Esperienze della Psicosintesi – 1

La molteplicità dell’animo umano

La prima esperienza che incontriamo sulla via della Psicosintesi è quella della ricchezza e della molteplicità dell’animo umano. Assagioli ritiene che noi siamo abitati da una molteplicità di elementi eterogenei, di tendenze contrastanti, da cui derivano la grande complessità, la sofferenza, l’instabilità e le contraddizioni degli individui. Elenca come segue questi elementi:

  1. anzitutto c’è la complessità che ci viene dal nostro passato primigenio, frutto del retaggio dell’evoluzione filogenetica;
  2. incontriamo poi gli elementi del passato più o meno remoto: l’eredità atavica (data dalla nostra appartenenza alla specie umana) e l’eredità familiare (derivataci dai genitori e dal parentado in generale);
  3. a quest’insieme di elementi determinati dal passato si somma l’ampio gruppo di fattori provenienti dagli influssi esterni (biologici, psicologici, culturali):
  • influssi ambientali di vario tipo
  • influssi psichici prenatali e perinatali
  • influssi psichici della prima infanzia
  • lo spirito dell’epoca
  • influssi di razza
  • influssi nazionali
  • influssi di classe o sociali
  • influssi psicologici esercitati dai gruppi ai quali il soggetto appartiene
  • la mentalità generazionale
  • personalità vicine oppure celebri e potenti che sono prese a modello.

Tutti questi elementi non restano in noi isolati. Per l’azione coordinatrice e sintetizzatrice delle principali funzioni psichiche e dei più importanti atteggiamenti e rapporti umani che formano la trama della nostra vita, essi tendono a consociarsi e ad organizzarsi dando vita a delle vere e proprie personalità in miniatura, a delle subpersonalità.

Le subpersonalità costituiscono tutto quel repertorio di ruoli e parti, tutti quei “personaggi”, quelle maschere che utilizziamo per entrare in relazione con gli altri. Per ognuno di questi ruoli tendiamo a sviluppare specifici modi di essere che sperimentiamo:

  • a livello corporeo (con determinati stati fisici, tensioni, blocchi, corazze muscolari)
  • a livello comportamentale (con specifici gesti, espressioni facciali, posture, linguaggio verbale e non)
  • a livello emotivo (con certi stati d’animo, reazioni emotive, sentimenti, vissuti affettivi, bisogni, aspettative)
  • a livello cognitivo (con precise interpretazioni della realtà, idee, opinioni, pensieri, convinzioni, credenze).

Per farci un’idea concreta della molteplicità di “personaggi” che ci abita, possiamo provare a pensare alle varie maniere che abbiamo di porci nei confronti di persone e ambienti differenti. Non siamo certo gli stessi in compagnia dei nostri familiari o con gli amici al bar, in un supermercato o ad una cerimonia solenne. In ognuna di queste situazioni attiviamo differenti modi di essere, differenti subpersonalità. Facciamo qualche esempio concreto:

  • nel contesto familiare molti di noi ricoprono il ruolo di figlio, madre/padre, nonna, zio, matrigna…
  • nel contesto sociale le subpersonalità variando a seconda delle persone e dei gruppi con cui ci poniamo in relazione (il parrocchiano, lo scout, l’intellettuale, lo sportivo, il tifoso, lo psicosintetista, il buddhista..)
  • in ambito professionale ognuno ha un ruolo più o meno definito (l’artista, il medico, l’operaio, la psicologa, il disoccupato, il manager, la casalinga…)
  • nel nostro animo albergano poi delle subpersonalità legate alle differenti età interiori (il bambino, l’adolescente, il giovane, l’adulto, l’anziano)
  • ed infine, le subpersonalità possono trarre origine anche da situazioni psicologiche e caratteriali quali il nostro aspetto fisico, le nostre paure e le nostre tristezze, i nostri pregi e le nostre qualità (e così avremo a seconda dei casi: la subpersonalità dell’esteta, quella del timoroso, la seduttrice, il buongustaio, la crocerossina, l’arrabbiato..; l’ossessivo, l’isterico, il delirante, il depresso…)

L’elenco potrebbe continuare ancora, ma quello che mi interessa sottolineare è che la prima esperienza fondamentale che la Psicosintesi propone è proprio quella della di questi diversi personaggi, delle nostre varie subpersonalità. Ovviamente queste subpersonalità abitano tutto il nostro edificio psichico. Ce ne sono alcune che (ri)conosciamo con rapidità e che, solitamente, risiedono nell’inconscio medio: si tratta dei nostri modi di essere quotidiani, dei ruoli più abituali che impersoniamo. Ce ne sono altre che riguardano invece aspetti poco evoluti, difficili o conflittuali di noi, parti che non accettiamo e che, dunque, per senso di colpa, vergogna o paura, tendiamo a relegare nelle cantine dell’inconscio inferiore. Infine, ci sono subpersonalità che riguardano le nostre potenzialità, i nostri talenti, le qualità e le aspirazioni più alte e che si trovano come semi e germogli nell’attico dell’inconscio superiore.

Per approfondire:

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