialettica
sicurezza-libertà di Guido Contessa
1. L'altalena sicurezza - libertà 2. Psicoma fra sicurezza e libertà 3. La variante dell'osservatore |
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1 - L'altalena sicurezza - libertà di Guido Contessa | ||
La sicurezza e la libertà sono due bisogni
basilari dell'uomo. La sicurezza è un bisogno primordiale,
animale, istintivo: il bisogno di sentirsi protetto da pericoli
e minacce. La libertà è un bisogno più evoluto
e tipicamente umano. E' la possibilità di scegliere fra due
poli antitetici, in base alle proprie personali esigenze.
La sicurezza contiene le categorie dell'ordine, dell'innocenza,
della ripetizione e della difesa. L'ordine è la disposizione delle cose secondo le regole dell'uomo (cioè della tradizione) e della natura, secondo una razionalità e un'armonia, consonante e consolante. Il disordine è il suo contrario. E' la disposizione delle cose senza regole, con regole diverse o aldilà di esse, secondo l'emotività e la creatività, in un'armonia dissonante fino anche alla disarmonia. L'innocenza è la condizione di chi non può scegliere il male, perchè non può scegliere: i bambini, gli animali e i folli sono innocenti. L'innocenza si persegue restando nell'osservanza piena delle leggi, umane e naturali, compresi l'istinto e le pulsioni. La responsabilità è di chi può scegliere, rischiando il fallimento dell'errore o la colpa del crimine. Essa si esprime solo nella trasgressione, nella deviazione, nel dirottamento, nella diversità. La diversità è ciò che presiede ogni atto creativo ed ogni nascita, innovazione o rottura benefica, ma anche ogni crimine. La diversità è ciò che ha reso quella umana la specie più forte del pianeta. La ripetizione, la replica, la perpetuazione e l'omologazione negano e reprimono la diversità, la novità e il rischio dell'ignoto. La difesa è un dispositivo automatico dell'uomo di fronte ad ogni rischio, pericolo o minaccia. La difesa è ciò che ci protegge dal disordine, dalla responsabilità, dalla deviazione e dalla diversità. Il rischio è il gioco, l'azzardo, l'avventura. E' il rischio che ci consente di innovare, scoprire, inventare nuovi mondi. La storia umana e la vita di ognuno di noi possono essere lette come una perpetua ricerca dell'equilibrio far sicurezza e libertà. I due vettori o bisogni principali degli esseri umani, come singoli o come aggregati sociali, sono ugualmente indispensabili come la morte è indispensabile alla vita. Il problema è che questo equilibrio è dinamico, instabile, quasi-stazionario, sempre sottoposto a scossoni, oscillazioni, fibrillazioni, catastrofi, spostamente in diverse direzioni. L'equilibrio può essere trovato nel momento presente, nel qui ed ora, come un punto geometrico nello spazio o come un'altalena o una bilancia con pesi identici. Quando si presenta un disequilibrio, la situazione tende a trovare un nuovo equilibrio, perchè sicurezza e libertà sono bisogni ugualmente insopprimibili. Ogni cambiamento deve essere seguito da una fase di stabilizzazione. Lewin ha descritto il cambiamento come un passaggio a tre fasi: scongelamento-cambiamento-ricongelamento. Il cambiamento permanente infatti nega il bisogno di sicurezza. La vita e la storia quotidiane tendono a presentare squilibri di ampiezza più o meno vistosa fra sicurezza e libertà . Questo, non solo perchè ogni essere umano cambia nel tempo ma anche perchè l'uomo è un animale sociale, costantemente chiamato dall'ambiente umano e naturale ad adattamenti autoplastici (cambiare se stesso) e alloplastici (cambiare l'ambiente). Ogni adattamento alla relazioni o agli avvenimenti ambientali è insieme effetto e causa del disequilibrio fra sicurezza e libertà. Entro un certo intervallo il disequilibrio si coniuga con una vita accettabile. Piccole nevrosi e follìe controllate compensano il disequilibrio, consentendo agli individui una salute dimostrata, secondo Freud, dalla capacità di amare e lavorare. Quando il disequilibrio raggiunge livelli elevati, gli individui e la società arrivano a patologie insopportabili. Il disequilibrio massima sicurezza - minima libertà si configura a livello psichico come nevrosi ed a livello politico come totalitarismo. Il disequilibrio massima libertà - minima sicurezza, a livello psichico produce fenomeni psicotici e a livello politico promuove scenari anomici. Naturalmente il livello accettabile di disequilibrio è soggettivo: cambia da soggetto a soggetto ma anche di tempo in tempo. |