Siviglia e la romanità

Siviglia e la romanità

Siviglia non è certamente la prima città che venga in mente a chi parli di Roma e della sua storia, anzi, il nome del capoluogo andaluso evoca spesso immagini legate al “siglo de oro” dell’Impero spagnolo, ma sotto la superficie c’è più di quel che sembra.

All’insediamento originale, di fondazione iberica, venne conferito lo status di Colonia nel 45 a.C. nientemeno che da Caio Giulio Cesare. La città, conosciuta allora con il nome di Hispalis, divenne ben presto il più importante centro della provincia Betica, ma per parlare di come ancora oggi tra le sue assolate strade si respiri forte la romanità, occorre allontanarsi di qualche chilometro dalla Giralda.

Nel 206 a.C. Publio Cornelio Scipione Africano affronta i cartaginesi di Asdrubale nel cuore assolato della Spagna meridionale e li sbaraglia. Per ricompensare i suoi uomini e concedere loro il meritato riposo, il generale vittorioso fonda per i veterani una colonia la quale prende il nome di Italica in onore dei militari che iniziano ad abitarla.

Prima del declino della Pars Occidentalis, del regno visigoto, della dominazione musulmana e dell’epopea della Reconquista cristiana, Hispalis e Italica crescono e prosperano, tanto che quest’ultima risulta essere patria di due dei più grandi imperatori che la storia di Roma ricordi, ovvero Traiano e Adriano. Non due nomi casuali, considerando il massimo apogeo di estensione e potenza raggiunto dall’impero durante i rispettivi regni, fatto che è rimasto ben chiaro nella mente dei cittadini di Siviglia anche a distanza di quasi due millenni.

Girando per la città, infatti, è possibile imbattersi in strade dai nomi quanto mai evocativi e di innegabile ascendenza: Calle Trajano, Calle Adriano e Avenida Roma sono alcuni dei più importanti. Su diversi muri campeggiano manifesti con lo slogan “Sevilla es Roma”, rimando all’annuale rievocazione che si tiene durante il mese di marzo e rappresenta uno dei più importanti eventi del suo genere dell’odierna Spagna. Nelle “case-palazzo” appartenute nei secoli alla nobiltà e adibite ora a musei, è molto comune trovare reperti provenienti da Italica e lastroni di mosaici restaurati con cura, “perché gli intellettuali di Siviglia hanno sempre tenuto in gran conto la storia del luogo e si sono impegnati per conservarla” ci racconta una guida. Anche dalle chiacchierate con alcuni abitanti emerge un certo orgoglio nel parlare di questo passato lontano, ma non così tanto evidentemente. “La mia casa è proprio vicino al sito archeologico di Italica, dove i nostri antenati hanno vissuto e da dove Adriano e Traiano sono partiti per governare il mondo civilizzato” dice annuendo solenne l’autista che ci porta dall’aeroporto al centro cittadino.

Che cosa possiamo imparare da questo? Tutta l’Europa occidentale (e non solo) ha nelle proprie radici storiche e culturali la romanità. Non siamo ingenui e conosciamo le dinamiche della storia e della geopolitica, ma se paesi e nazioni si concentrassero di più su cosa le accomuna oggi e le ha accomunate in passato, sarebbe forse più facile impostare una strategia comune di difesa dei propri interessi internazionali che non sia solo basata su numeri sterili e registri contabili (con la relativa dubbia efficacia). A giudicare dallo scenario che ci ritroviamo a vivere in questi tempi, forse un simile approccio sarebbe quanto mai auspicabile e necessario. La grandezza di un tempo potrebbe sembrare irraggiungibile, e forse lo è davvero, ma tenerla come guida lavorando di concerto non farebbe male.

Luigi Oriani

 

L’autore: Nasce a Milano alla fine di maggio nel 1992. Appassionato da sempre di storia, cresce divorando romanzi e saggi relativi ai più disparati periodi storici, con una particolare passione per Roma in ogni sua età. Dopo il liceo classico, si laurea in economia e continua a coltivare la passione per la storia e la narrativa con il progetto del suo primo romanzo storico attualmente in lavorazione.