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UN MODELLO di imprenditori ribelli che mette in primo piano i dipendenti consentendogli di essere loro stessi degli uomini d’affari. Tutto questo è possibile in una azienda cinese, Haier Group, che ha sviluppato ed adottato il RenDanHeYi, un modello economico che trasforma l’azienda in una piattaforma imprenditoriale. Un caso di successo e di innovazione: il modello burocratico aziendale diventa umanocrazia, basandosi sulla forza lavoro delle microimprese autonome e interconnesse, proprio come le cellule che formano un organismo vivente. Una organizzazione differente, che punta ai giovani imprenditori e basata su schemi meno gerarchici e su sistemi distribuiti, sinergici che promuovono l’arte di fare rete tra i dipendenti, affidando a loro stessi la gestione del lavoro.

La sfida lanciata dall’azienda Haier, leader nel settore dell’elettrodomestico in Cina, ha coinvolto oltre ottantamila dipendenti e più di quattromila micro imprenditori. Il traguardo da raggiungere, secondo Haier, è un ecosistema di startup personalizzate che connetta gli utenti ai fornitori di servizi esterni. L’amministratore delegato, Ruimin, ha utilizzato il termine cinese RenDanHeYi per sintetizzare i tre concetti fondamentali che guidano la filosofia aziendale. Ren sta per “le persone”: gli affiliati, siano essi collaboratori esterni o dipendenti. La complessità del coinvolgimento è dovuta al fatto che la grande impresa ha molteplici livelli di contribuzione da parte del personale. Fondamentale, per la gestione fruttuosa e il benessere della popolazione aziendale, è quindi la rivoluzione delle modalità di relazione tra dipendenti e con il mercato esterno. A vario livello, di fatto, le persone che ruotano intorno a Haier hanno la possibilità di contribuire alla evoluzione della azienda. Non esistono barriere organizzative. In questo approccio ogni lavoratore trova il suo spazio di espressione.

Haier ha introdotto due principi: la “distanza zero dal cliente” che consente la connessione diretta tra dipendente e consumatore finale; il motto “tutti siamo imprenditori”, basando le proprie forse su una rete interconnessa di microimprese autonome. Tali microimprese, sono specializzate in diversi settori, hanno la libertà di stipulare accordi e cercare investimenti autonomamente, condividono gli obiettivi di crescita e si coordinano. Dan si associa all’ordine, che è il mantra aziendale. La necessità del modello è costruire valore per l’utente finale. In Haier non esistono le classificazioni piramidali dei lavoratori, ci si riconosce nel network delle microimprese, costituite da 10-15 persone, che agiscono seguendo tre linee comuni al sistema: la strategia decisionale delle partnership da stipulare; la scelta delle persone e dell’organizzazione per rendere efficienti, efficaci e produttive le proprie forze lavoro; il reward dei premi, delle retribuzioni, dei passaggi di carriera di tutto il team lavorativo. Ciascun dipendente è valutato in base ai risultati ottenuti e premiato con ricompense proporzionali al contributo apportato in azienda. Questo incentiva e sprona la responsabilità individuale e l’impegno verso il successo collettivo.

HeYi è il sinonimo di combinazione. L’intreccio e incontro tra il lavoratore dipendente e il cliente finale. Una sorta di società allargata che migliora l’esperienza dell’utente creando profitto per ciascuna microimpresa che la compone. Ogni dipendente è coinvolto nel processo di generazione del valore. Tutti gli obiettivi sono allineati con le esigenze e le aspettative dei clienti, fornendo così un vantaggio tangibile. Tra le prerogative anche l’apprendimento continuo. Le persone sono incoraggiate a sviluppare ed accrescere le proprie competenze, condividere le conoscenze per essere competitivi, generare innovazione e favorire l’evoluzione aziendale. Il modello dell’azienda Haier, che in Italia è conosciuta per l’acquisizione dell’azienda Candy di frigoriferi e lavatrici, è oggetto di primi esperimenti condotti da Intesa SanPaolo e Gummy Industries. L’istituzione finanziaria con sede in Italia ha avviato uno studio basato sul Rendanheyi per acquisire flessibilità, capacità attrattiva di nuovi talenti, fidelizzazione, tutti valori che, se raggiunti, potrebbero incidere direttamente sui risultati della banca. In una prima fase di onboarding, le principali strutture aziendali della finanza e legali, coinvolgendo anche le funzioni di controllo hanno analizzato il modello e stilato un progetto di business regolato che coinvolge un sistema orizzontale di stakeholder.

In tale processo, il Gummy Industries ha trasformato un gruppo di sessanta colleghi in un incubatore di nuove imprese guidate da imprenditori interni per mezzo di team di lavoro autonomi ed equiparati con servizi condivisi e centralizzati che supportano, nell’insieme, lo sviluppo aziendale anche coadiuvati da soci esterni.


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