La stretta di mano torna di moda. Quanto è importante questo gesto?
Qual è la prima cosa che notate in una persona, quando la incontrate per la prima volta? C’è chi si sofferma sulle scarpe, chi sull’abbigliamento, chi sul modo di parlare o gesticolare. C’è un aspetto però da non sottovalutare e che potrebbe dire molto su chi abbiamo di fronte: la stretta di mano.
Da sempre oggetto di molti studi che ne confermano il suo potenziale comunicativo, la stretta di mano rappresenta una vera e propria fonte di informazioni e può essere considerata come il primo biglietto da visita durante un colloquio o un appuntamento. Anche sul posto di lavoro, si fa sempre più spazio come saluto formale tra colleghi (sostituendo l’abbraccio).
Quali sono però le caratteristiche per una stretta di mano perfetta?
In primis ci sono errori da non fare: evitare assolutamente una mano troppo “molle”, interpretata come segno di insicurezza, o anche una stretta troppo vigorosa che, al contrario, rivela una personalità non in grado di rispettare gli spazi altrui e piuttosto aggressiva.
La stretta di mano deve essere decisa ma senza far male, la sua durata non deve essere eccessiva (massimo due o tre secondi) e grande importanza assume il contatto visivo, costante, con il nostro interlocutore.
E’ la prima forma che abbiamo per mettere a nostro agio la persona con cui stiamo comunicando, predisponendoci al dialogo: accompagnare tutto con un sorriso, poi, è la chiave vincente.