Giovedì 2 Maggio 2024

Bernareggio, la casa fantasma di Barbara Guerra

I carabinieri la cercano e lei fa shopping a Milano / LE FOTO

Barbara Guerra

Barbara Guerra

Bernareggio (Monza e Brianza), 9 maggio 2015 - In via Da Verrazzano, una strada che finisce nella campagna, Barbara Guerra non l’ha vista nessuno. «Ah, è una delle Olgettine», dice un uomo dopo avere guardato la foto sul display del telefonino mentre da una sistemata al suo capanno vicino agli orti. Contrasta con il lusso delle ville bifamiliari, in tutto 12 residenze, a mattoni a vista dove abita la show girl coinvolta a Milano nel processo «Ruby Ter» e citata dalla procura di Bari a testimoniare al processo barese sulle ragazze di Gianpaolo Tarantini alle feste di Silvio Berlusconi, che vede imputate sette persone, tra cui lo stesso Tarantini e Sabina Beganovic (in arte Began), soprannominata l’Ape regina. Barbara Guerra è introvabile tanto che la pm barese Eugenia Pontassuglia nell’ultima udienza (la quinta) ha comunicato ai giudici che riattiverà le ricerche della testimone, a cui non rinuncerà fino alla fine del processo. I carabinieri di Bernareggio, nonostante siano andati a cercarla in via Da Verrazzano per più giorni, in mesi diversi e a ore diverse, non sono riusciti a trovarla per notificargli la convocazione e hanno dovuto inviare al Tribunale un verbale di «vane ricerche». La prossima udienza è stata fissata per l’11 maggio. Al condominio si accede da un cancello battente che ha la parte sinistra aperta. «Non viene quasi mai chiusa», dice chi abita nella via. Gli estranei non possono entrare in macchina, come indica un cartello di divieto d’accesso. Fuori non ci sono citofoni. Solo 12 cassette delle lettere senza nominativi. Nel complesso residenziale, la Dueville srl di Segrate, società legata a Berlusconi, risulta proprietaria di due ville, due appartamenti di tre locali ciascuno e di due box. La casa da un milione di euro dove vive Barbara Guerra è la seconda a destra, al civico 4. Suoniamo ai citofoni del civico 4, senza intestatario, ma non risponde nessuno. Da una spia luminosa lampeggiante sulla sirena installata al primo piano, si capisce che l’allarme è inserito. Posati sul pianerottolo delle scale, alla sinistra dell’ingresso, si vedono una testa e una statuina, che da lontano sembrano del Buddha. Colpisce la nostra attenzione un albero rinsecchito vicino allo scivolo del box. «Non sappiamo chi viva nel residence. Si vedono solo grandi macchinoni entrare e uscire», dice un uomo che risiede dall’altra parte della strada, in una casa costruita sul terreno di famiglia: «noi siamo qui da tanti anni. Quelle case le hanno tirate di recente». Il pensionato che fa manutenzione al suo orto racconta: «Qualche tempo fa, per un po’ di giorni, c’è stata una guardia giurata che faceva avanti e indietro. Ho pensato che ci doveva vivere una persona importante».