Giovedì 2 Maggio 2024

Lo storico De Luna "Dietro a quell’orrore ci sono ragioni perverse"

L’intervista al docente: nel 1980 l’Italia non era più quella della strategia della tensione "Ma senza una precisa volontà di capire, i 28mila documenti resi pubblici non servono a nulla".

Lo storico De Luna  "Dietro a quell’orrore  ci sono ragioni perverse"

Lo storico De Luna "Dietro a quell’orrore ci sono ragioni perverse"

di Giovanni Rossi

Professor Giovanni De Luna, qual è il lato più oscuro della strage di Bologna, la spiegazione che tuttora ci sfugge?

"L’assoluta assenza di ragioni per realizzarla anche nell’ottica perversa dei mondi deviati che l’hanno progettata e fatta eseguire – risponde l’80enne storico e saggista che ha lungo indagato la Repubblica divisa –. Se guardiamo la cronologia politica italiana e internazionale, la strage di Bologna, oltre che oscena per il suo carico di morte e dolore, è davvero senza motivazione. Perché l’Italia del 1980 non è già più quella della strategia della tensione".

Che Paese è?

"Un Paese piegato da un decennio durissimo e dove, dopo le stragi di Piazza Fontana, Brescia, Italicus e dopo il rapimento di Moro, il pericolo del Partito Comunista al potere è definitivamente svanito".

Un’Italia decisa a uscire dagli anni più bui?

"I giovani vogliono divertirsi e ballare. John Travolta e La febbre del sabato sera contano infinitamente più dell’impegno politico e nella società. Scoppia il fenomeno delle discoteche di massa. Nel mondo del lavoro le imprese piegano gli operai come platealmente dimostra, poco dopo la strage di Bologna, la resa del sindacato che esce sconfitto da 35 giorni di scioperi e picchetti a Torino. Ormai la società promuove un diverso modello di aspirazioni. La deriva a sinistra temuta dagli Stati Uniti è irrealizzabile. La stessa politica manifesta altri linguaggi a partire dal Veneto, con la nascita dei primi nuclei indipendentisti e leghisti".

Vada avanti.

"In questa concatenazione di fatti ed eventi in un Paese che modifica scenari e ambizioni, la strage di Bologna rappresenta un assurdo sul piano strategico e concettuale. Le ragioni perverse per cui questo piano dissennato venga egualmente eseguito devono essere completamente indagate e non possono rimanere senza risposta".

Qualche spunto potrà arrivare dai 28mila atti desecretati dal governo?

"Non ci giurerei. A parte la quantità di fascicoli ancora classificati, la desecretazione non rappresenta uno strumento di effettiva efficacia se prima non c’è, a monte, una volontà esplicita di capire, un’indicazione chiara sulle priorità di ricerca. Le ultime parole della presidente del Consiglio Meloni vanno purtroppo in tutt’altra direzione. Evocare genericamente il terrorismo senza citare la matrice neofascista è una condotta gravemente omissiva".

Come spiega la reticenza della presidente del Consiglio?

"Forse non vuole urtare la sensibilità del suo ambito di provenienza. Quel mondo di destra anche estrema in cui si è formata e che oggi non le perdona la virata neodemocristiana e atlantista. Del tutto filoamericana".

Ma le sentenze sono chiare.

"Proprio questo è il problema. La destra italiana proprio non ce la fa ad ammettere che i terroristi dei Nar siano stati gli utili idioti dello stragismo italiano su mandato di servizi segreti, logge coperte e apparati internazionali. La destra sociale rifiuta questa vergogna e la premier sostiene questa ambizione mimetica, perché, così tacendo, da un lato non esaspera i rapporti interni e dall’altro previene possibili polemiche internazionali".

Puro calcolo, insomma.

"Però scivoloso se persino il presidente del Senato La Russa cita la “matrice neofascista“ acclarata dalle sentenze".

Il Comitato vittime del 2 agosto continua la sua lotta, il Presidente della Repubblica conferma che "la ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue". Sapremo mai il perché di quel cratere in Stazione?

"È un risultato che dopo quasi mezzo secolo dovrebbe mobilitare tutte le coscienze e le competenze, invece ancora divide la classe politica".

Ormai è una missione per storici?

"Io credo che le risposte siano tutte nella cronologia folle della strage. Gli esecutori li conosciamo. Ma i mandanti si nascondono dietro quel tragico errore di pianificazione. Per me, la chiave sta lì".