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MONDO

Ue: nessuno dei migranti bloccati a Idomeni sarà rispedito in Turchia. Centinaia di arrivi in Grecia

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Nessuno dei migranti bloccati a a Idomeni sarà rispedito in Turchia. Lo indicano fonti della Commissione europea, specificando che i richiedenti aventi diritto all'asilo già presenti in Grecia rientreranno nel piano di ricollocazione, mentre i migranti economici - essendo già scaduti i 14 giorni dall'ingresso nel paese previsti per l'espulsione dall'accordo bilaterale Grecia-Turchia - dovranno restare in Grecia con la prospettiva di un rientro nei paesi di origine laddove e quando ci saranno accordi bilaterali.

Circa 900 arrivi in Grecia
Almeno 875 migranti sono arrivati in Grecia nelle ultime 24 ore nonostante l'accordo Ue-Ankara, secondo cui tutti i richiedenti asilo senza documenti che attraverseranno le acque turche per andare nel paese vicino saranno rimandati indietro. Lo riporta l'emittente britannica ITV, secondo cui dodici barconi sono già arrivati sulle coste dell'isola di Lesbo, nonostante le minacce di essere obbligati a far marcia indietro verso la Turchia. L'accordo firmato la settimana scorsa, avrebbe  dovuto avere effetto formalmente a partire dal 20 marzo.

700 a Cagliari. Il Vescovo: "Situazione drammatica" .
"Come Caritas ci stiamo attivando per reperire tutte le disponibilita' di spazi possibili che abbiamo. Bisogna però rendere agibili e recuperare in qualche modo gli spazi che potrebbero essere usati, oggi fermi". Lo ha detto l'arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, arrivato al porto canale per lo sbarco dei 667 migranti.  

 "Abbiamo una mole di gente molto provata - sottolinea il vescovo - alcuni sono in viaggio da un anno, hanno superato deserto, prigione, mare. Ci sono tanti bambini, la situazione e' drammatica. Voglio complimentarmi con tutti per la grande organizzazione messa in campo, questa e' l'Italia vera".    

Sono 261 i migranti eritrei, 378 i somali, 4 arrivano dal Sudan e cinque dall'Etiopia e dal Marocco. Cinque stranieri sono stati ricoverati per problemi polmonari, di respirazione o grave debilitazione. Intanto è salito a dieci il numero delle donne incinte, alcune di queste portano addosso i segni del viaggio e della sofferenza.

Difficoltà nell'attuazione del piano Ue-Turchia
L'attuazione del piano Ue-Turchia per la gestione e il controllo dei flussi migratori raggiunto venerdì scorso al termine del vertice del Consiglio europeo non sarà facile da mettere in atto, e da rendere operativo in modo efficace e in tempi rapidi, ha detto Margaritis Schinas, capo del servizio dei portavoce della Commissione europea, nel corso del briefing con la stampa. "Siamo consapevoli delle difficoltà", ha riconosciuto.

La Grecia ha chiarito di non essere in grado di iniziare da subito il trasferimento verso la Turchia degli immigrati irregolari, come previsto dal piano concordato. La Commissione europea comunque ha adottato la proposta di emendamento alle decisioni del Consiglio sulla redistribuzione dei migranti tra Paesi membri, mettendo 54mila posti inizialmente previsti per la ridistribuzione (relocation) dall'Ungheria - che si oppose allo schema - a disposizione dello schema di reinsediamento (resettlement) con la Turchia. Il nodo è che mentre la redistribuzioni di migranti già presenti nell'Ue è obbligatoria, il reinsediamento di richiedenti asilo presenti nei campi profughi dei Paesi terzi è volontario.

La Commissione europea insiste nel ritenere il meccanismo concordato venerdì scorso come la soluzione al problema. "Se tutto quello che c'è sulla tavola inizia a funzionare le possibilita' che si aprano rotte migratorie alternative si riducono", ha detto Schinas. Il commissario per l'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha ribadito che l'accordo "offre ai rifugiati un'alternativa credibile al rischio della loro vita per pericolose rotte via mare".  Fin da subito, secondo quanto riferiscono fondi comunitarie, sarà difficile rispettare le scadenze fissate dall'accordo fra Ue e Turchia. Perché possa essere tradotto in pratica, bisognerà infatti attendere il 4 aprile per quanto riguarda il reinsediamento di richiedenti asilo presenti nei campi profughi turchi verso l'Europa (resettlement).

E' prevista per quella data l'attivazione dello schema noto come 'uno a uno', in base al quale per ogni migrante giunto irregolarmente sulle isole greche e ricondotto in Turchia un richiedente asilo regolarmente registrato in un campo profughi turco dovrà essere accolto in Europa. La Commissione europea ha però riconosciuto di non sapere quando la Grecia potrà essere in grado di rimandare in Turchia i migranti irregolari, definendo "verosimile" la data del 4 aprile anche per questa parte dell'accordo. 

Erdogan contro la Ue: da voi solo porte chiuse
"Se prendessimo esempio dall'ue, dovremmo chiudere le nostre frontiere ai rifugiati", ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citato dall'agenzia statale Anadolu, accusando direttamente gli alleati occidentali per non aver seguito la sua proposta di una safe zone nel nord della Siria, in cui accogliere i rifugiati: "Tutti quelli che non hanno accettato una no-fly zone e una zona libera dal terrore in Siria, e ora si lamentano della situazione dei rifugiati, sono degli ipocriti".